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Vieri Ceriani: “Preu, nessun meccanismo premiale per i concessionari”

07 giugno 2012 - 09:00

“Il sistema di regolamentazione degli apparecchi da gioco non prevede alcun tipo di ‘meccanismo premiale’ in favore dei concessionari, né di rimborsi di imposta a favore di questi ultimi; ed infatti, relativamente al regime di P.R.E.U. ‘scaglionato’, vigente fino a tutto il 2011, il pagamento del prelievo prevedeva la richiesta di un versamento anticipato da parte dei concessionari, in ragione della aliquota più alta prevista dalla norma, salvo poi conguagli a fine anno; in altre parole, è stato utilizzato un sistema garantista per l'erario, caratterizzato da un incameramento anticipato di quanto dovuto annualmente dai soggetti concessionari”. Il vicepresidente del Senato Chiti: Tassa sul gioco più equa di quella sulla benzina Sen. Baio (Terzo Polo): 'Sì alle tasse sui giochi, no sulla benzina' Allegrini (Pdl): Commissioni Senato esaminino presto ddl sul gioco

Scritto da Amr

È quanto ha chiarito il sottosegretario all’Economia Vieri Ceriani rispondendo in commissione Finanze della Camera all’interrogazione a risposta immediata presentata dagli onorevoli Francesco Barbato e Ignazio Messina (Idv) su ‘Revisione delle aliquote del prelievo erariale unico sulle giocate degli apparecchi da gioco lecito’.

“Per quanto attiene, altresì, al tema della restituzione dei depositi cauzionali versati dai concessionari a garanzia del raggiungimento dei livelli di servizio previsti in convenzione, si evidenzia che – come specificato da apposita norma contenuta nell'articolo 1-ter149 del , comma 2, del decreto-legge n. 2008, che fra l'altro corrisponde ad esigenze di adeguamento comunitario – i ‘depositi cauzionali’ concretizzano somme del concessionario che Aams ‘custodisce’ a garanzia del raggiungimento dei necessari livelli di servizio, che vengono quindi ad esso proporzionalmente restituite, in ragione dei livelli effettivamente conseguiti nell'anno. Relativamente poi, in particolare, alla disciplina del prelievo erariale sugli apparecchi da divertimento ed intrattenimento, la stessa è stata di recente rideterminata con decreto del Direttore generale di AAMS del 12 ottobre 2011, sulla base di quanto previsto dall'articolo 2, 138, e ribadito comma 3, del decreto-legge 13 agosto 2011, n. 16. dall'articolo 10, comma 9, del decreto-legge 2 marzo 2012, n.

La revisione del sistema di calcolo del P.R.E.U., operata in attuazione del citato articolo 2, comma 3, ha eliminato il sistema cosiddetto ‘a scaglioni’ previsto dal menzionato articolo 30-bis, sostituendolo con aliquote fisse che condurranno, mediante un progressivo aumento negli anni, alla stabilizzazione definitiva della misura del prelievo al 13 per cento della raccolta, nel anno 2015.

Invero, la misura del prelievo erariale unico sugli apparecchi di cui al comma 6, lettera a) dell'articolo 110 del T.U.L.P.S è stata rimodulata, in modo progressivo, al fine di consentire i necessari adeguamenti tecnologici dei suddetti apparecchi. Sulla base della nuova disposizione, quindi, la percentuale di prelievo da corrispondere dal 1o gennaio 2012 è fissata nella misura dell'11,80 per cento sull'ammontare delle somme giocate; per gli anni 2013 e 2014 detta percentuale sale al 12,70 per cento della raccolta ed infine, a decorrere dal 1o Pag. 142gennaio 2015, il prelievo sulla raccolta di gioco è definitivamente fissato nella misura del 13 per cento delle somme giocate.

Da ultimo, va rammentato che gli aumenti del P.R.E.U. stabiliti, in particolare, con il decreto direttoriale da ultimo citato, sono conformi alle disposizioni di legge – segnatamente, al citato articolo 138 del 2011 – che demandano 2, comma 3, del decreto-legge n. all'Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato di emanare disposizioni utili al fine di assicurare – a partire dal 2012 – maggiori entrate in misura di 1.500 milioni di euro annui rivenienti dal settore dei giochi e dei tabacchi (somme peraltro, già comprese nel bilancio di previsione dello Stato per l'anno in corso)”.

LA REPLICA DI MESSINA - Nel ringraziare il sottosegretario, Messina ha tuttavia rilevato come, per l’ennesima volta, la risposta fornita dal Governo eluda il quesito fondamentale posto dall’interrogazione, la quale chiedeva di sapere se saranno riconosciuti rimborsi ai concessionari dei giochi per le somme da questi versati all’erario a titolo di Preu. Messina ha considerato “scandaloso che, nell’attuale, difficilissima fase della finanza pubblica, si riconosca un rimborso di centinaia di milioni di euro ai concessionari per il solo fatto di aver adeguato, in ottemperanza alla normativa in materia, gli apparecchi da gioco alla nuova tecnologia per il collegamento in rete degli stessi apparecchi. Tale rimborso risulta tanto più inopportuno, laddove si consideri che i predetti concessionari realizzano annualmente enormi utili grazie alle concessioni loro attribuite e che è ancora pendente il contenzioso per l’irrogazione di ingenti sanzioni pecuniarie nei confronti di tali soggetti, a fronte delle gravi irregolarità rilevate dalla Corte dei conti nel collegamento in rete dei congegni da gioco. A ciò deve aggiungersi la circostanza che uno dei principali concessionari destinatari dei predetti rimborsi, la società BPlus, appare coinvolta in vicende quantomeno oscure, essendo riconducibile al signor Francesco Corallo, nei cui confronti la magistratura milanese ha emesso un mandato di cattura per associazione a delinquere, e che risulta al momento latitante”. Il deputato ha dunque ritenuto che i cittadini italiani, colpiti dalle pesantissime conseguenze della grave crisi economica, difficilmente potranno comprendere la scelta di impiegare ingenti risorse pubbliche in favore dei concessionari dei giochi e sottolineato, quindi, come il Governo non appaia in grado di far fronte a tale drammatica situazione del Paese, come confermano le preoccupanti dichiarazioni del Presidente del Consiglio, il quale, a fronte di una caduta delle entrate tributarie derivanti dall’IVA di circa 3,5 miliardi di euro, dovuta evidentemente ad una drastica riduzione dei consumi, ha dichiarato che, per far fronte a tali minori entrate, si dovrà procedere ad un ulteriore incremento dell’aliquota IVA, evidentemente senza comprendere che tale inasprimento dell’imposizione indiretta comporterà una nuova, ancora più grave, contrazione dei consumi.

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