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Gioco pubblico, le Regioni al Governo: 'Dalle promesse si passi ai fatti'

12 ottobre 2019 - 06:58

Con il Governo Conte 2 tornano le domande sul futuro del gioco pubblico, ma per le Regioni non c'è più tempo da perdere. Come evidenziano gli assessori di Lombardia e Piemonte.

Scritto da Fm
Gioco pubblico, le Regioni al Governo: 'Dalle promesse si passi ai fatti'


"Contrasto al gioco d'azzardo patologico": come ormai noto, c'è anche questo fra i 29 punti programmatici del Governo Conte 2. Un punto presente nella prima stesura dell'accordo Cinque stelle-Partito democratico, poi "sparito" e quindi riapparso nella versione finale.
Ma cosa vuol dire, davvero, questa dicitura? O almeno, cosa si aspettano le Regioni, in tal senso?
Una risposta, a questo punto, appare doverosa, anche alla luce della mancata attuazione del riordino del settore deciso in Conferenza unificata Stato-Regioni ed enti locali nel 2017, e in attesa dell'attribuzione della delega ai giochi a uno dei sottosegretari all'Economia designati: Alessio Villarosa, Pier Paolo Baretta (che già l'hanno detenuta in passato) e Maria Cecilia Guerra.

Ne abbiamo parlato con gli assessori competenti in materia, in uno speciale pubblicato sul numero di ottobre della rivista cartacea Gioco News (consultabile online a questo link), di cui vi proponiamo un primo estratto.
 
LOMBARDIA, GARANTIRE ULTERIORI RESTRIZIONI E MAGGIORI RISORSE - "Il precedente Governo si è mosso con determinazione, prevedendo soluzioni restrittive per quanto attiene il gioco d’azzardo e vietando l’installazione di punti gioco vicino alle scuole e agli ospedali; il decreto Dignità inoltre ha introdotto il divieto di pubblicità, anche indiretta, relativa ai giochi con vincite di denaro su qualunque strumento di comunicazione e dal 2020 dovranno essere rimossi gli apparecchi privi di meccanismi idonei ad impedire l’accesso ai giochi ai minori. Un Governo che adotti una linea 'No slot' intransigente, ma al contempo organica, continuativa e coerente, può avere maggiori possibilità di riuscire a contenere i rischi a cui sono esposte soprattutto le fasce di popolazione più fragili, di scivolamento in una patologia che porta con sé gravi conseguenze per l’individuo, per il sistema familiare, e per il sistema sociale e sanitario, considerati i costi che comporta". 
Ad auspicarlo è Stefano Bolognini, assessore alle Politiche sociali della Regione Lombardia. "Siamo dunque favorevoli all’introduzione di ulteriori misure restrittive volte a contenere il fenomeno del gioco d’azzardo patologico a livello nazionale e locale, con attenzione anche alla trasformazione che il fenomeno stesso sta assumendo attraverso il gioco online; misure che si auspica accompagnate da risorse che possano essere utilmente impiegate in tal senso e dal riconoscimento del ruolo delle Regioni e degli Enti locali nelle azioni di contrasto e prevenzione".  
Regione Lombardia ormai da tempo, prosegue Bolognini, "attraverso gli strumenti messi a disposizione dalla legge regionale n. 8 del 21 ottobre 2013, promuove, sostiene e monitora misure volte alla prevenzione e al contrasto del gioco d’azzardo patologico. Il livello regionale e, a cascata, quello locale, rappresenta il livello che meglio consente di conoscere le caratteristiche del fenomeno sullo specifico territorio e pertanto di programmare secondo una logica mirata di intervento".  
Bolognini quindi chiama in causa l’intesa raggiunta in sede di Conferenza unificata nel 2017. "L'accordo, cui peraltro non ha fatto seguito il decreto ministeriale di recepimento – costituisce un buon punto di equilibrio, in quanto, facendo salve le leggi regionali che prevedono una tutela maggiore, garantisce quell’autonomia fondamentale per il territorio.
Un altro elemento dell’intesa da non sottovalutare sta nella disposizione che prevede la pubblicazione integrale e gratuita da parte dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli dei dati sull'azzardo disaggregati per tipologia e territorio, fondamentali per una efficace programmazione e un buon governo.
Per quanto importante, l’intesa rappresenta una tappa nel processo evolutivo della legislazione in materia di gioco d’azzardo, rispetto al quale Regioni ed Enti locali hanno un ruolo essenziale nella definizione del quadro normativo, il cui iter di riforma va completato. 
Tra i temi ai quali andrebbe data maggiore forza c’è quello della limitazione delle fasce orarie giornaliere per l’interruzione quotidiana di gioco, spesso oggetto di contenzioso tra società operanti nel settore ed amministrazioni locali".
Quanto all'attuazione della legge lombarda sul gioco, Bolognini ricorda che "permette di realizzare azioni ad ampio raggio: da quelle per la prevenzione e il trattamento del Gap a quelle per contenere l’impatto negativo delle attività connesse alla pratica del gioco d’azzardo lecito sulla sicurezza urbana, la viabilità, l’inquinamento acustico e il governo del territorio.
Fra le varie misure è imposto un divieto di nuova installazione di giochi d’azzardo lecito entro il raggio d’azione di 500 metri dai luoghi cosiddetti 'sensibili'.
Una grande attenzione è stata dedicata in questi anni alla sensibilizzazione, orientamento e formazione di esercenti, operatori sociali, corpo insegnante, studenti e famiglie sul tema del gioco d’azzardo, nell’ottica di una sempre più efficace e mirata opera di prevenzione. 
Si tratta ora di portare a sistema e di stabilizzare le azioni intraprese. Stiamo pertanto lavorando con le Agenzie di tutela della salute e gli Ambiti territoriali per sviluppare un modello organizzativo che consenta di sistematizzare ed estendere quanto di meglio è stato fatto, rafforzando l’integrazione tra servizi e attuando un passaggio, anche culturale, da 'azioni' a 'sistema'.
Nel modello in corso di sperimentazione e sostenuto nel corso del 2019 con risorse regionali pari a quasi 720mila euro, particolare attenzione è dedicata all’integrazione della presa in carico sociosanitaria e sanitaria con le attività di sostegno sociale dirette alla persona e alla sua famiglia e ad evitare sovrapposizioni nella realizzazione delle azioni e degli interventi, ottimizzando e razionalizzando risorse e saperi.  
Tra le azioni prioritarie, anche l’omogeneizzazione dei regolamenti comunali a livello di ambito territoriale, con particolare attenzione agli aspetti riguardanti gli orari di apertura e chiusura, le condizioni dei locali, con riferimento a quegli aspetti che devono consentire al giocatore di mantenere la cognizione del tempo attraverso la visibilità all’esterno, la distanza da luoghi sensibili. Tutto ciò nell’ottica di un regolamento unico e territorialmente condiviso, che consenta di affrontare anche la criticità legata a difformità significative tra Comuni limitrofi. 
Come ulteriore sviluppo delle politiche regionali, l’attenzione è al tema del gioco online, che presenta caratteristiche diverse, con 'zone d’ombra' e facilmente 'sfuggenti'.
Il fenomeno richiede di sviluppare un nuovo approccio verso i più giovani, considerato che recenti ricerche svolte sul territorio lombardo hanno evidenziato che per i minorenni giocare online è la modalità di azzardo più praticata (34 percento)".  
Quanto alle richieste dei lavoratori del settore, per l'assessore bisogna bilanciare libertà di iniziativa economica e tutela della salute. "Occorre pertanto lavorare su una regolamentazione che tenga conto della realtà del settore, senza abbassare la guardia rispetto alla tutela del giocatore. Al proposito va detto che Regione Lombardia prevede la formazione e l’aggiornamento obbligatorio per  gestori di sale gioco e locali con apparecchiature, con l’obiettivo di sensibilizzare i gestori sull'importanza degli aspetti relazionali, fornire strumenti utili e indicazioni operative per la comunicazione con la clientela, in modo da  ridurre il rischio di gioco d’azzardo patologico, e per declinare in modo appropriato le competenze acquisite in relazione alle specifiche caratteristiche dei diversi contesti di gioco; i momenti formativi sono inoltre funzionali a presentare gli aggiornamenti relativi agli aspetti normativi e alle strutture territoriali preposte alla prevenzione.
Regione Lombardia ha sempre dimostrato apertura e disponibilità al confronto, unico terreno che consente, nel rispetto delle finalità della legge e delle competenze regionali e degli Enti locali, di trovare risposte valide, concrete ed efficaci".
 
 
PIEMONTE, STOP AL PROIBIZIONISMO E PIÙ PREVENZIONE - Di segno diverso le risposte dell’assessore al Bilancio e alle Attività produttive Andrea Tronzano, che ha un suggerimento preciso per il nuovo Governo.
"Mi sento di suggerire l'unica cosa che non dovrebbe fare: proibire. Ogni persona va messa in condizione di maturare una libera scelta consapevole, a fronte però di un sistema che abbia delle regole ben precise ed inderogabili.
Agire sulla prevenzione, a partire dalle scuole, è fondamentale. Occorre far capire ai ragazzi che 'il banco vince sempre' e spiegare, attraverso la logica e la matematica, che giocare al di là del semplice divertimento significa perdere. 
Detto questo l’offerta di gioco lecito va regolamentata in modo omogeneo a livello nazionale, superando anche una certa ipocrisia di fondo. Si punta il faro su casinò e sale da gioco, ma intanto lo Stato continua a incassare dalla vendita dei gratta e vinci e dei vari Lotto e SuperEnalotto. Senza contare il problema crescente del gioco sul web", precisa Tronzano, che ricorda l'importanza e "l'attuabilità" del riordino raggiunto in Conferenza unificata Stato Regioni, "usato per le modifiche ai regolamenti inizialmente varati".
L'occasione è ghiotta per chiedere aggiornamenti sulla normativa regionale piemontese sul gioco, per la quale il settore chiede da mesi dei correttivi, anche alla luce delle recenti audizioni delle associazioni e degli istituti di ricerca tenutesi nelle commissioni del consiglio regionale.
"Il problema della legge piemontese è che non funziona. Una recente indagine condotta da Eurispes dimostra che non solo non ha ridotto le ludopatie, ma ha contribuito ad accrescere il gioco illegale. Per cui è un argomento che va affrontato.
Parallelamente come Giunta stiamo pensando a riproporre dei progetti di prevenzione rivolti appunto agli studenti. Avevamo avuto una esperienza molto positiva una decina di anni fa, poi con l’amministrazione che ci ha preceduto il progetto non aveva avuto seguito. Pensiamo di riavviarlo per lavorare con le scuole e i giovani".
In tema di lavoro, Tronzano demanda al consiglio regionale la risposta agli operatori del settore.
"Questa è una materia di specifica competenza del Consiglio che, tra l’altro, in base a quanto previsto dalla legge stessa dovrà monitorare gli effetti avuti dal primo periodo di applicazione della normativa piemontese. Ma è evidente che una legge che non risolve il problema per cui è nata e danneggia le attività economiche e centinaia di lavoratori va necessariamente ripensata con dei correttivi. Le conseguenze provocate sui posti di lavoro sono anch’esse un impatto sociale da non sottovalutare e a cui prestare la dovuta attenzione".
 

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