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Gaming disorder, Consiglio Toscana: 'Sì a percorsi dedicati nei Serd'

23 ottobre 2019 - 14:11

Il consiglio regionale della Toscana approva mozione sul gaming disorder di Maurizio Marchetti (Fi), sì a percorsi dedicati ai pazienti con dipendenza digitale nei Serd.

Scritto da Redazione

La Regione Toscana dovrà "avviare sin da subito, all’interno dei Servizi per le dipendenze che già si occupano di ludopatie, la pianificazione e l’attivazione di percorsi dedicati ai cittadini affetti da gaming disorder, rivolgendo nella definizione dei team specialistici di assistenza e cura particolare attenzione all’utenza minorenne": ad impegnarla in questo senso è in Consiglio regionale toscano che ha appena approvato la mozione del capogruppo di Forza ItaliaMaurizio Marchetti che ha integrato degli emendamenti del Pd.

 

La tutela dalle nuove dipendenze in particolare dei ragazzi e dei cittadini minorenni è un pallino storico di Marchetti che, all’indomani del riconoscimento del gaming disorder come patologia da parte dell’Organizzazione mondiale della sanità, nell’estate scorsa, si è subito dato da fare con la sua mozione, giunta oggi, 23 ottobre, al vaglio dell’Aula che l’ha approvata all’unanimità: "La decisione Oms diverrà vigente nel gennaio 2022 – spiega Marchetti – ma intanto i nostri ragazzi sempre più di frequente si riducono in stato di progressivo isolamento sociale per rimanere attaccati a consolle, pc, smartphone e tablet. Non aspettiamo. La rete regionale di Serd già comprende percorsi dedicati alle ludopatie, ebbene io dico: iniziamo ad innestare su quel ramo anche un canale per questa specifica patologia, e che sia in particolare pensato per i ragazzi e per le loro famiglie. La dipendenza di uno, è codipendenza dell’intero nucleo familiare. Crea una disfunzione condivisa. Va fornito un supporto adeguato contro questo fenomeno".
 
Nell’atto Marchetti espone i dati dell’ultimo studio realizzato dall’Associazione editori sviluppatori videogiochi italiani (Aesvi) attraverso un sondaggio condotto su campione di utenti internet di età compresa tra 6 e 64 anni e relativo alla platea di videogiocatori, in tutto 16,3 milioni in Italia nel 2018, ovvero il 37 percento della popolazione. Tra questi, scrive Marchetti, "si rileva massiccia presenza giovanile con: a) il 10 percento di videogiocatori in età 6-10 anni (5 percento maschi e 5 percento femmine il 25 percento dei quali utilizza smartphone, il 21 percento il pc); b) il 9 percento in età 11-14 anni (5 percento maschi e 4 percento femmine con incidenza nell’impiego di smartphone che sale al 56 percento, e del pc al 40 percento); c) il 24 percento in età 15-24 anni (13 percento maschi e 11 percento femmine con netta prevalenza dell’utilizzo dello smartphone, col 48 percento, rispetto al 30 percento del pc)".
 
Poi ci sono i dati toscani dei report zonali 2018 raccolti ed elaborati dal Centro Regionale di documentazione per l’infanzia e l’adolescenza secondo i quali, richiama la mozione Marchetti, "il 26,8 percento dei ragazzi tra 11 e 17 anni non ritiene di avere un buon livello di socialità e solo il 18,3 percento di loro frequenta associazioni o gruppi, mentre il 5,2 percento dichiara di commettere atti di violenza e bullismo a scuola, il che definisce una potenziale platea di minori maggiormente esposti a tendenziale isolamento e disordini del comportamento individuale/relazionale".
 
E allora avanti: "Il gioco d’azzardo patologico – ricorda l’atto del capogruppo di Forza Italia – è già inserito nei Livelli essenziali d’assistenza (Lea), ma la griglia ministeriale non inibisce l’erogazione, da parte delle singole Regioni, di servizi ulteriori rispetto a quelli individuati come essenziali e la Regione Toscana già oggi conta su una rete territoriale di Servizi per le dipendenze (Serd) dedicati alla presa in carico anche di persone con problemi di gioco d’azzardo patologico". Per Marchetti la priorità è "iniziare fin d’ora ad implementare l’attività dei Ser.D. con percorsi dedicati a cittadini affetti da gaming disorder, rivolgendo particolare attenzione all’utenza minorenne".
 

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