Damiani (FI): 'Gioco, ripartire dalla legalità'
Dario Damiani, senatore di Forza Italia, sottolinea come il prolungato lockdown del settore del gioco pubblico rischi di favorire la malavita organizzata.
“Non possiamo non partire dal sostegno di famiglie e imprese. Ma il sostegno a cui pensiamo noi di Forza Italia non è solo quello economico ma è soprattutto accompagnare il tessuto produttivo verso un sentiero virtuoso fatto di competitività nei mercati interni e internazionali”.
A chiederlo, per l'anno appena iniziato, è il senatore di Forza Italia Dario Damiani, alla luce della perdurante emergenza Covid, e del reiterarsi delle misure restrittive che, mese dopo mese, stanno mettendo in ginocchio gran parte delle attività, fra cui ovviamente figurano quelle di gioco, sempre più a rischio default, e sempre più "insidiate" dall'avanzata dell'illegalità.
Come giudica l'operato del Governo Conte 2 nel gestire l'emergenza derivante dal Covid-19, in generale e per quanto riguarda il particolare il settore del gioco?
“Guardi, basta osservare i nostri voti in Aula. Questo Governo passerà alla storia come il peggior governo nel peggior momento della storia repubblicana. Nessun atto di natura governativa potrà essere giudicato con positività. Basta chiedere in giro ai cittadini”.
“No, non sono sufficienti. Il gioco, visto come spazio di relazioni tra persone e come momento di svago dovrebbe ottenere maggiore attenzione sul tema della fiscalità e del controllo da remoto. Oggi esistono diverse piattaforme online, molte delle quali illegali che danneggiano anche quelle perfettamente in linea con la legislazione vigente in Italia e in Europa”.
“Lo dicevo prima. È fondamentale. Viaggiare sul solco della legalità garantisce tanto gli imprenditori quanto gli utenti ed emargina conseguentemente la malavita organizzata”.
“Accessibilità, controllo, fiscalità”.
“È un tema caldo perché urta diverse sensibilità, certamente occorre mettere mano ad una riforma complessiva”.
“In questo momento nessun comparto può essere sovraccaricato da ulteriori oneri. Sarebbe una follia”.