Negro (As.Tro): 'Legge Gap Piemonte, tutelare legalità e lavoro'
Mario Negro, presidente onorario di As.Tro, chiama a raccolta il settore del gioco a Torino il 3 aprile per scongiurare effetti della legge sul Gap del Piemonte.
“La rete distributiva degli apparecchi da gioco lecito annovera in Piemonte quasi 6.500 punti vendita, collocati, per la stragrande maggioranza, all’interno di quei luoghi che la legge regionale definisce 'aree sensibili' e che, quindi, inizierà a 'de-slottizzare', a partire dal prossimo autunno, sino alla totale eliminazione dell’offerta.
I millecinquecento lavoratori delle aziende di gestione – distribuzione – manutenzione degli apparecchirisulteranno pertanto 'superflui', così come le sale e tutti quegli esercizi commerciali, che senza l’integrazione reddituale derivante dal gioco lecito non possono proseguire l’attività.
Non ho mai preteso di far accettare l’apparecchio lecito come se fosse un congegno salutare, ma non ho mai sopportato che tramite la disinformazione sul gioco si trasformasse una forma di intrattenimento, che in altri Paesi non suscita alcuna problematica socio-sanitaria, in una piaga nazionale da espellere, ovvero, a giorni alterni, da tassare sempre più aspramente”.
“Per questo motivo all’evento di Torino sono stati invitati politici locali e nazionali, testate locali e testate nazionali, ma soprattutto gli operatori, le rispettive maestranze e gli esercenti.
Le diverse migliaia di posti di lavoro che il settore garantisce al Piemonte non possono essere trattate come 'caldaie da rottamare perché inquinanti', non possono essere strumentalizzate per motivi di visibilità pubblica, non possono essere trattati come diffusori di una ludopatia che ancora aspettiamo di sapere – dopo 4 anni di allarme sociale – quanto è effettivamente presente nei territori.
Per 4 anni, infatti, ci hanno proposto 'braccialetti elettronici' per il controllo dei ludopatici, monumenti alle vittime del gioco, ci hanno raccontato di fatturati del gioco confusi con la raccolta e, soprattutto, hanno cercato di convincerci che un italiano su 4 è un potenziale assassino per motivi di gioco: ora la verità cercheremo di dirla noi e, sperando che migliaia di persone intervengano all’evento, proveremo a restituire dignità ai volti e alle persone che nel comparto lavorano per presidiare un 'pezzo di legalità' e non certo per mettere a rischio la salute pubblica”, conclude il presidente onorario di As.Tro.