Corsi di formazione in Emilia-Romagna: As.Tro a Forlì
Nuovo appuntamento, a Forlì, con i corsi di formazione per gli operatori di gioco in Emilia Romagna: As.Tro spiega l'importanza di motivare e rendere consapevoli.
Il comparto del gioco pubblico sta vivendo, in questi ultimi mesi, un momento di forte fibrillazione che passa dal recente accordo raggiunto in Conferenza Unificata per il riordino del settore fino ad arrivare, per quanto concerne la Regione Emilia-Romagna, all’approvazione della delibera regionale n 831/2017, che "ha previsto la prossima cancellazione dal territorio urbano, non solo di sale dedicate, sale scommesse e sale bingo, ma anche la scomparsa progressiva di tutte le apparecchiature da gioco lecito, installate in bar, tabaccherie e circoli privati. Assurda situazione che, da due giorni a questa parte, in Piemonte, è già realtà, per effetto della legge regionale n. 9/2016".
E' quanto si legge in una nota di As.Tro, associazione secondo la quale "nonostante i diversi Comuni dell’Emilia-Romagna stiano già attuando, con propri regolamenti, la delibera della Giunta regionale, che ha reso operativo il distanziometro di 500 metri per le attività di gioco, As.Tro – in collaborazione con Articolo 1 e Formart – in attuazione della legge regionale n. 5/2013, istitutiva dei corsi di formazione obbligatori per gli operatori di gioco, continua a mettere a disposizione le competenze dei propri docenti per strutturare un percorso formativo che sia finalizzato, non solo ad aumentare la messa in sicurezza degli ambienti di gioco e l’accrescimento della professionalità degli operatori, ma anche ad instaurare con questi ultimi un rapporto di 'affinità', attraverso cui la formazione diventi anche uno strumento utile all’accrescimento della loro “motivazione lavorativa”. L’aspetto motivazionale ci si è infatti resi conto essere essenziale nel confrontarsi con i lavoratori di questo comparto, dal momento che ci si trova quotidianamente a vivere in un contesto mediatico, sociale e politico che li sottopone a pressioni tali, da far vivere loro la situazione lavorativa 'dedicata al gioco', con vergogna!".