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Baretta: "Lo 0,01% della popolazione è in cura per Gap, ma manca stima precisa"

10 ottobre 2014 - 13:25

“Preliminarmente, è opportuno precisare che l'Agenzia non dispone di dati e informazioni concernenti le spese publi-promozionali relative a tutti i giochi pubblici, e questo perché solo perché per alcune concessioni di gioco è previsto un obbligo ben definito della spesa publi-promozionale”.

Scritto da Redazione

Lo afferma il sottosegretario all’Economia, Pierpaolo Baretta rispondendo all’interrogazione dei deputati Paola Binetti e Lorenzo Dellai, in cui si chiede "se non ritenga di adottare iniziative, in particolare di tipo normativo, volte a modificare la destinazione di quanto imposto per concessione in termini di investimenti in pubblicità, prevedendo, ad esempio, che una quota di tale risorse venga destinata all'attuazione di interventi in materia di informazione ed educazione sui fattori di rischio del gioco d'azzardo o al sostegno delle famiglie dei soggetti affetti da gioco d'azzardo patologico".

 

LE CONCESSIONI SLOT E VLT - Baretta aggiunge: “Più in particolare, le concessioni per la gestione telematica del gioco lecito, mediante apparecchi da intrattenimento, prevedono che, per le iniziative di comunicazione ed informazione per la tutela del gioco legale e responsabile, i concessionari debbano stanziare nei loro bilanci, a decorrere dall'avvio della concessione, un importo annuo previsto dal piano di sviluppo, comunque fino ad un importo massimo, per ciascun concessionario, di un milione di euro. I piani di impiego di tali risorse per l'anno 2014 sono stati elaborati, tenendo conto del piano d'azione nazionale per il contrasto alle ludopatie di settore, elaborato dall'osservatorio di cui all'articolo 7, comma 10, del decreto-legge 13 settembre 2012, n. 158, convertito, con modificazioni, dalla legge 8 novembre 2012, n. 189. Su richiesta dell'Agenzia, i concessionari hanno trasmesso, alla fine dello scorso mese di luglio, una relazione sulle attività poste in essere nel primo semestre dell'anno, al fine di consentire un monitoraggio dell'eventuale realizzazione completa del piano. Tali attività, in conformità agli obiettivi definiti dal piano, così come richiamato dal proprio piano di sviluppo adottato dall'Agenzia, sono state orientate, tra l'altro, alla promozione di azioni di prevenzione dei rischi derivanti dal ricorso al gioco d'azzardo illegale, ponendo in essere campagne di comunicazione e sensibilizzazione in ordine ai rischi connessi al gioco problematico e/o patologico o all'utilizzo di giochi illegali. La convenzione per l'esercizio dei giochi pubblici, denominati lotterie nazionali ad estrazione istantanea, prevede, a propria volta, l'impegno del concessionario di presentare il piano dei progetti e delle iniziative promozionali per l'anno successivo, comprensivo dell'indicazione dell'importo della spesa nella misura dello 0,5 per cento della raccolta del gioco Pag. 43e, comunque, non superiore ad euro 25 milioni, con la possibilità di autorizzare, anno per anno, il concessionario medesimo ad ulteriori investimenti aggiuntivi. Per l'anno 2013, come per quelli precedenti, lo 0,5 per cento della raccolta ha dato luogo ad un importo superiore al limite sopra indicato ed il piano è stato pertanto approvato per un importo pari a 25 milioni di euro, comprensivo, fra l'altro, della quota del 3 per cento (risultata, in concreto, di euro 750 mila) da destinare al finanziamento della carta acquisti, finalizzata all'acquisto di beni e servizi a favore dei cittadini residenti che versano in condizione di maggior disagio economico, ai sensi di quanto previsto dall'articolo 24 del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito, con modificazioni, dalla legge del 15 luglio 2011, n. 111. Nell'ambito della concessione per il servizio del lotto automatizzato vige, poi, l'obbligo di un investimento in promozione e pubblicità, da parte del concessionario, in misura non inferiore al 7 per cento del compenso percepito nell'anno precedente. Il piano pubblicitario viene sottoposto preventivamente all'Agenzia per l'approvazione. Per l'anno 2013, tale investimento è stato di 25,4 milioni di curo, comprensivo dell'importo di euro 772.670 relativo alla quota del 3 per cento da destinare al finanziamento della carta acquisti. La convenzione per l'affidamento dei giochi numerici a totalizzatore nazionale (Enalotto ed altri) prevede, invece, che una quota pari all'1,82 per cento della raccolta sia destinata ad interventi di comunicazione e di informazione. Per l'anno 2013 sono stati investiti circa 22 milioni di euro comprensivi dell'importo di euro 747.181, relativa alla quota del 3 per cento da destinare al finanziamento della carta acquisti. L'importo delle spese publi-promozionali sostenute per le lotterie istantanee è stato destinato per il 22 per cento circa a campagne pubblicitarie televisive e per il 3,7 per cento circa in attività promozionali su stampa periodica, Internet e affissioni. Il rimanente 74,3 per cento ad altre attività promozionali quali sponsorizzazioni, eventi culturali, sportivi eccetera. L'importo delle spese publi-promozionali sostenute per il lotto è stato destinato per il 45 per cento circa a campagne pubblicitarie televisive mentre il 5 per cento ha riguardato gli Pag. 44altri media. Il rimanente 50 per cento è stato destinato, fra l'altro, ad enti benefici, eventi culturali e sponsorizzazioni sportive. L'importo delle spese publi-promozionali sostenute per i giochi numerici a totalizzazione nazionale è stato destinato per il 29 per cento circa alla realizzazione e diffusione di campagne di comunicazione attraverso i media e il rimanente 71 per cento a sponsorizzazioni, incentivi ed altre attività promozionali. Il totale, quindi, delle somme impiegate dai concessionari per pubblicità televisiva, radiofonica, stampa ed affissione, per i tre giochi sopraindicati, è stata, quindi, pari a 25 milioni di euro circa su un totale di 72 milioni di euro circa per spese publi-promozionali. Per quanto riguarda la destinazione di quote degli investimenti pubblicitari a favore dell'attuazione di interventi in materia di informazione ed educazione sui fattori di rischio del gioco d'azzardo, si rileva, in primo luogo, che, tra le attività di comunicazione individuate nel piano delle iniziative pubblicitarie e promozionali dei concessionari, sono previste iniziative di diffusione del messaggio di gioco consapevole e responsabile che si avvalgono anche del confronto e della collaborazione con varie associazioni. In particolare, per quanto concerne il gioco responsabile, è prevista un'attività di informazione con specifico riguardo alla protezione delle categorie più vulnerabili, nonché, per la tutela dei minori, interventi su più direttrici compresa, ad esempio, l'avviata collaborazione con il Movimento italiano genitori da parte del concessionario Gtech. Inoltre, vale ricordare il già segnalato obbligo convenzionale dei concessionari della rete per la gestione degli apparecchi da divertimento ed intrattenimento, di destinare una quota annuale, non superiore ad 1 milione di euro ciascuno, anche per la promozione di azioni di prevenzione dei rischi connessi al gioco problematico e/o patologico”.

 

GIOCO PATOLOGICO – Secondo il sottosegretario, “è opportuno evidenziare che parte delle somme introitate dai concessionari sono già utilizzate per interventi in materia di informazione ed educazione sui fattori di rischio del gioco d'azzardo o al sostegno delle famiglie dei soggetti affetti da gioco d'azzardo patologico. Per quel che riguarda e concerne il gioco patologico, nel sottolineare che dai dati ufficiali non emerge ancora la stima precisa della dimensione del fenomeno e che i soggetti in trattamento per gioco patologico, secondo la relazione annuale del Dipartimento antidroga, sono pari allo 0,01 per cento della popolazione, la maggior parte degli operatori ha già effettuato, come precedentemente sottolineato, interventi in tale ambito. Questo è lo stato delle cose ad oggi, ma, e intendo sottolinearlo, in particolare rivolgendomi all'onorevole interpellante, nell'ambito dell'aggiornata cornice normativa che deriverà dall'attuazione dell'articolo 14 della legge 11 marzo 2014, n. 23, concernente la delega al Governo per il riordino delle disposizioni vigenti in materia di giochi pubblici, che intendiamo affrontare a breve, e comunque ben prima della scadenza assegnata dalla delega, il Governo è disponibile ed interessato a riconsiderare il tema in argomento, anche nell'ottica di un maggior contrasto agli effetti negativi che creano dipendenze”.

 

LA RISPOSTA DELLA BINETTI - La deputata Paola Binetti (Pli) commenta così la risposta del sottosegretario: “Direi che la soddisfazione è articolata in vari punti. Mi è sembrato che, da un certo punto di vista, il sottosegretario Baretta abbia, in realtà, confermato quei dati, che peraltro sono dati di norma, dati di legge; quindi, né potevo averli inventati io, né potevano essere manipolati da qualunque tipo di informazione successiva. L'investimento che si fa in pubblicità nei giochi, pubblicità diretta e pubblicità indiretta, attraverso le sponsorizzazioni, è veramente molto molto alto, e, in qualche modo, quello che stupisce è proprio la cornice normativa che tutto questo ha. In un certo senso, potremmo dire che gli stessi concessionari non hanno la possibilità di sganciarsi da questo. Quello che loro potrebbero fare è qualificare diversamente la loro informazione, ma non vi è dubbio che l'informazione che loro fanno è un'informazione al giocare. Ritengo di essere intellettualmente onesta in questa cosa e le cito, per esempio, quello che attualmente si trova a molte fermate degli autobus (la mia esperienza è prevalentemente romana): giochi aperti ventiquattro ore su ventiquattro. Freccia: «A 100 metri da qui, giochi aperti ventiquattro ore su ventiquattro». Anche quello, un investimento in pubblicità, in informazione. Peccato che il tipo di pubblicità ed informazione che ne deriva è «vieni a giocare», neanche fosse un pronto soccorso oppure, che so io, una farmacia aperta ventiquattro ore su ventiquattro. Altra cosa che mi interessa sottolineare è che meno male che una quota parte di tutto questo va a finanziare la social card, o come la vogliamo chiamare; meno male che va a finanziare le famiglie meno abbienti. Oggi è la giornata della salute mentale, la giornata dedicata a ricordare gli aspetti della salute mentale, e proprio ieri vi è stato un grande convegno, peraltro un convegno in una cornice del tutto, chiamiamola così, sorprendente, perlomeno per chi vive a Roma, perché è stato un convegno realizzato dentro la basilica di San Giovanni in Laterano, nell'abside. Un convegno sulla salute mentale dove, nel tema delle dipendenze, è venuto fuori ampiamente come questo fenomeno non sia, come qualcuno si ostina a dire, lo 0,001. Non è così ! Questa è una menzogna ! Quanto sia, non lo sa nessuno, questo è totalmente vero. Vi è una ricerca del Cnr che parla di quasi un milione di giocatori dipendenti, di giocatori a rischio; vi è un'altra ricerca che parla di circa due milioni di persone; vi è una ricerca che parla, invece, di 250 mila persone. Questi sì che sono veramente numeri che è difficile quantificare, perché non ci dimentichiamo che, molte volte, il giocatore affetto da gambling, che va, che accede ad un servizio di dipendenza, lo fa in base ad un malessere complessivo, a un disagio, che, probabilmente, investe l'incapacità a dormire, l'incapacità di far fronte al lavoro, la stanchezza, sintomi concomitanti di depressione, ansia perché ci si è caricati di Pag. 47debiti a cui non si riesce a far fronte. Difficile che il monosintomo ‘dipendenza da gioco d'azzardo’ appaia come la testa dell’iceberg. Appare come un contorno sintomatologico nel quale il disagio mentale dà l'idea di una persona che fatica ad affrontare la propria vita quotidiana. Però io le vorrei ricordare, sottosegretario, i dati della Società italiana di pediatria, che non sono certamente i dati che risentono di alcuna manipolazione, risentono di un dato di fatto. La Società italiana di pediatria si interroga sulle nuove dipendenze degli adolescenti e dà degli indicatori che sono molto importanti perché oltre il 36 per cento dei ragazzi dichiara di aver giocato e di giocare con una certa costanza, con una certa regolarità. È il gioco sociale ? È il gioco problematico ? È la dipendenza grave dal gioco ? Non lo sappiamo, perché questo rappresenta un fluire di situazioni in cui l'una evolve nell'altra, ma sono potenzialmente a rischio, tant’è vero che si chiede un servizio per gli adolescenti e per le dipendenze negli adolescenti, concretamente giocato su tanti fronti e non su un fronte solo. Mi sembra buona l'idea che i concessionari dicano che intervengono attraverso l'associazione dei genitori per interventi a favore dei genitori e, probabilmente, anche per misure di sostegno ai genitori e per misure educative. Bene, signori, noi è questo quello che vi chiediamo di mettere a sistema, all'interno, per esempio, del disegno di legge. Noi diciamo che l'aiuto alle famiglie in termini di supporto alla formazione e alla prevenzione e l'aiuto alle famiglie quando il disturbo conclamato ha creato già un disagio grave, vanno messi a sistema. Non è possibile che la pubblicità sia normata in termini quantitativi e percentuali così precisi, e, invece, l'aiuto sia legato alla buona volontà del concessionario. Mi sembra che è come se stessimo utilizzando due pesi e due misure. Sa quando si dice che ho il braccio lungo per prendere, e il braccio corto per dare, ho un braccio lungo per prendere, con il quale mi sono tutelato, cautelato e coperto, e un braccio stretto per dare, il quale, in fondo, va bene a seconda di come io mi sento, come il lo vedo, come io lo valuto. Non va bene questo. La cosa migliore della risposta del sottosegretario Baretta sta tutta in quella frase: siamo disposti a ripensarlo, siamo Pag. 48disposti a rivederlo. Io sono molto felice che a questo tavolo ci sia il sottosegretario per la salute e il sottosegretario per l'economia e le finanze, perché è lì che il nostro dialogo non funziona. Paradossalmente, nella Commissione è stato più facile mettere d'accordo tutto l'arco costituzionale, è stato più facile giungere al modello unitario, che non tra le due realtà diverse, la realtà della salute e la realtà dell'economia. Lei citava prima, sottosegretario, dei dati dell'osservatorio. Ma l'osservatorio che registra il disagio della salute può essere allocato presso Palazzo Chigi, piuttosto che il Ministero dell'economia delle finanze, piuttosto che l'Agenzia dei monopoli ? Ma non è più giusto che sia sistemato presso il Ministero per la salute ? Il problema nostro è un problema vero, non è in questa fase il problema dell'illegalità, perché ben altri strumenti avete voi per tenere sotto controllo l'illegalità, ben altri strumenti avete voi sotto controllo per colpire quella che è la criminalità organizzata. Noi, nel nostro piccolo, abbiamo a cuore i malati, ci interessiamo dei malati e ci interessa che l'organismo che si preoccupa sia presso il Ministero per la salute, perché ci sembra che ci sia una maggiore coerenza tra la diagnosi, la terapia, l'intervento di riabilitazione, è quello che noi chiediamo. Però creda, noi soffriamo da mesi questa difficoltà del dialogo tra il Ministero dell'economia e delle finanze e il Ministero della salute, noi ci sentiamo in questo Parlamento (che, lo abbiamo detto tante volte, molto spesso è consegnato a una logica della decretazione d'urgenza, comunque a una logica che fa del Governo il vero supporter dei modelli dei disegni di legge) veramente come stritolati in una logica in cui non riusciamo a far passare quello che sembra un obiettivo elementare. Lei ricorderà quello che accadde pochi anni fa rispetto al fumo. Il Ministro Sirchia, allora Ministro della salute, fece una legge che aveva degli obiettivi precisi e concreti e non pretendeva di normare l'intero universo del tabacco (tutti i lavoratori dell'Alta Valle Tiberina, tutte quelle che potevano essere le fonti di guadagno dei tabaccai e via dicendo). Non lo pretendeva. Pretendeva di acquisire un dato: il malato, il soggetto che fuma, che fuma molto, è altamente esposto a contrarre broncopatie di tipo cronico o un bel tumore polmonare. Noi vogliamo tutelare quei malati, disse Sirchia, e pose tutta una serie di condizioni e limitazioni. E poi ci fu un'altra norma. Noi chiediamo in questo momento di cavalcare il tema della salute, di cavalcarlo come un bene di questo Paese, soprattutto perché questo tema della salute corre il rischio di fare leva sulle fragilità, non su quella che è la libertà. Perché il giocatore più maturo, più sicuro di sé, gioca una volta, punto e via. Ma è proprio quel giocatore che investe nella propria vita l'ipotesi magica della vittoria risolutiva, che è la persona più fragile, perché vive con un pensiero immaginario e non con un pensiero di realtà. Ultima cosa che dico, pochi giorni fa una piccola agenzia, di cui spero poi il sottosegretario potrà darmi ragione quanto è vera, perché non è che io creda a tutto quello che c’è scritto sui giornali, sia ben chiaro. L'agenzia diceva: c’è ancora tempo per dare vita a decreti attuativi della delega fiscale, ha dichiararlo è Pier Paolo Baretta, sottosegretario all'economia con delega ai giochi, che ha proseguito: non siamo in ritardo, è ancora presto, il termine fissato è marzo 2015, siamo a settembre, non avendo dato una scadenza, non vedo problemi, sul settore del gioco mi devo fare un'opinione generale. Mi sembra che lei se la sia fatta, quindi io prego che lei intervenga quanto prima”.

 

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