Sapar: 'Gioco, bisogna regolamentare non vietare'
L'associazione Sapar interviene sulla questione della proroga dell'entrata in vigore del distanziometro per le attività di gioco in discussione nei Consigli di alcune regioni.
“L’ultima in ordine di tempo è quella del Lazio dove il centrosinistra propone la deroga di 12 mesi all’entrata in vigore del distanziometro.
Nelle Marche siamo in attesa mentre in Piemonte il centrodestra deve scavalcare gli emendamenti (quasi un milione) che l’opposizione ha posto per evitare una discussione nel merito e con fatti concreti. Il punto fondamentale della discussione è la cancellazione della 'retroattività' del distanziometro”.
A ricordarlo in una nota, non senza (una giusta) polemica è l'associazione Sapar, che cosi torna sulla proroga dell'entrata in vigore del distanziometro per le attività di gioco in discussione in queste settimane nei Consigli di alcune regioni, dal Piemonte al Lazio.
In parole povere e senza entrare nel legalese stretto è come se a tutte le persone che hanno vinto un concorso pubblico 30 anni fa (dove il requisito minimo era il diploma), chiedessero oggi di lasciare il posto di lavoro perché il requisito minimo ora è la laurea”, scrive Sapar.
Imprenditori che hanno investito centinaia di migliaia di euro per aprire una attività sulla base delle leggi vigenti, avendo avuto il permesso della questura, avendo avuto la concessione dal ministero dell’Economia e dalle Dogane e monopoli, devono mettere le rotelle sotto la propria attività e spostarla oltre una certa distanza da 'centri sociali, bancomat, asili, scuole di ballo, parchi attrezzati e in generale da luoghi con cose e persone'.
Almeno secondo l’Istituto superiore di sanità.
Ma ci rendiamo conto che il parere di consigliere comunale vale di più.
Nel Paese dove è più importante la demagogia che porta voti che il dovere di governare e tutelare, si va avanti a botte di proroghe.
Nelle regioni come la Puglia dove si è raggiunto un compromesso ragionevole non ci sembra ci sia stata una ondata di ludopatici ne di bambini in età di asilo trovati alle macchinette.
Questa nazione ha bisogno di ragionevolezza e consapevolezza che il settore dei giochi va regolamentato e non vietato nei fatti”, conclude l'associazione.