Tar Emilia Romagna: 'Gioco, scuole dell’infanzia sono luoghi sensibili'

“Ad un sommario esame non sono apprezzabili favorevolmente le esigenze cautelari attesa sia la sussistenza di seri profili di inammissibilità del gravame eccepiti dalle amministrazioni resistenti (avendo la ricorrente ricevuto sin dal febbraio 2019 comunicazione dell’avvenuta mappatura comunale della vicinanza della sala giochi a luogo sensibile) sia comunque la ricomprensione delle scuole dell’infanzia (a differenza degli asili nido) tra le scuole di 'ogni ordine e grado' ai sensi della vigente normativa statale e regionale, dunque tra i luoghi sensibili ex art. 6, comma 2 bis, L.R. n. 5/2013”.

Non lascia dubbi l'ordinanza con cui il Tar Emilia Romagna respinge la domanda cautelare proposta da un concessionario per l'annullamento, previa sospensione dell'efficacia, dell'atto con cui il Comune di Bologna aveva ordinato la chiusura o la delocalizzazione di una sala gioco entro 6 mesi, poiché dai controlli sulle distanze, effettuati in attuazione della legge regionale n° 5/2013 in tema di prevenzione e contrasto della ludopatia era emerso la sua vicinanza ad una scuola di infanzia, identificato come “luogo sensibile”.

Decorsi i termini di proroga previsti dalla normativa regionale e nazionale in relazione allo stato di emergenza pandemica – con il decreto Cura Italia – la sala è risultata essere ancora in attività, fatto che ha spinto il Comune di Bologna ad avviare un nuovo procedimento per la chiusura, seguito da un ulteriore atto dell'amministrazione comunale per la chiusura immediata.

La domanda cautelare è stata respinta anche considerato “che è pendente la delocalizzazione della sala giochi presso altro comune attivata dalla ricorrente, la quale ha già ottenuto le proroghe previste dalle disposizioni attuative regionali”.