skin

Ippodromo Livorno: l'ex direttore D'Alesio presenta piano industriale per la sua riapertura

23 marzo 2013 - 10:06

La situazione dell’ippodromo Caprilli di Livorno è ben nota. E il presidio dei lavoratori di fronte al Comune, ormai da diversi giorni, è un chiaro segnale di come le cose non stiano andando nel verso giusto. La Labronica Srl, di cui il Comune è proprietario al 100%, è in liquidazione da due anni. In questi due anni la Labronica ha gestito l’Ippodromo nei mesi in cui non vi era attività di corse e quindi per circa sette mesi l’anno, lasciando alla Società Alfea la gestione dell’ippodromo nei mesi di attività, a seguito di procedure di assegnazione decise dall’amministrazione comunale. I venti dipendenti sono transitati in parte da Labronica ad Alfea e viceversa. Attualmente, però, i dipendenti hanno sospeso l’attività  e l’ippodromo è in grave stato di degrado. Torna così in campo l’ex direttore del Caprilli, Attilio D’Alesio, che ieri ha presentato alla stampa il suo piano industriale per la riapertura dell’ippodromo, chiedendo anche un incontro al sindaco, Alessandro Cosimi.  Ippica: le corse del fine settimana

Scritto da Sara

D’Alesio chiede di procedere “alla più rapida liquidazione della Labronica corse Cavalli. Si proponga la costituzione di una Ati - Associazione temporanea di impresa - tra 3 soggetti imprenditoriali e no profit che assuma la gestione dell’ippodromo a partire dal 1 maggio, alle stesse condizioni contrattuali proposte da Alfea con la tutela assoluta del personale dipendente e per la durata di cinque anni”.

PIANO OPERATIVO - Per quanto riguarda il piano operativo, D’Alesio propone: “l’Ippodromo viene liberato dalla presenza di cavalli (rimasti purtroppo in pochi) ed operatori. In linea con quanto già fatto in altri Ippodromi nazionali: Montecatini,Firenze, Milano, Torino. Viene  ripresa la gestione dei Bar e Ristorante assunta direttamente dalla Ati. Viene mantenuta la presenza della agenzia Ippica confermando il canone annuo di euro 65.000. Viene aperto un reparto tutti i giorni per il simulcasting quotidiano. Viene definito un nuovo calendario che preveda 32 giornate distribuite opportunamente in luglio, agosto, settembre ed ottobre (otto al mese ). Tutto il personale viene assunto e viene definito con accordo aziendale un Contratto di solidarietà  ( già presente a Torino) articolato sui seguenti punti: riduzione di stipendi e paghe del 25% su base mensile. Eliminazione della 14 e 15 mensilità. Disponibilità a coprire turni nei servizi necessari, corse comprese. Verifica dopo un anno”.

COSTI PREVISTI – Sul fronte costi, D’Alesio calcola 750.000 euro per il personale; 80.000 per consumi diversi ;  90.000 per il costo della televisione; 60.000 per le manutenzioni varie; 20.000 per il noleggio totalizzatore per un totale di 1.000.000 di euro.

“Se l’Amministrazione Comunale approva questa proposta in una settimana si costituisce l’Ati (analoga operazione l’hanno fatta per il Teatro C) e si sottoscrive il contratto con il Comune. I membri dell’Ati si trovano dopo aver avuto approvazione da parte del Comune.  L’operazione si può fare tranquillamente infatti è già stata fatta a Merano”, conclude D’Alesio.

Articoli correlati