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Distante (Vicepres. Sapar): “Decreto Balduzzi, insulto ai lavoratori onesti e rischio per il settore”

29 agosto 2012 - 08:05

“Un decreto come quello di cui si è avuto notizia in questi giorni ce lo saremo potuti attendere per il primo aprile, oppure durante il periodo di carnevale, perché di certo non si presenta come un progetto di legge 'serio' ma, al contrario, sembrerebbe più uno scherzo nei confronti del settore”. A parlare è il vicepresidente di Sapar, Domenico Distante, che commenta a GiocoNews.it il decreto proveniente dal Ministero della Salute, parlando di una sorta di 'scherzo' ma che non fa affatto ridere gli addetti ai lavori. Anzi. “E' impensabile che chi lavora nel settore e si impegna ogni giorno nel rispetto di tutte le regole e gli oneri previsti dalla legge deve ritrovarsi con la stessa Legge che viene cambiata dalla sera alla mattina e in modo assurdo”, aggiunge.   

Scritto da Ac

“Tutti abbiamo a cuore la sicurezza dei giocatori e la tutela dei minori ed è un obiettivo nobile, ma quelli previsti dal decreto in questione non sono certo i modi corretti per affrontare questa esigenza ma, al contrario, rappresentano degli interventi completamente inutili in termini di tutela e con l'effetto ulteriore di compromettere le attività imprenditoriali di chi opera in questo comparto”. La posizione di Distante è piuttosto chiara: “Come si può pensare di vietare l'apertura di una sala slot nelle vicinanze di un luogo cosiddetto 'sensibile' come una chiesa o un ospedale, se poi un giocatore potrebbe tranquillamente andare anche all'interno di uno di questi ambienti e giocare online, attraverso un pc o più facilmente con un altro dispositivo portatile e puntare fino a mille euro su siti di gioco anche legali? Non siamo di fronte a un assurdo?”, domanda il vicepresidente della Sapar. “Senza contare poi, ed è questo l'effetto più preoccupante, che le continue oppressioni normative, specie se assurde come quelle contenute in questo ultimo potenziale decreto, potrebbero scoraggiare un parte degli operatori a continuare ad operare nella legalità con conseguenze decisamente opposte rispetto a quelle che il governo voleva ottenere”. Ma la cosa ancora più assurda, aggiunge, “è ritrovarsi di punto in bianco con leggi e normative che vietano o limitano quello che lo Stato ha regolamentato in modo ben preciso da qualche anno: non si può ignorare che il gioco è un settore economico e produttivo con migliaia di imprenditori che hanno investito in questo business e lo hanno fatto proprio perché sapevano di fare un investimento sicuro su un prodotto legale e garantito dallo Stato. E poi lo stesso Stato, all'improvviso, dice che tale prodotto non può più essere installato in alcuni punti? Tanto più che, stando alle norme previste in questo decreto, sarebbero centinaia o forse migliaia le sale da gioco che non potrebbero più aprire le porte”.

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