Corte Ue: 'Normativa ungherese su giochi restringe libertà'
La normativa ungherese sull’autorizzazione dei giochi d’azzardo online non è compatibile con il principio della libera prestazione dei servizi.
La Corte di giustizia Ue dichiara che la normativa nazionale ungherese, che vieta l’organizzazione di giochi d’azzardo in assenza di una previa autorizzazione rilasciata dalle autorità amministrative, costituisce una restrizione alla libera prestazione dei servizi.
Lo si legge nelle sentenza sul caso Unibet International. La società maltese, la cui attività consiste in particolare nell’organizzazione di giochi d’azzardo online, è titolare di autorizzazioni rilasciate da diversi Stati membri. Nel 2014, le autorità ungheresi hanno constatato che l’Unibet forniva su siti Internet in lingua ungherese taluni servizi di gioco d’azzardo, benché non fosse in possesso dell’autorizzazione necessaria in Ungheria per l’esercizio di tale attività. Dette autorità hanno dunque, da un lato, il 25 giugno 2014, imposto all’Unibet il blocco temporaneo dell’accesso dall’Ungheria a questi siti e, dall’altro, il 29 agosto 2014, inflitto un’ammenda a tale società. L’Unibet ha quindi presentato dinanzi al Fővárosi Közigazgatási és Munkaügyi Bíróság (tribunale amministrativo e del lavoro di Budapest, Ungheria) un ricorso volto all’annullamento di entrambe le decisioni, facendo valere che la normativa ungherese sulla cui base erano state adottate era in contrasto con il principio della libera prestazione dei servizi. A tal riguardo, ad avviso dell’Unibet, se è vero che, nei periodi in discussione, gli operatori con sede in altri Stati membri avrebbero potuto, in linea teorica, ottenere in Ungheria la concessione di un’autorizzazione all’organizzazione di giochi d’azzardo on-line (non essendo la fornitura di tali servizi riservata a un monopolio statale), gli stessi si trovavano in pratica nell’impossibilità di procurarsi tale autorizzazione. Infatti, secondo l’Unibet, l’Ungheria non ha indetto, nel corso di tali periodi, alcuna pubblica gara ai fini della conclusione di contratti di concessione che permettessero di ottenere l’autorizzazione necessaria. Allo stesso tempo, l’Unibet osserva che l’Ungheria l’ha in pratica esclusa dalla possibilità, prevista dal diritto ungherese, di stipulare tali contratti nella qualità di operatore di giochi d’azzardo 'di comprovata affidabilità'. In tale contesto, il giudice ungherese chiede alla Corte di giustizia se la normativa ungherese in discussione sia compatibile con il principio della libera prestazione dei servizi.