Stabilità 2015 e concessionari pubblici esattori, As.Tro: 'Rebus giuridico'
L'associazione As.Tro evidenzia le difficoltà e dubbi nell'applicazione di quanto sarebbe previsto in Stabilità 2017 sui concessionari di gioco pubblici esattori.
“Il recupero dei 160 milioni mancanti all’appello della 'decurtazione di ricavi' (imposta dalla legge n. 190/2014), potrebbe avvenire attraverso una singolare procedura: si tratterebbe, infatti, di nominare i concessionari di rete telematica come esattori di entrate patrimoniali dello Stato” (R.D. 14 aprile 1910 n. 639), ovvero Enti impositori, abilitati a emanare l’ordine di ingiunzione di pagamento (prima), alla iscrizione al ruolo (poi), ed infine a procedere coattivamente alla riscossione in proprio”. Questa una delle ipotesi di 'contenuti' relativi al gioco che sarebbero contenuti della manovra economica per il 2017, il cui testo finale tarda ancora ad arrivare alla Camera dei Deputati, e che è oggetto di analisi da parte dell'avvocato Michele Franzoso, del centro studi As.Tro, secondo il quale “l’idea giuridica che sottende alla soluzione è 'intrigante' ma sconta alcune semplificazioni eccessive”.
Il timore di AS.Tro è che “questa soluzione finisca per agevolare chi nulla ha pagato, chi nulla vuole pagare, chi nulla pagherà, portandosi a casa un illegittimo vantaggio concorrenziale verso quegli operatori che, consapevoli anche del “ruolo politico” che aveva assunto il prelievo dei 500 milioni nell’ambito della decisione delle sorti del settore, hanno provveduto a versare la loro effettiva quota di redditività degli apparecchi.
Senza nulla togliere ai fautori della soluzione, evidentemente convinti che il potere possa superare difficoltà di mercato, si evidenzia come tutti i tentativi di 'militarizzare' il settore, introducendo elementi di condizionamento, ingessature, potestà arbitrarie nei confronti di filiera, non hanno mai sortito l’effetto sperato, ma semmai l’opposto, tanto è vero che per qualcuno l’unico modo per risolvere la complessità della rete distributiva generalista delle Awp, sarebbe quella di eliminare la stessa, magari prima di dover affrontare il dilemma dell’eventuale restituzione dei 340 milioni versati dai gestori e dai punti vendita virtuosi. Al cospetto di una soluzione tecnica 'da ultima spiaggia' , costosa, difficilmente praticabile, verosimilmente inefficace, e ad elevato rischio di incostituzionalità, la Politica dovrebbe riappropriarsi della capacità di gestione dei fenomeni, individuando i giusti equilibri, soprattutto alla luce di una posta finanziaria così bassa, così a rischio, e troppo collegata strumentalmente al posizionamento commerciale delle aziende del settore”.