Confindustria: 'Divieto assoluto pubblicità, misura eccessiva'
I rappresentanti di Confindustria in audizione alla Camera parlano anche di gioco e divieto di pubblicità, la posizione della Cgil e della Cisl.
Audizione dei rappresentanti di Confindustria da parte delle commissioni riunite Finanze e Lavoro della Camera, nell'ambito del ciclo deciso sul decreto Dignità. E la direttrice, Marcella Panucci, si sofferma anche sulle disposizioni che vietano totalmente la pubblicità del gioco: "Il divieto assoluto della pubblicità ci sembra eccessivo". Quelle prese di mira dal documento "sono attività lecite - sostiene - che se troppo vincolate rischiano di dare spazio a quelle illecite". Secondo Panucci, "si potrebbero immaginare meccanismi differenti, chiarendo meglio gli spot. La pubblicità ha un valore informativo".
Nel documento presentato, Confindustria sottolinea: "Pur consapevoli della delicatezza del tema, evidenziamo come il gioco legale sia un'attività lecita, che può creare dipendenza solo in caso di abuso ed è proprio per scongiurare questo rischio che il quadro regolatorio nazionale conteneva già delle previsione restrittive. Intervenire oggi con un divieto assoluto rischia di: i) limitare in modo sproporzionato l’attività degli operatori del settore gioco; ii) punire il gioco legale non compulsivo, senza risolvere comunque il fenomeno della ludopatia; iii) aumentare il fenomeno del gioco illegale. Peraltro, il divieto assoluto introdotto dal decreto rappresenta un caso isolato in Europa e va oltre gli orientamenti comunitari, che prevedono già una regolamentazione puntuale della materia, circoscrivendo e definendo i divieti per specifici prodotti di gioco o per determinate fasce orarie e/o programmi. Per tali ragioni, occorrerebbe quindi modificare la norma, escludendo il divieto assoluto di pubblicità e prevedendo invece ulteriori strumenti volti a rendere più severa l’attuale disciplina e a qualificare ulteriormente la pubblicità. Infatti, nonostante il quadro regolatorio sia già restrittivo, esistono i margini per interventi che incidano su temi come la durata degli spot, i tempi della loro programmazione, ma anche sugli stessi contenuti. In questo contesto, tra le proposte avanzate dagli operatori del settore, si richiamano quelle volte a evitare il sovraffollamento degli spot dedicati al gioco nei singoli blocchi pubblicitari e a sottoporre ogni campagna di comunicazione alla valutazione preventiva di soggetti od organismi autonomi".
Sarebbe opportuna l’introduzione certa e cogente di limiti e divieti di collocazione di sale gioco vicino a luoghi sensibili, cosa che hanno opportunamente deliberato alcune amministrazioni locali.
Rafforzare il contrasto alla ludopatia presuppone altresì un rafforzamento, in termini di risorse economiche e di personale, dei servizi pubblici che si occupano di dipendenze e che, se sviluppati e radicati territorialmente, possono garantire cura, prevenzione e riabilitazione".
LA POSIZIONE DELLA CISL - All'audizione ha preso parte anche il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, per cui è "pienamente giustificato l’intervento di contrasto alla ludopatia, un fenomeno sociale grave che determina un alto costo in termini economici per molte famiglie italiane" ed è "condivisibile la norma che introduce misure di contrasto alla ludopatia".