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Piemonte: M5S 'Cambiare legge sul gioco', ma per la Lega il testo non si tocca

14 gennaio 2022 - 09:20

Al Consiglio Piemonte ancora scontri sulla legge sul gioco dopo i chiarimenti di Adm sul ritorno delle slot nei bar, intanto in commissione si attende la ripresa dell'iter del Ddl presentato dalla Giunta a fine 2021.

Scritto da Fm

In Piemonte, si fa sempre più infuocato il dibattito politico legato alla legge sul gioco approvata solo qualche mese fa. Con un copione in parte già visto.
Ancora una volta, come già accaduto a giugno - quando presentò 800mila emendamenti per bloccare la discussione del testo, poi decaduti in virtù dell'applicazione del cosiddetto "canguro" - l'opposizione torna alla carica, chiedendo di cambiare la normativa, alla luce della decisione dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli di considerare il Ries come un titolo abilitativo per gli esercenti che installano Awp, aprendo di fatto la strada alla possibilità di reinstallare gli apparecchi negli esercizi generalisti gestiti dagli iscritti a tale elenco prima dell'entrata in vigore della legge del 2016. Possibilità probabilmente preclusa, visto che il termine per richiedere la reinstallazione degli apparecchi dismessi per effetto della previgente legge 9/2016 è scaduto il 31 dicembre 2021 e che la norma non prevede ulteriori proroghe.

Dopo gli strali lanciati dai consiglieri regionali Domenico Rossi e Diego Sarno (Partito democratico) e da Marco Grimaldi (Liberi uguali verdi) arrivano quelli del Movimento 5 stelle, con una nota congiunta firmata da Sean Sacco, Sarah Disabato, Ivano Martinetti: "È ormai evidente la necessità di modificare nuovamente la legge regionale sul gioco d'azzardo alla luce dell'interpretazione data dall'Agenzia dogane e monopoli che permetterebbe l'installazione delle slot nei bar del Piemonte. È l'ennesima dimostrazione di come questa nuova legge, voluta dal centrodestra contro il parere di associazioni e amministratori locali, produca non solo gravi danni al tessuto sociale con il via libera al far west delle macchinette, ma determini anche dubbi interpretativi non di poco conto. Arrivati a questo punto pensiamo sia quantomeno opportuno mettere mano nuovamente alla legge, in modo da escludere le slot almeno nei bar del Piemonte. Questo non basterà di certo ad arginare gli effetti devastanti della legge voluta dal centrodestra che ha smantellato la precedente normativa del 2016 (approvata con importanti proposte del Movimento 5 Stelle), ma almeno contribuirà a fare chiarezza ed evitare al rientro del gioco d'azzardo nei bar della nostra regione".

La "richiesta" avanzata dai pentastellati incontra però la ferma opposizione di Andrea Cerutti (Lega Salvini Piemonte).
“Non possiamo che accogliere con favore la circolare inviata dall’Agenzia delle dogane e dei monopoli sul gioco lecito in Piemonte. Al netto degli approfondimenti normativi imposti da una interpretazione così dirimente, come forza di maggioranza in consiglio regionale vogliamo comunque ribadire con ancora maggiore convinzione che la legge 19 sul contrasto al gioco d’azzardo patologico non si tocca. Una buona norma che tutela un settore assolutamente legale e strettamente controllato dallo Stato, garantendo al contempo nuovi è più efficaci strumenti nella lotta alla ludopatia", sottolinea il vice capogruppo della Lega Salvini Piemonte.
"Piuttosto chi, come il capogruppo di Luv Marco Grimaldi continua ad alimentare la narrazione di un ‘Far West dell’azzardo’ ignora o finge di ignorare la realtà. A sei mesi dall’approvazione della legge 19, infatti, è sufficiente aprire gli occhi su quanto accade nelle città e nei paesi del nostro Piemonte: nessuna moltiplicazione incontrollata di apparecchi legali, nessun casinò di quartiere, nessuna Las Vegas senza regole. E oltre a descrivere un Piemonte che non esiste, sarebbe anche solo sufficiente leggere il testo di una norma che evidentemente si contesta solo per ragioni ideologiche. I termini per reinstallare le slot e le vlt, messe al bando dal distanziometro e dall’abominio giuridico della retroattività della legge sul gioco voluta nel 2016 del centrosinistra, sono scaduti il 31 dicembre 2021. Rien ne va plus, verrebbe da dire. Almeno di non voler barare al tavolo dell’onestà intellettuale, come fanno Grimaldi e compagni".

Oltre le polemiche, sullo sfondo c'è il ritocco proposto dalla stessa Giunta, con un disegno di legge da essa approvato ai primi di dicembre 2021 - assegnato per l'esame congiunto in sede referente alla III commissione permanente, alla IV commissione permanente e alla Commissione permanente per la promozione della cultura della legalità e contrasto ai fenomeni mafiosi - a seguito di numerose richieste di chiarimento pervenute dai Comuni e dagli operatori privati sulla legge regionale 19/2021.
 
Secondo quanto si legge nella relazione allegata al Ddl, tali modifiche "sono di natura esclusivamente tecnica e intendono rispondere a richieste interpretative, al fine di supportare i Comuni nella corretta applicazione della normativa. Tra le modifiche si segnalano quelle sulla formazione per la prevenzione della dipendenza da gioco d’azzardo patologico, che contengono l'utilizzo di definizioni univoche rispetto all’equipollenza tra la formazione erogata dalle cosiddette scuole superiori e quella erogata dal sistema regionale di Istruzione e formazione professionale (Iefp) che, ai sensi della normativa vigente, rappresenta una delle modalità per l’assolvimento dell’obbligo di istruzione e del diritto-dovere all’istruzione e alla formazione". Inoltre, con il nuovo testo si introduce "la possibilità della disciplina della formazione finalizzata alla prevenzione della dipendenza da gioco d'azzardo patologico con delibera di Giunta regionale, senza attendere l’approvazione del Piano integrato per il contrasto, la prevenzione e la riduzione del rischio del gioco d’azzardo patologico di cui all’art. 6 della l.r. 19/21, al fine di consentire agli operatori del settore di poter frequentare, in tempi ragionevoli, i corsi di formazione, che rappresentano la condizione per il mantenimento o l’apertura delle attività di gioco".
Altro tema è "la verifica dell’identità del minore, anche con l’esibizione del documento di identità, in attesa che tutti gli apparecchi per il gioco siano dotati dell’idoneo lettore del codice fiscale o della tessera sanitaria".
Infine, "le disposizioni di modifica di cui all’art. 1, commi 1 e 3 e artt. 4, 5 e 6 sono proposte al fine di rispettare l’impegno istituzionale del presidente della Giunta con il Governo a seguito dell’accoglimento dei rilievi presentati dai ministeri del Lavoro, dell’Interno e dell’Istruzione, per evitare una possibile impugnativa legata al contrasto con le norme costituzionali concernenti il riparto delle competenze legislative" ed evitare invasioni della sfera di competenza statale in materia di “ordine pubblico e sicurezza'”. 

Tali rilievi erano stati oggetto anche della legge di riordino dell’ordinamento regionale approvata dal Consiglio del Piemonte ai primi di ottobre, con il sì all'emendamento a firma di Paolo Ruzzola di Forza Italia per stabilire gli orari di interruzione per gli esercizi definiti come punti gioco (di cui all'articolo 3, comma 1, lettera e) in “dodici ore e trenta minuti al giorno, di cui dieci ore e trenta minuti consecutive nella fascia notturna dalle ore 23.00 alle ore 9.30 e due ore nella fascia diurna di uscita dalle scuole, dalle ore 12.30 alle ore 14.30”.
 

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