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Marcheschi (FdI): 'Dl Dignità, servono maggiore efficacia e più risorse per il calcio'

27 febbraio 2025 - 09:38

Parlando di riforma del calcio il senatore Marcheschi propone revisione del divieto di pubblicità al gioco per renderlo davvero efficace contro il Gap e dare risorse a infrastrutture e vivai.

Scritto da Dd
Foto da profilo Facebook di P. Marcheschi

Foto da profilo Facebook di P. Marcheschi

Il decreto Dignità va rivisto profondamente. Questo il pensiero del senatore Paolo Marcheschi (FdI), relatore in commissione Cultura al Senato del testo sulla riforma del calcio italiano, che dopo l'ultimo rinvio (alla prossima settimana), avvenuto nella giornata di ieri, 26 febbraio, affida a una nota pubblicata online il suo pensiero in merito anche al divieto di sponsorizzazioni di azienda del gioco alle realtà sportive italiane.

Relativamente al Dl Dgnità Marcheschi sostiene che "non solo è stato palesemente aggirato, ma ha fallito gli obiettivi prefissati di contrasto alla ludopatia, penalizzando il nostro campionato rispetto agli altri campionati europei e riducendo così le entrate stimate in quasi 100 milioni l’anno alle società di calcio."

Aggiunge che "dopo sei anni riteniamo che sia doveroso tracciare un bilancio", e dopo averlo definito un provvedimento fallimentare aggiunge che "aggiornarlo (il dl Dignità, Ndr) significa contribuire a innestare nuove risorse al settore da investire in progetti davvero efficaci di contrasto alla ludopatia e programmare investimenti in infrastrutture e vivai."

Assicurando che l’atto d’indirizzo del testo "sarà approvato la prossima settimana", Marcheschi conferma tuttavia che il testo "non contiene indicazioni sul ‘decreto Crescita’, appena eliminato dal governo Meloni. Si è convenuto infatti che gli eventuali benefici fiscali vadano destinati a chi investe nei vivai, in infrastrutture, nel calcio femminile, anziché in calciatori stranieri che non solo non apportano alcun valore aggiuntivo al campionato italiano ma penalizzano anche l’impiego dei nostri ragazzi in prima squadra limitando di conseguenza la rosa di scelta ai commissari tecnici per la Nazionale".

Fornendo una sintesi estrema dell'atto di indirizzo che conclude l’affare assegnato sulle prospettive di Riforma del Calcio spiega che questa misura "prende atto delle criticità di un settore che, oltre a un valore sociale, ha un impatto economico rilevante, pari a 11,3 miliardi di euro sul nostro Pil".

"Sono diciotto i punti del dispositivo contenuti nell’atto", continua, "che accolgono le osservazioni avanzate durante le quaranta audizioni svolte in commissione con società e operatori del settore in merito all’inadeguatezza di alcune norme e alla necessità di rivederle. Il legislatore, nel rispetto dell’autonomia, con questo atto traccia l’indirizzo al Governo sugli interventi necessari per rendere più sostenibile economicamente un settore che ha accumulato gravi perdite e sta perdendo valore rispetto agli altri campionati europei. Servono più ricavi e meno costi. L’atto traccia una vera riforma che spazia dalla necessità di nuovi stadi ed infrastrutture, allo sviluppo dei vivai e del calcio femminile; dai diritti tv al contrasto della pirateria; dalla ‘ex quota totocalcio’ alla diminuzione dei costi del lavoro e delle mediazioni; dalla riforma della giustizia sportiva e dell’autonomia degli arbitri, all’equità delle competizioni fra società con bilanci sani, fino al sostegno delle società dilettantistiche."

Sul tema, proprio ieri, era tornato a esprimersi anche il presidente della Federazione italiana giuoco calcio, Gabriele Gravina, sottolineando che "la riforma dei campionati andava fatta ieri" e che "ridurre la Serie A da 20 squadre a 18 non è un tema."

Pur senza toccare, stavolta, il tema dei proventi dalle scommesse sul calcio, in merito alla necessità di ridisegnare i format dei campionati, Gravina spiega che "vanno cambiati perché la sostenibilità non può essere fine a se stessa, altrimenti è un cane che si morde la coda. Dobbiamo accelerare perché è un'esigenza di sistema alla luce dei fatti di questi giorni", ha aggiunto facendo riferimento alle verifiche da parte della Covisoc. "Abbiamo il dovere di salvaguardare le competizioni e oggi c'è ampia condivisione tra tutte le leghe e con l'associazione dei calciatori per portare avanti un cambiamento", conclude.   

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