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La nuova stagione del gioco, a che punto sono Regioni senza legge sul Gap

10 agosto 2015 - 08:48

Con il mese di settembre sui banchi delle aule degli enti locali si tornerà sicuramente a parlare di gioco. Oltre i Comuni, di cui abbiamo scritto già qualche giorno fa, toccherà anche alle Regioni riprendere il bandolo delle proposte giacenti in archivio da diversi mesi. 

Scritto da Francesca Mancosu
La nuova stagione del gioco, a che punto sono Regioni senza legge sul Gap

 

Il sottosegretario all'Economia Pier Paolo Baretta ha proposto un confronto alla Conferenza unificata in cui lo Stato, le Regioni e gli enti locali raggiungano finalmente un'intesa sulla distribuzione territoriale delle sale da gioco (gaming hall) che offrono i giochi con vincita in denaro. Ma c'è da scommettere che, nel frattempo, saranno diversi i Consigli regionali a riportare in auge il tema.

 

DOVE SONO I DECRETI ATTUATIVI? - C'è chi la legge ce l'ha già, e anche da diverso tempo, ma proprio non riesce a firmare i decreti attuativi che la farebbero entrare concretamente in vigore. Ad esempio l'Umbria, che dopo le tante richieste in tal senso inviate alla Giunta dal consigliere Francesco Zaffini (FdI-An) ha promesso di metterci mano dopo le elezioni. Ora che la Giunta Marini è bell'e pronta e operativa, non resta che spulciare gli ordini del giorno del Consiglio. Stessa situazione nel Lazio, dove Olimpia Tarzia, vicepresidente della commissione cultura della Regione Lazio, ha presentato un'interrogazione urgente alla Giunta "al fine di conoscere quali provvedimenti abbia finora adottato l’assessorato competente per quanto riguarda le agevolazioni per gli esercenti che rimuovono o non installano videolottery e slot machines; le iniziative di formazione svolte dalla Regione e dalle Asl per il personale operante nelle sale da gioco; l’attivazione del numero verde di cui all’articolo 10 della legge”.

SARDEGNA E MARCHE - Nelle Marche sono ferme al palo quattro proposte di legge sul Gap, che verranno forse unificate, a firma di Maura Malaspina (Udc), Angelo Sciapichetti (Pd), Graziella Ciriaci (Forza Italia), Erminio Marinelli (Per le Marche), mentre in Sardegna potrebbe essere iscritta finalmente all'ordine del giorno la proposta avanzata dai consiglieri Francesco Agus (Sel) e Lorenzo Cozzolino (Pd) oltre alla distanza minima di 500 metri chiede la riduzione di Imu, Tari e Cosap e marchio 'no slot' per gli esercercenti virtuosi e corsi di formazione per i gestori. L'assemblea isolana aspetta anche la votazione di ulteriori provvedimenti per il rilancio dell'ippica dopo lo stanziamento di un milione di euro per il comparto deciso lo scorso febbraio. 

 

ABRUZZO E PIEMONTE - In fondo alla lista, ma solo per caso, c'è l'Abruzzo: dotato già di una legge, ma in attesa che il Consiglio si pronunci sulla nuova proposta 'Disposizioni per la prevenzione, il contrasto ed il trattamento del disturbo dal gioco d'azzardo' presentata dal consigliere segretario dell'Ufficio di presidenza della Regione Abruzzo, Giorgio D'Ignazio (Ncd), insieme al consigliere Leandro Bracco (Movimento 5 Stelle), nella quale si chiede di "introdurre misure ancor più restrittive all'accesso alle aree destinate al gioco ed alle scommesse, con azioni costanti di monitoraggio e supervisione, la nascita di centri per la cura e la riabilitazione dalla febbre da gioco, che agendo in sinergia con le Asl, sapranno fornire cure mediche ed un adeguato supporto psicologico, l'istituzione di un Osservatorio regionale del fenomeno, un organismo che si occupi di monitoraggio e di consulenza permanente, dell'elaborazione di una banca dati, della realizzazione di campagne di prevenzione e sensibilizzazione sul tema". Dulcis in fundo il Piemonte, dove il Consiglio deve dire l'ultimo sì  al disegno di legge per il contrasto al gioco d’azzardo patologico proposto dagli assessori regionali alla Sanità, Antonio Saitta, e all’Istruzione, Gianna Pentenero, già approvato dalla Giunta.

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