La svolta di Google Play: sì al gaming, ma non (ancora) in Italia
Fino ad oggi, i siti di gioco legali hanno solo potuto offrire le proprie app mobile tramite canali propri o di terze parti, ma non su Google Play: ora si cambia, ma non in Italia.
Con una email ufficiale inviata nelle scorse ore alle società di gioco e agli sviluppatori di App, il gigante del web Google avrebbe confermato i nuovi cambiamenti nella propria policy che interessano l'offerta di giochi con vincita in denaro attraverso il proprio store. Stando alle prime indiscrezioni provenienti dall'industria, il colosso di Mountain View avrebbe ufficializzato la possibilità di ospitare sul proprio canale di vendita e distribuzione di App, Google Play, anche quelle di siti di gioco a partire da agosto 2017.
IL RITARDO DI GOOGLE - Per ottenere un permesso, gli sviluppatori dovranno fornire documenti applicativi, incluse le licenze per le operazioni nelle regioni in cui desiderano promuovere i propri prodotti. In una procedura che sarà probabilmente condotta in maniera analoga a quanto si è già verificato con il canale di Apple, dove è già possibile scaricare App di gioco, seppure con grande ritardo rispetto alla “mela”.
Apple, in effetti, ha precedentemente consentito di utilizzare applicazioni per gioco con vincita in denaro nel proprio store, fissando delle regole ben precise che sono state fissate nelle linee guida per la revisione delle App. Arrivando presto a una soluzione. Cosa che Google non era mai riuscita a fare prima d'ora. Nonostante le diverse richieste da parte degli addetti ai lavori.
Italia compresa. Non a caso, Gioco News aveva dedicato anche un approfondimento a questa tematica – nell'ambito della speciale dedicato al gioco mobilenello scorso numero di maggio 2017 della rivista – nel quale si evidenziava il “caso Google Play”. O, meglio, l'anomalia di Google rispetto agli altri competitor.
GLI SVILUPPI - "Nell'ambito del nostro continuo sforzo per offrire nuove esperienze su Google Play, stiamo sperimentando la distribuzione di applicazioni di gioco di denaro reale in mercati selezionati nelle prossime settimane che garantisce la sicurezza degli utenti e rispettano le leggi locali", ha spiegato un portavoce di Google in seguito alle prime indiscrezioni trapelate sulla stampa britannica, con il Regno Unito che sarà il primo paese a godere dei benefici della nuova policy su gaming, insieme a Francia e Irlanda. Ma gli altri paesi, a quanto pare, potranno adeguarsi successivamente. Rimane quindi ancora da aspettare per l'Italia e per i concessionari del gioco attivi nel nostro paese, che dovranno sopportare ancora per qualche mese l'embargo di Google.
IL CASO ITALIANO -Se le App sono destinate a ricavarsi, come abbiamo visto, un ruolo sempre più importante nel futuro del gaming italiano, a frenare lo sviluppo, almeno in Italia, è stato proprio Google. Strano a dirsi, non c'è dubbio, visto che l'azienda di Palo Alto rappresenta da sempre l'emblema dell'evoluzione tecnologica ed informatica. Eppure, tant'è. Almeno in Italia. Colpa (al solito!) delle norme vigenti che impongono cautela alle società che dominano la rete nel promuovere siti che offrono gioco con vincita in denaro. Disposizioni alle quali Google si attiene alla lettera, limitando in maniera opportuna ed efficace il proprio motore di ricerca. Ma comportandosi, forse, in maniera eccessiva, nel suo “store” dove vengono offerte le “App”, cioè le applicazioni software per dispositivi mobili come smartphone o tablet Pc. Le app, come noto, sono raggruppate in categorie per argomento: salute, benessere, musica, sport, gioco, e così via. Nella categoria delle lotterie e del gioco d'azzardo Google Play è attualmente l'unico grande "store" dove la pubblicazione di lotterie a distanza e applicazioni di gioco non è ammessa a livello globale. Nonostante Google consenta, da un lato, la possibilità di scaricare e pubblicare app di lotterie e contenuti pubblicitari relativi al gioco d'azzardo (comprese attività sia a distanza che fisiche), dall'altro vieta la pubblicazione di app di lotterie online e di gioco nel proprio store, inserendole nella cosiddetta categoria "pubblicità sensibili", vale a dire pubblicità ritenute inadatte ai minori, che richiede la protezione di tali soggetti. Per un “eccesso di zelo” che sta però creando non pochi disagi alle società di gioco italiane che si vedono così espulse dallo store di Google. In maniera ritenuta ingiustificata. In effetti, anche da un punto di vista tecnologico, il protocollo utilizzato da Google per controllare la conformità alle sue restrizioni sulla pubblicazione di app di lotterie e di gioco non può garantire che tutti questi prodotti siano inclusi nel divieto. Non a caso, una miriade di app non ufficiali – per lo più (pseudo) informative che non sono collegate alle lotterie ufficiali e agli operatori con licenza di gioco sono facilmente individuabili su Google Play. Molte delle quali contengono informazioni non verificate e non corrette sulle lotterie e su servizi di gioco autorizzati in Italia. Per un'autentica beffa che si aggiunge al danno perpetrato alle società di gioco.
ALTRO STORE, ALTRA MUSICA - A rendere ancora più assurdo lo scenario, poi, è il fatto che tale disagio si registra unicamente nel caso di Google Play. La pubblicazione di app in altri "store" ufficiali, come "Apple store" o "Windows store", per esempio, avviene regolarmente ed è regolata da rigorosi criteri di controllo. Ad esempio l'apertura di un account aziendale è soggetta alla conformità con severe norme di sicurezza e richiede la convalida di varie informazioni, tra cui: identificazione aziendale; fornitura di autorizzazioni e permessi; invio di una demo che mostra le caratteristiche dell'app; utilizzo di strumenti di geo-localizzazione, per bloccare l'accesso all'app da parte di paesi stranieri; informazioni sul contenuto dell'app (e, in particolare, se il suo contenuto non è adatto ai minori, sia una app di gioco che altre informazioni).