La XIX legislatura del Parlamento italiano, iniziata formalmente il 13 ottobre 2022, ha fra i suoi esponenti una “vecchia conoscenza” del mondo del gioco e dei lettori della nostra testata: Marco Grimaldi, ora deputato di Alleanza verdi sinistra, ma negli anni scorsi consigliere regionale “di punta” in Piemonte, lungamente e appassionatamente in prima linea contro la modifica della legge regionale per il contrasto alla ludopatia varata nel 2016, come molti ricorderanno.
Un tema, quello del gioco, di cui Grimaldi si occupa anche come parlamentare, insieme, ovviamente, ad altre questioni di rilevanza nazionale e potremmo dire, universale, come la tutela dell'ambiente, della sanità pubblica, dell'occupazione.
Ma conosciamo meglio i suoi punti di vista in questa intervista, in cui traccia anche alcune proposte in materia di contrasto al gioco di patologico.
Il Governo Meloni è in carica dal 22 ottobre 2022, quindi da un periodo ormai più che sufficiente per tracciare un primo bilancio del suo operato. Lei che idea si è fatto a riguardo?
“Credo che siamo di fronte alla destra più sciatta e impresentabile dell’Italia democratica. Una destra iperpunitiva e repressiva nei confronti di alcuni – preferibilmente allo scopo di emarginare ancora di più chi è ai margini per diversi motivi – come dimostrano alcune vicende chiave: dal dibattito sugli orrendi decreti su Ong e sbarchi, al decreto rave che assegna pene dai 3 ai 6 anni a ragazzi e ragazze che vogliono ballare, fino all’ultima spregevole proposta di considerare la gestazione per altri 'reato universale'.
Prendono tempo e fanno perdere tempo al Paese. Una destra che dovrebbe avere una matrice 'sociale' ma si è accanita con le fasce più povere, sottraendo loro il reddito di cittadinanza, deregolando l’uso dei contratti a termine, sottofinanziando una sanità al collasso, rifiutando un dibattito sul salario minimo legale.
Una destra sessista, che ha infranto il soffitto di cristallo solo per la presidente del Consiglio ma è pronta a revocare diritti conquistati in decenni di lotte femministe. Una destra invece gentile, permissiva e ultraliberale nei confronti di chi ha privilegi, ottenuti più o meno regolarmente: balneari, elusori, evasori. E infine una destra apertamente nemica del clima, che è tornata a stringere accordi e comminare concessioni ai produttori di fonti fossili e sta facendo di tutto per gettare al macero le risorse del Pnrr che dovrebbero riguardare la transizione ecologica e l’adattamento alla crisi climatica”.
Quali sono invece, secondo lei, i temi sui quali si dovrebbe concentrare l'azione di Governo per costruire un Paese equo, rispettoso dei diritti fondamentali (compresi quelli al lavoro e alla salute) e magari anche un po' più verde?
“Vorrei un Governo che davvero si ponesse l’obiettivo di superare l’intreccio di crisi che stiamo vivendo: la crisi sociale di lungo corso, la crisi eco-climatica, la crisi sanitaria esacerbata dal Covid e la crisi energetica legata all’invasione russa dell’Ucraina. Come? Nel segno della pace e della giustizia sociale e climatica. Significa qualcosa di molto concreto: fermare la morte annunciata della sanità pubblica aumentando le risorse e garantendo condizioni desiderabili al personale. Significa salario minimo legale, reddito di dignità contro ogni ricattabilità da non lavoro e da lavoro povero, legge sulla rappresentanza sindacale, controllo degli appalti pubblici, riduzione drastica dei contratti precari. Significa promuovere l’occupazione femminile cominciando dalla riduzione degli orari di lavoro a parità di salario per tutte e tutti e da un congedo di paternità obbligatorio e di sei mesi. Significa investimenti nelle energie rinnovabili e uscita dall’era fossile, rivoluzione in senso sostenibile della mobilità, messa in sicurezza del territorio. La piena e buona occupazione si fa solo con la transizione ecologica”.
Insieme con la collega di partito Elisabetta Piccolotti lei ha presentato un'interrogazione per il contrasto alla pubblicità del gioco tramite i social. Avete ricevuto risposta?
“Ahimè, no. Già il 28 dicembre 2022 Elisabetta Piccolotti ha presentato un'interrogazione che prendeva le mosse dal fatto che, in un’intervista del 12 dicembre 2022, il ministro Abodi ha parlato di 'diritto alle scommesse' e annunciato che il Governo era al lavoro per rendere nuovamente legali pubblicità e sponsorizzazioni delle aziende del betting. Il 19 aprile abbiamo nuovamente depositato un'interrogazione, avendo appreso l'uso della piattaforma Telegram per scommesse online sponsorizzate a loro volta su Tik Tok. Abbiamo chiesto al Governo quali iniziative intendesse assumere per arginare il proliferare delle offerte di gioco d'azzardo illegali online, attraverso la collaborazione e la responsabilizzazione di tutti gli operatori digitali: motori di ricerca, social network, piattaforme di scambio di contenuti, fornitori di metodi di pagamento. Abbiamo chiesto anche di intervenire contro la manipolazione delle competizioni sportive attraverso un monitoraggio delle scommesse atipiche e sospette. È evidente però che il Governo si muove in direzione opposta”
Che ne pensa poi delle intenzioni del Governo – espresse dal ministro per lo Sport Andrea Abodi - di “rendere nuovamente legali pubblicità e sponsorizzazioni delle aziende del betting, anche per tutelare il gioco legale e responsabile”, superando il decreto Dignità?.
“Il 'decreto Dignità' ha introdotto il divieto di ogni forma di pubblicità, anche indiretta, e di sponsorizzazione delle aziende di gioco o promozione relativa al gioco e alle scommesse all'interno di manifestazioni sportive, trasmissioni televisive o radiofoniche e stampa, per combattere la ludopatia, ovvero la dipendenza da gioco d'azzardo. Purtroppo non mi stupisce che questo Governo, avvezzo a elargizioni di tipo clientelare, voglia fare amicizia con le lobby del gioco d’azzardo.
Ricordo però ad Abodi che tutto ciò il Governo lo fa sulla pelle di tantissime persone, ultimamente di molti giovani, casalinghe, pensionati, disoccupati che costituiscono nuove fasce su cui questo business ha puntato gli occhi. Ricordo anche, se ce ne fosse bisogno, che il mercato del gioco d’azzardo è ambito di infiltrazione delle grandi organizzazioni criminali e che l’espansione del gioco d’azzardo legale non diminuisce, ma alimenta il gioco d’azzardo illegale e anche l’usura”.
Qual è il suo punto di vista in merito all'ipotesi di riordino nazionale del gioco pubblico contenuta nel disegno di legge per la riforma fiscale? E rispetto a quella di consentire agli enti territoriali forme di compartecipazione agli introiti del gioco legale?
“Da anni si parla di regolamentare il gioco d’azzardo e, mentre diversi Esecutivi fallivano, la situazione ha continuato a peggiorare. Lo ha spiegato il sociologo Maurizio Fiasco, che ha fatto parte dell’ultimo Osservatorio del ministero della Salute sul gioco d’azzardo: il consumo cresce e le patologie sono esplose, insieme alle situazioni di disagio e marginalità sociale, è acclarato che la criminalità organizzata ha messo le mani su questo mercato. Eppure, l’Erario ci perde, perché il Covid ha fatto impennare le scommesse online da cellulare e smartphone. Ecco allora la legge delega che rovescia il principio costituzionale per cui il diritto alla salute deve essere posto in primo piano. Secondo l’articolo 13 della legge gli investimenti delle holding dei concessionari vanno garantiti, il gettito fiscale non deve variare e la salute va promossa 'compatibilmente' con fisco e profitto privato. Infatti, l’impostazione dell’articolo è stata gradita dalle associazioni degli operatori del gioco. Si tenta così di superare le molte leggi e deliberazioni di Comuni e Regioni, che avevano stabilito limitazioni orarie, definito distanze, individuato zone sensibili. Tanto a pagare le conseguenze sociali di tutto questo saranno proprio le Regioni e gli enti locali. E nessuna compartecipazione agli introiti potrà compensare gli effetti disgregativi e i danni alla salute di uomini, donne, ragazzi e ragazze di questa impostazione”.
Cosa proporrebbe in tema di tutela della legalità e anche del giocatore? Un registro di auto-esclusione, ad esempio?
“Certo, ma il registro nazionale per l’autoesclusione è citato anche nella stessa legge delega. È importante ma non basta, se tutto l’impianto normativo è volto a tutelare i concessionari e ricavare il massimo possibile da questo mercato. Dire di voler tutelare le categorie vulnerabili e poi tentare di superare misure come il distanziometro con limitazioni più blande è un controsenso. Bisogna diminuire il numero degli apparecchi e puntare a ridurre il consumo di gioco d'azzardo. Darsi l’obiettivo di dimezzare i punti di offerta, vietare ogni forma di pubblicità. Realizzare una forte campagna di sensibilizzazione per raggiungere anche gli utenti del gioco online, soprattutto i più giovani. Riattivare l’Osservatorio per il contrasto alla diffusione del gioco d’azzardo e il fenomeno della dipendenza grave. Finché lo Stato considererà questo fenomeno un’opportunità e non una piaga la strada sarà quella sbagliata”.
Alle sue spalle ha una lunga e appassionata esperienza al consiglio regionale del Piemonte, nel quale è stato uno dei consiglieri in prima linea contro la modifica alla legge sul gioco. Cosa ne pensa del dibattito in corso nella sua regione in merito alla proposta di iniziativa popolare e dei Comuni?
“Di fronte a un coro di voci unanime e preoccupato in difesa della legge regionale del 2016 – dalle associazioni che si battono contro la criminalità organizzata, ai sindacati, agli operatori sociali e sanitari a contatto con le fragilità, agli istituti di ricerca – la Giunta Cirio è andata avanti ciecamente a smantellare l’unica legge che aveva realmente saputo contrastare il gioco d’azzardo in Piemonte. Ha voluto fare un favore a quelle lobby del gioco che non solo hanno goduto di una sanatoria, ma addirittura sono state messe in una condizione di monopolio pur non essendosi mai adeguate alla legge del 2016. La nuova normativa ha favorito la moltiplicazione incontrollata degli apparecchi, con effetti economici e sociali gravissimi a maggior ragione nell’attuale crisi: il gioco d’azzardo in Piemonte è tornato a crescere.
Ecco perché la proposta di iniziativa popolare promossa da Libera ha avuto immediatamente il nostro sostegno. E sono felice che sia finalmente arrivata in consiglio regionale. Bisogna riprendere, non interrompere, il cammino iniziato pochi anni fa e prevenire e contrastare gli interessi economici della criminalità”.