Abolizione Equitalia, As.Tro: 'Problema in più per tutela del gioco lecito'
L'abolizione di Equitalia secondo As.Tro potrebbe rappresentare un problema in più per la tutela del gioco lecito.
In una nota, l'avvocato Michele Franzoso, del Centro Studi As.Tro, evidenzia le conseguenze che potrebbe avere per il settore del gioco l'abolizione di Equitalia, prevista dalla manovra economia per il 2017.
“Nel campo che ci interessa (…) ciò che rileva è la tutela dell’effetto di deterrenza che, sino ad ora, ha sortito la presenza di una struttura di riscossione efficiente nel perseguire i contravventori alle regole del gioco lecito, soprattutto dopo le modifiche normative apportate dalla legge n. 190/2014 prima e dalla n. 208/2015 poi al contrasto dei Totem e alle violazioni in materia di scommesse, ma anche in materia di pubblicità”.
Le leggi “hanno introdotto sanzioni pecuniarie amministrative di importo molto elevato (restringendo anche il perimetro di liceità della pubblicità disegnato dal decreto Balduzzi), la cui contestazione spetta, per lo più, all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, mentre la riscossione dei ruoli (le somme non versate 'spontaneamente' dai contravventori ed iscritte dall’Ente impositore), è di competenza di Equitalia.
Secondo Franzoso, “ciò che sino ad oggi era accentrato in capo ad un unico esattore (che dopo tanti anni aveva raggiunto livelli tali da consentire di annoverare il recupero dell’evasione come fonte strutturale di incremento di gettito erariale), domani potrebbe essere decentrato nei vari Enti, con evidenti dispersioni di energie, ma, soprattutto, di efficientismo, non essendo possibile clonare ovunque know how e competenze.
Nell’ambito della lotta al gioco illegale e del contrasto alla pubblicità illecita, l’attività di accertamento rischia di non ritrovarsi più immediatamente assistita (al pari della tutela della fiscalità generale) da un rodato sistema di riscossione richiedente personale, competenze, esperienze (si pensi all’uso delle banche dati), a tutto vantaggio di chi riceve le cartelle dopo essersi “disinteressato” delle sanzioni.
Se trasportiamo questo scenario all’interno di uno dei tanti nostrcontesti (si pensi all’esercente che riceve 20mila euro di sanzione per aver ospitato un Totem, unitamente ad un accertamento di pari importo relativo al recupero tributario di Prelievo da gioco a premio eluso), la prospettiva di poter avere 'tanti mesi e forse anni' di tempo, prima di dover affrontare un’azione esecutiva di recupero coatto del credito (e non più i 60 giorni dalla ricezione della cartella) fa evaporare la deterrenza della sanzione stessa.
Sicuramente il discorso vale 'a fortiori' per quella Agenzia fiscale che più di ogni altra è impegnata (quella della Entrate), ma se per questa è praticabile una sorta di assorbimento interno di molte procedure/professionalità di Equitalia, per molti altri Enti impositori si prospetta il rischio di dover allestire ex novo un’attività di enorme complessità e dai rilevanti costi.