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Il ministro Riccardi: "Gioco, si vietino o almeno regolamentino gli spot"

29 febbraio 2012 - 11:52

Il fenomeno del gioco d'azzardo sta assumendo in alcuni casi i contorni di una vera e propria dipendenza psicologica: in un momento di difficoltà economica, il miraggio di una ricchezza facile e immediata ha mandato in rovina molte persone. A dirlo è il ministro della Cooperazione Internazionale e dell'Integrazione Andrea Riccardi, che aggiunge: Particolarmente esposti ai rischi di dipendenza risultano essere appartenenti alle categorie piu' deboli: giovani, disoccupati, famiglie che non riescono ad arrivare alla fine del mese, anziani soli. Regione Lombardia: l'assessore Boscagli Fondi per i malati di gioco Santori (comm. sicurezza Roma Capitale): Parteciperò al movimento a piazza Mastai Galli (Pdl): una proposta di legge per vietare la pubblicità sul gioco Decreto liberalizzazioni: il testo in Aula senza nuove norme sui giochi Decreto Liberalizzazioni, As.tro su emendamento aumento Preu: Lobby antagonista gioco lecito Silvestris (Ppe): Commissione U

Scritto da Sm


Per questo motivo, al momento del conferimento delle deleghe, ho chiesto ai miei uffici di studiare il problema, che è piuttosto complesso. L'obbiettivo è di arrivare al divieto di pubblicità, come nel caso delle sigarette  o, almeno,  a una ferrea regolamentazione degli spot. Guardo con favore alla discussione che si apre domani in Senato sulla materia, ma mi riservo anche la possibilità di intervenire direttamente.  Lo Stato, che incassa molte risorse da questo settore, non può non occuparsi delle categorie più a rischio e dei problemi non marginali - spesso veri e propri drammi sociali  - che il gioco d'azzardo  produce", ha concluso Riccardi che ha, tra le altre,  la delega per i Giovani, la Famiglia e la lotta alle dipendenze.

Il senatore Raffaele Lauro del PdL, membro della commissione antimafia sottolinea: "Il governo finalmente si sveglia. Il ministro Riccardi vuole intervenire sullo scandalo della pubblicità del gioco d'azzardo, che imperversa sulle reti televisive, anche del servizio pubblico, e sulla carta stampata. Si tratta di un'iniziativa meritoria, se va nella direzione di un divieto assoluto, che liberi anche l'informazione dai condizionamenti dei contratti pubblicitari".

 

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