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Il governo rilancia la questione territoriale: le Regioni potranno restringere aperture

15 maggio 2020 - 11:36

Nello schema di decreto legge per le riaperture sul tavolo del Consiglio dei ministri di oggi si definiscono i limiti di autonomia delle Regioni: un nuovo rischio per i giochi.

Scritto da Redazione GiocoNews.it
Il governo rilancia la questione territoriale: le Regioni potranno restringere aperture

Le attività economiche e produttive saranno consentite solo ed esclusivamente a condizione che rispettino i contenuti di protocolli o linee guida, idonei a prevenire o ridurre il rischio di contagio nel settore di esercizio o in ambiti analoghi, adottati a livello nazionale. Tuttavia “le singole Regioni possono adottare propri protocolli nel rispetto dei principi contenuti nei protocolli o nelle linee guida nazionali”. E' quanto previsto dal governo nella prima stesura dell'attesissimo decreto di riapertura, predisposta dall'esecutivo in vista del Consiglio dei Ministri di oggi e discussa anche nel vertice mattutino con i governatori. Una formulazione che potrebbe quindi includere – salvo esplicito e ulteriore divieto – anche i locali di gioco tra le prossime riaperture. Anche se la sostanziale autonomia potrebbe finire addirittura col compromettere ulteriormente il settore.

Stando alla bozza, le misure limitative delle attività economiche e produttive potranno essere adottate, nel rispetto dei principi di adeguatezza e proporzionalità, anche attraverso provvedimenti ad hoc nei limiti stabiliti dalla normativa emergenziale. Il mancato rispetto dei contenuti dei protocolli o delle linee guida che non assicuri adeguati livelli di protezione determina la sospensione dell'attività fino al ripristino delle condizioni di sicurezza. Un rischio ulteriore, quindi, per le imprese del gioco, già vittime della cosiddetta “Questione territoriale” molto prima della pandemia, con alcune amministrazioni regionali che contrastavano apertamente le attività sul territorio e che quindi potrebbero avere un'argomentazione in più per rafforzare la loro linea “anti-gioco”. Anche se, va detto, dopo oltre due mesi di lockdown e di economia praticamente azzerata soprattutto a livello locale, dovrà prevalere il buonsenso da parte di tutti e cercare di riattivare il motore economico in generale, per evitare un'esplosione della disoccupazione. Quindi sarà importante tutelare e mantenere anche i posti di lavoro di chi lavora nella filiera del gioco pubblico.

IL MONITORAGGIO E LE DEROGHE – Stando alla bozza del decreto, per garantire lo svolgimento delle attività economiche e produttive in condizioni di sicurezza, le Regioni monitoreranno con cadenza giornaliera l'andamento della situazione epidemiologica nei propri territori e, in relazione a tale andamento, le condizioni di adeguatezza del sistema sanitario regionale. Questi dati verranno comunicati ogni giorno al ministero della Salute, all'Istituto superiore di sanità e al Comitato tecnico-scientifico. In relazione all'andamento della situazione epidemiologica sul territorio la Regione informando il ministro della Salute può introdurre, anche nell'ambito delle attività economiche e produttive svolte nel territorio regionale, “misure derogatorie, ampliative o restrittive, rispetto a quelle disposte ai sensi dell'articolo 2 del decreto legge 25 marzo 2020 n. 19”.
 
SANZIONI FINO A 3MILA EURO E CHIUSURA - Se le misure verranno confermate dall’esecutivo nella versione di ingresso del decreto, le violazioni dei provvedimenti saranno punite con la sanzione amministrativa che prevede il pagamento di una somma da 400 a 3mila euro (ma è contemplata la misura ridotta). Nei casi in cui la violazione sia commessa nell'esercizio di un'attività di impresa, si applica altresì la sanzione amministrativa accessoria della chiusura dell'esercizio o dell'attività da 5 a 30 giorni. All'atto dell'accertamento delle violazioni, ove necessario per impedire la prosecuzione o la reiterazione della violazione, l'autorità può disporre la chiusura provvisoria dell'attività o dell'esercizio per una durata non superiore a 5 giorni. Il periodo di chiusura provvisoria è scomputato dalla corrispondente sanzione accessoria definitivamente irrogata, in sede di sua esecuzione. In caso di reiterata violazione della medesima disposizione la sanzione amministrativa è raddoppiata e quella accessoria è applicata nella misura massima.
A irrogare le sanzioni per le violazioni delle misure disposte da autorità statali sarà il prefetto. Le sanzioni per le violazioni delle misure disposte da autorità regionali e locali sono irrogate invece da quelle stesse autorità.
 
LE ALTRE MISURE - Tra le altre misure previste, il rinvio dell'apertura dei confini regionali dal 3 giugno. Nota stonata per molti governatori. Dal 18 maggio gli spostamenti all'interno del territorio regionale non saranno comunque più soggetti ad alcuna limitazione, fatte salve le misure di contenimento più restrittive adottate da specifiche aree del territorio regionale, soggette a particolare aggravamento della situazione epidemiologica. Stando al testo predisposto dal governo “fino al 2 giugno sono vietati i trasferimenti e gli spostamenti, con mezzi di trasporto pubblici e privati, in una regione diversa rispetto a quella in cui attualmente ci si trova, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute; resta in ogni caso consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza”. Poi, dal 3 giugno 2020, via agli spostamenti sul territorio nazionale. Che possono essere limitati solo con provvedimenti specifici in relazione a specifiche aree del territorio nazionale, “secondo principi di adeguatezza e proporzionalità al rischio epidemiologico effettivamente presente in dette aree”. Ma al tavolo di oggi con l’esecutivo i Governatori hanno spinto per un’accelerazione. All'incontro per definire i dettagli sulle prossime riaperture, con i ministri Speranza e Boccia, è in particolare il presidente della Lombardia Fontana a chiedere linee guida uguali per tutti.

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