Piemonte, i candidati: 'Legge gioco, prossima Giunta apra tavolo di crisi'
I candidati alle elezioni regionali del Piemonte, con alcuni distinguo, chiedonoalla prossima Giunta tavolo di crisi per tutelare i lavoratori colpiti dalla legge sul gioco.
Manca poco più di una settimana al 20 maggio, data in cui le sale da gioco, le agenzie di scommesse e le sale bingo del Piemonte in cui sono installati apparecchi d'intrattenimento con vincita in denaro dovranno eliminarli se non sono riuscite a adeguarsi alla legge regionale 9/2016, che li vieta nelle vicinanze dei cosiddetti "luoghi sensibili".
Una "misura" che rischia di provocare l'espulsione quasi totale del gioco dalla regione, con la perdita di circa 6mila posti di lavoro nel comparto, al centro di uno speciale pubblicato sul numero di maggio della rivista Gioco News (consultabile online a questo link).
Una questione simbolo per tutto il settore, su cui esprimono il proprio punto di vista anche alcuni consiglieri regionali uscenti del Piemonte, candidati per elezioni del 26 maggio, che sono spesso intervenuti sul tema.
A cominciare da Andrea Tronzano di Forza Italia, che ha chiesto più volte di rivedere legge sul gioco, bloccandone la retroattività, anche con un emendamento (bocciato) al decreto Omnibus alla fine del 2018. "Certamente la legge regionale è stata approvata all'unanimità e il Consiglio va rispettato. Detto questo non sempre una norma riesce bene al primo colpo. Questo è il caso e quindi va modificata. Nessuno mette in discussione la tutela della salute, la prevenzione e il contrasto alla ludopatia: questi rimangono punti fermi.
Occorre però evitare che imprenditori che agiscono nella piena legalità da 15 anni vengano espulsi ingiustamente dal circuito economico: tutelare gli investimenti e l'occupazione derivanti dal gioco legale è una priorità. Noi siamo liberali e la libertà di intrapresa insieme al rispetto del principio della irretroattività della legge sono elementi intangibili. Nella sostanza, le attività esistenti continuino la loro attività legale.
La prossima Giunta dovrebbe tutelare due interessi: la salute e la libertà di impresa. Prevenire e curare prima di tutto. Poi eliminare il distanziometro e lasciare opere tutte le vecchie attività. Mettere dei paletti per gli eventuali nuovi ingressi.
La prima cosa che io farei e sospendere la legge fino a nuova normativa nazionale, cosi come hanno fatto moltissime altre regioni di ogni colore politico. Le ideologie e il proibizionismo non servono. Serve realismo".
Dall'altro versante del Consiglio, ecco il commento di Marco Grimaldi, esponente di Liberi e uguali. "Partirei da un punto: la legge sta funzionando. Dal 2005 a oggi era aumentato esponenzialmente il numero di giocatori patologici, con una chiara correlazione con la maggiore diffusione di occasioni di gioco legalizzate.
Sebbene le allarmanti previsioni di un drastico calo occupazionale, della chiusura di centinaia di bar, tabaccherie ed esercenti non si siano rivelate fondate, non sottovalutiamo la necessità di aprire un tavolo di crisi presso la Regione con i lavoratori colpiti dal provvedimento, indipendentemente dal loro numero.
Come ho detto, occorre fare ancora di più e con maggiore coinvolgimento e coordinazione fra gli enti locali, soprattutto sulla formazione e la prevenzione capillare, a partire dalle scuole.
Per tutte queste ragioni, non credo che si tratti di modificare la legge, ma di rafforzare il ruolo degli enti locali e le linee di indirizzo per il contrasto alla ludopatia".