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Sapar boccia divieto ticket redemption in Valle d'Aosta: "Duro colpo per le aziende"

24 ottobre 2014 - 09:36

Rivenditori, produttori e importatori di giochi 'ticket redemption' bocciano la proposta della Regione Valle d'Aosta di vietare il gioco ai minorenni. La giunta regionale intende infatti impedire l'utilizzo da parte dei minori di 18 anni delle macchine per il puro intrattenimento pensate per il pubblico dei ragazzi, apparecchi che distribuiscono tagliandi da cumulare per la vincita di premi. 

Scritto da Redazione GiocoNews

 

In rappresentanza delle aziende del settore degli apparecchi si muove l'Associazione Nazionale Sezione Apparecchi per le Pubbliche Attrazioni Ricreative (Sapar), che chiede un incontro con i rappresentanti della giunta per manifestare tutte le perplessità degli operatori della categoria e per trovare una soluzione che non danneggi le imprese in un momento già critico per il comparto del puro intrattenimento. Secondo Paolo Dalla Pria, vicepresidente Sapar'e titolare del Gruppo Dalla Pria, "è assurdo e inconcepibile vietare macchine per il puro intrattenimento come le 'redemption", che non possono essere classificate come azzardo: in tutta Europa, le famiglie giocano con questi apparecchi, che sono studiati per il divertimento. I ticket non sono altro che un modo per fidelizzare i clienti, come una normale raccolta punti".

ELMAC: "ANSIA PER LE AZIENDE" - Anche Tiziano Tredese, titolare dell'azienda Elmac, impresa specializzata nella produzione, commercializzazione e importazione di giochi 'ticket redemption', lancia l'allarme: "La notizia ha creato ansia tra le aziende. Negli Usa, un Paese che è molto più severo dell'Italia in fatto di gioco, queste macchine sono presenti da oltre trent'anni e generazioni di americani giocano senza problemi nei Family Entertainment Center (FEC). Trovo assurdo mettere all'indice questi giochi, per esempio le macchine del basket e dell'hockey, perché premiano e sviluppano le abilità fisiche dei ragazzi".

 

TECNOCPLAY: "CACCIA ALLE STREGHE" - Roberto Renzi, consigliere Sapar e imprenditore di Tecnoplay S.p.a., è d'accordo: "Mi sembra di assistere a un'assurda e iniqua caccia alle streghe. I giocatori delle 'ticket redemption' sono bambini e ragazzi che mettono in primo luogo il divertimento e frequentano le sale giochi proprio per condividere esperienze di divertimento. Questi divieti non porteranno sicuramente ad alcuna diminuzione della predisposizione al gioco d'azzardo, ma contribuiranno a fare diminuire ulteriormente l'offerta di puro intrattenimento. Regole più stringenti sui premi? Se servissero a impedire le limitazioni, sarei favorevole".

FAROGAMES:" STANCHI DI SUBIRE SOPRUSI" - Amara, infine, la riflessione di Roberto Marai, titolare di un'altra azienda storica dell'automatico italiano e dell'amusement, la Farogames di Salò: "Tutto quello che è gioco viene ormai rappresentato come il demonio e sull'onda dell'emotività si pensano provvedimenti che non risolvono in alcun modo il problema della ludopatia. Stanno falcidiando un settore in crisi profonda per via di una regolamentazione che non arriva nonostante le tante promesse. Il mercato del puro intrattenimento versa ormai in condizioni di estrema sofferenza: i ricavi delle sale giochi si sono dimezzati, da tre anni non si apre un nuovo FEC, in più adesso se la prendono con i giochi 'ticket redemption'. Siamo stanchi di subire soprusi, politiche senza equità che non tengono conto della realtà: noi imprenditori siamo penalizzati in maniera abnorme e il diritto di fare impresa non esiste più. Fare imprenditoria in Italia è ormai impossibile, c'è troppa incertezza: sono amareggiato, se potessi me ne andrei e non escludo di farlo".

 

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