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Ddl gioco patologico: Legnini "Sovrapposizione con Delega, mantenimento delle sole disposizioni socio-sanitarie"

11 luglio 2014 - 07:34

Al via la discussione del Ddl sul gioco patologico anche in Commissione Bilancio della Camera. La Commissione delibera di richiedere al Governo, ai sensi dell’articolo 17, comma 5, della legge n. 196 del 2009, la predisposizione di una relazione tecnica sul testo del provvedimento in esame.

Scritto da Sm

 

Il sottosegretario con Delega al Gioco, Giovanni Legnini, mette in evidenza la connessione tra il testo e la delega fiscale, segnalando di aver già evidenziato, in maniera informale, questo aspetto alla Commissione finanze della Camera: "Le disposizioni del provvedimento in esame, che si sovrappongono alla delega fiscale di cui alla legge n. 23 del 2014, potrebbero essere stralciate, mantenendo solo quelle di carattere socio-sanitario".

In commissione Finanze della Camera il relatore Federico Ginato (Pd) ritiene opportuno valutare se il provvedimento in esame, almeno per quanto riguarda gli articoli 10, 12, 13, 14, 15, 16 e 17, non si sovrapponga con l’altro strumento di intervento legislativo in materia costituito

dall’articolo 14 della legge n. 23 del 2014, i cui termini di esercizio sono ancora in corso, e che intende realizzare una riforma più complessiva del sistema dei giochi pubblici la quale travalica le misure per il contrasto al gioco d’azzardo patologico".

Il presidente Daniele Capezzone richiama il fatto che la Commissione Bilancio ha chiesto al Governo la predisposizione di una relazione tecnica sul provvedimento, ritenendo pertanto opportuno acquisire tale documento prima di procedere all’espressione del parere sul testo unificato.

IL PARERE FAVOREVOLE DELLA COMMISSIONE AMBIENTE - La commissione Ambiente della Camera ha espresso parere favorevole, ma con osservazione, al ddl sul gioco patologico. "All’articolo 15, valuti la Commissione di merito l’opportunità di stabilire che il

regolamento comunale di cui al comma 1 preveda anche distanze minime tra i diversi luoghi per il gioco d’azzardo tali da evitare lo stravolgimento dell’equilibrio commerciale e sociale dei quartieri e quindi da limitare la densità della realizzazione dei medesimi impianti entro bacini di utenza definiti e quantificati".

 

PROPOSTA DI PARERE ALTERNATIVO DEL M5S - La VIII Commissione, “premesso che: il testo in esame riguarda temi apparentemente connessi solo indirettamente all’VIII Commissione; il tema del gioco d’azzardo in realtà è parte integrante della struttura sociale ed economica italiana, visto che dai dati Aams si stima che nel 2013 il raccolto del gioco d’azzardo è stato di circa 83 miliardi di euro tracciati e circa altri 23 stimati dalla Guardia di Finanza, con entrate relative alla tassazione che non sono sensibilmente variate dal 2004 (circa 8 miliardi di euro a fronte dell’aumento del raccolto del 251 per cento). Tali dati confermano la grave azione di depauperamento sociale esercitata dal gioco d’azzardo che non esercita alcuna significativa azione di incremento delle entrate nelle casse statali, sono noti oltretutto i passaggi di denaro a concessionarie estere in particolare per quanto concerne scommesse e gioco online. Il trattamento della ludopatia ha un costo crescente; in definitiva le ingenti somme drenate dal gioco d’azzardo tendono a ridurre le capacità di investimento pubbliche e private nel nostro Stato, sottraendo risorse anche per gli urgenti investimenti pubblici e privati in ambito ambientale che porterebbero ad una significativa crescita della sostenibilità ambientale e dell’occupazione, invertendo anche gli aspetti depressivi sociali ed economici che stanno contribuendo al dilagare del gioco d’azzardo; il provvedimento in esame, all’articolo 10, comma 4, prescrive l’utilizzo della tessera sanitaria a fini di tracciabilità del gioco d’azzardo; questa iniziativa, seppur lodevole, non inciderà sui circa 7.000 punti scommesse italiani (circa uno per comune) non autorizzati né dai monopoli né dalla polizia giudiziaria (dati Guardia di Finanza), dove è possibile scommettere per chiunque, indipendentemente da età ed eventuali conflitti di interesse (combine sportive ecc.); appare opportuno che detta criticità, già evidenziata in numerosi atti di sindacato ispettivo fra cui l’interrogazione Zolezzi numero 4/03214., sia oggetto di approfondimento nel prosieguo dell’esame della proposta di legge; all’articolo 12 si evidenzia la necessità di bloccare la pubblicità del gioco d’azzardo. La tutela estetica delle città e dei centri storici in particolare dovrebbe passare anche dalla rimozione di cartellonistica pubblicitaria relativa al gioco d’azzardo per l’intrinseco disvalore apportato al contesto e per l’incitamento al gioco d’azzardo, questo dovrebbe valere anche per i punti gioco esistenti, potrebbe essere proposto l’incremento della tassa di concessione degli spazi pubblicitari/insegne; in merito ad eventuali nuovi punti gioco, andrebbe studiata una opportuna distanza da un punto gioco/scommesse ad un altro, oltre a quanto previsto dall’articolo 15 in merito all’ubicazione dei punti gioco/scommesse in relazione a luoghi socialmente sensibili; In merito alla pubblicità andrebbe stigmatizzata anche la pubblicità indiretta realizzata a livello televisivo mainstream (vedi trasmissioni che incitano a sorteggi in prima serata sulle reti di Stato), che potrebbero essere sostituite da trasmissioni di approfondimento ambientale”.

COMMISSIONE LAVORO - La Commissione Lavoro ha espresso parere favorevole, ma con osservazioni, al testo di legge: “al fine di prevenire le problematiche di carattere economico-finanziario connesse alla dipendenza da gioco d’azzardo patologico, valuti la Commissione di merito l’opportunità di modificare l’articolo 7, comma 2, lettera d), al fine di includere, tra i soggetti destinatari di corsi di formazione sui rischi collegati al gioco d’azzardo, anche i dipendenti delle istituzioni finanziarie e creditizie”.

 

COMMISSIONE ATTIVITA’ PRODUTTIVE - Il testo è arrivato anche in Commissione Attività produttive. Lorenzo Basso (Pd) sottolinea: ““La legge non può obbligare gli esercizi commerciali ad adeguare i locali a norme successivamente approvate. Pertanto, i locali esistenti che non hanno le caratteristiche richieste dal testo in esame non possono mantenere le macchine da gioco. Sarebbe opportuno prevedere meccanismi incentivanti la dismissione di questa attività. Le sale giochi aperte negli ultimi anni nelle città hanno distrutto il tessuto commerciale e produttivo di molti centri storici. Nel prossimo futuro è prevedibile la chiusura di molte sale per effetto delle nuove disposizioni in esame e anche in relazione al fatto che il gioco d’azzardo è ormai effettuato online. Si dovrà recuperare e restituire alle comunità il tessuto produttivo devastato dall’incontrollata diffusione delle sale giochi”.

Secondo Davide Crippa (M5S) “la normativa in esame richiama per molti aspetti quella relativa al divieto di fumo che ha imposto agli esercizi commerciali di avere locali idonei per fumatori, in caso contrario il divieto vale senza eccezione alcuna. In questo caso, a fronte di un cambiamento della normativa anche il fornitore deve essere responsabile e non pretendere penali in caso di rescissione del contratto”. Per Basso (Pd) “dal punto di vista normativo, non è possibile applicare il modello della cosiddetta legge Sirchia al provvedimento in esame. Nel caso dei fumatori l’infrazione del divieto è infatti responsabilità del singolo, mentre la presenza della macchina da gioco in una situazione non più consentita è responsabilità del gestore dell’attività. Montroni (Pd), ribadisce “l’esigenza di porre un’attenzione particolare per le attività che non riescono ad adeguarsi alle nuove norme per vincoli strutturali”.

 

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