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Rizzotti: 'Sistema concessorio su gioco, modello valido'

26 maggio 2018 - 08:58

La senatrice di Fibp Maria Rizzotti auspica la massima attenzione, nella nuova legislatura, in materia di gioco, e ritiene urgente intervenire sulla tutela dei giovani.

Scritto da Anna Maria Rengo

 

Una nuova stagione di governo per il gioco, che tragga però spunto dai “frutti” passati. Questo l'auspicio di Maria Rizzotti, senatrice di Forza Italia Berlusconi Presidente, che analizza gli scenari partendo dall'intesa sul riordino dell'offerta che era stata raggiunta in Conferenza unificata a settembre dello scorso anno, e che prevedeva il dimezzamento dei punti di gioco, da completare attraverso un decreto attuativo che non è stato emanato.
“Con l'intesa raggiunta dalla Conferenza unificata lo scorso 7 settembre e con la circolare emanata dal ministero dell'Interno nelle scorse settimane giorni scorsi direi che sono stati raggiunti dei buoni punti di indirizzo: quello di contrastare la criminalità organizzata, quello di salvaguardare la salute dei cittadini dalla ludopatia e quella che interessa lo Stato dal punto di vista del gettito fiscale.
Occorre però maggiore sinergia tra lo Stato, le Regioni e gli Enti Locali per attuare concretamente questo percorso al fine di monitorare e gestire il gioco pubblico sul territorio e rispetto alla popolazione e agli operatori economici coinvolti. Mi auguro possano esserci quanto prima ricadute positive sul piano sociale e su quello della salute, innovando positivamente il modello di gestione pubblica avviato nei primi anni Duemila”.

Quanto è importante tutelare il giocatore e attraverso quali strumenti lo si può fare?

“Ritengo che la questione non sia liberalismo o proibizionismo, credo piuttosto che il gioco debba essere una condizione normale nella vita delle persone; ma servono contemporaneamente regolamentazione, controllo e prevenzione contro la dipendenza patologica che in questi ultimi anni la legalizzazione dell’offerta ha permesso di percepire in maniera rilevante. Affrontare la dipendenza vuol dire andare alla radice sociale, psicologica, direi medica del fenomeno. Rendere meno agevole il gioco fisico con le Vlt e le Awp non risolve il problema, ma lo sposta nel tempo e nello spazio: è altamente probabile che il giocatore in condizioni più o meno forti di dipendenza, se non trova più facilità di accesso alle Vlt o alle Awp, si rivolga ad altre, più agevoli, forme di gioco, non modificando il suo approccio patologico. Ciò che in ogni caso è urgente, è tutelare i giovani ed educarli al fine di ricercare forme di intrattenimento comunque equilibrate”.

Quali sono gli interventi invece che vanno studiati per promuovere la legalità nel gioco e combattere quello illegale?

“Le misure adottate dal Governo uscente, pur volendo rappresentare un intervento volto a una regolamentazione del gioco attenta anche alla tutela della salute, non sembrano aver tenuto conto della complessità della situazione.
Rischiano di tradursi in un ulteriore intervento estemporaneo, non risolutivo se non controproducente, il cui effetto nel breve periodo potrebbe essere solo quello di penalizzare certe forme di offerta a danno di altre considerando che non si è tenuto conto della necessità di un approccio complessivo al fenomeno e, in particolare, dell’evoluzione che sta avendo il settore del gioco verso l’online (più facilmente gestibile in maniera illegale).
Credo che più che la riduzione del numero delle Awp, potrebbe essere efficace la proposta di ridurre progressivamente i 'punti gioco' concentrandoli attraverso la qualificazione degli spazi e degli operatori che li gestiscono anche grazie ad evoluzioni dei modelli di affidamento concessorio. In questo contesto, anche in continuità con il lavoro conclusosi con l’Intesta Stato-Autonomie, potranno essere valutate le modalità di controllo di accesso ai luoghi di gioco, piuttosto che di loro distanziamento fisico o temporale da altri luoghi”.

I concessionari di gioco di Stato hanno pagato per avere il diritto di offrire gioco in Italia: a suo modo di vedere i loro interessi sono sufficientemente tutelati?

“Il modello istituzionale italiano basato sulla severa selezione di concessionari privati che svolgono funzioni pubbliche ha dimostrato nel tempo la sua validità, sia economica (anche per l’erario) che organizzativa la garanzia del pieno inquadramento e soddisfacimento dei requisiti regolamentari è la sfida quotidiana sia per il legislatore che per le amministrazioni coinvolte e per gli operatori stessi. Solo alzando il livello di questa sfida è possibile contrastare al massimo la presenza della malavita anche nel gioco legale”.

Forza Italia, in primis il presidente Berlusconi, ha sempre avuto un atteggiamento possibilista nei confronti dell'apertura di nuovi casinò in Italia, a cominciare da quello di Taormina. Che cosa ne pensa in proposito?

“Forza Italia ha sempre sostenuto che la salute pubblica e la lotta alle dipendenze fossero temi cardini su cui costruire buone politiche a favore degli italiani; tuttavia non si può impedire di considerare il gioco legale, sia sul territorio che a distanza, come una forma di intrattenimento legittima, che non solo produce entrate per l’erario, ma crea ricchezza e posti di lavoro. Non a caso il presidente Berlusconi ha sostenuto e ritiene importante la riapertura del casinò di Taormina, una possibile leva per il rilancio del turismo in Sicilia in coerenza con il più generale percorso di concentrazione dei luoghi di gioco che ricordavamo”.

Lei ha presentato una proposta di legge per promuovere la riabilitazione attraverso i cavalli. Come mai la ritiene utile?

“L'ippoterapia è un complesso di attività di riabilitazione valida per casi di deficit sia motori che psichici. La riabilitazione equestre è indicata nel trattamento di numerose patologie: dalle paralisi cerebrali infantili a quelle centrali o periferiche conseguenti a encefalopatie, poliomielite o ictus, dalle lesioni midollari conseguenti a traumi alla spina bifida, dalla schizofrenia all'autismo, alle psicosi infantili. Affinché questo metodo di cura risulti efficace e la sua somministrazione sia corretta sotto tutti gli aspetti sanitari, tecnici e normativi, l’ippoterapia deve essere esercitata da una equipe integrata da personale specificamente qualificato e tecnicamente preparato. Ecco perché ho presentato il disegno di legge: occorre conferire alla terapia per mezzo del cavallo il giusto riconoscimento di prestazione terapeutica riabilitativa distinguendola dalla semplice attività ludico-ricreativa”.

Il mondo dell'ippica sta attraversando un periodo di profonda crisi. In che modo a suo avviso andrebbe aiutato il settore a risollevarsi?

“Credo che il prossimo Governo debba indicare una inversione di rotta e revisione della normativa che riguarda il mondo dell'ippica.
Nella fattispecie ritengo che quanto sostenuto dagli operatori del settore nel senso di una gestione federativa e imprenditoriale della filiera possa essere una buona soluzione, lasciando al livello ministeriale le funzioni di indirizzo e controllo. Mi auguro in questo senso che possa riprendersi quanto delineato nella legge di Stabilità 2015, ossia l'adozione di ogni misura utile di sostegno per i giochi pubblici che abbiano fatto registrare una perdita di raccolta e di gettito erariale non inferiore al 15 percento all'anno, attuandolo concretamente per la filiera dell'ippica e delle scommesse ippiche”.

 

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