Marino: 'Commissione inchiesta gioco, non vanificheremo lavoro'
Il presidente della commissione d'inchiesta sul gioco, Mauro Maria Marino, all'opera per sintetizzare il lavoro svolto in una relazione.
Scritto da Anna Maria Rengo
La prematura e brusca fine della legislatura fa tornare nel cassetto la speranza, se non il sogno, del riordino normativo dell'offerta di gioco. Ma pone agli operatori e ai concessionari anche un'altra legittima domanda: che fine farà il lavoro sinora svolto, un lungo ciclo di audizioni che non erano ancora arrivate al termine, dalla commissione d'inchiesta sul gioco illegale e sulle disfunzioni del gioco pubblico, istituita in Senato e attiva dall'agosto 2021?
Lo chiediamo al senatore di Italia Viva Mauro Maria Marino, presidente della commissione stessa: "Il lavoro sin qui svolto sarà raccolto in una relazione. Ho convocato un ufficio di presidenza per martedì della prossima settimana, durante il quale presenterò i capitoli della stessa, poi se qualche membro vorrà che vengano approfonditi ulteriori elementi, riconvocherò la commissione stessa. In realtà, avevamo in progetto di fare una relazione intermedia e poi una definitiva. Con la fine della legislatura, la relazione intermedia, che era quasi pronta, diventa quella definitiva".
Ma sarà possibile dare corso alle audizioni che erano in programma, innanzitutto quelle dei rappresentanti dei casinò?
"Stiamo cercando di capire quello che il Parlamento può fare, nell'ambito delle competenze restanti in un contesto di scioglimento delle due Camere e del regime particolare riservato alle commissioni d'inchiesta".
Che cosa conterrà la relazione?
"Le audizioni condotte ci hanno consentito di scattare una fotografia della situazione attuale e di farci un'idea su di essa. Sicuramente, conterrà anche delle indicazioni sugli interventi da fare".
Che giudizio dà di questa fine anticipata della legislatura?
"Estremamente negativo e le conseguenze che essa ha sul settore del gioco ne sono il paradigma. Viene infatti vanificato il momento della sintesi del lavoro, che era quello più importante, anche se stiamo cercando di capire qual è il restante spazio di azione e se cercheremo di attutirne al massimo gli effetti negativi".