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Regione Emilia Romagna: 'Premiare esercenti che rinunciano alle slot'

23 maggio 2016 - 15:56

La commissione Politiche per la salute dell'Emilia Romagna approva due atti di indirizzo per verificare concessione sgravi Irap ad esercenti no slot.

Scritto da Redazione
Regione Emilia Romagna: 'Premiare esercenti che rinunciano alle slot'

Convergenza sull’obiettivo di rafforzare le misure di contrasto alla ludopatia, differenze sui modi e i mezzi scelti per raggiungerlo. La commissione Politiche per la salute e politiche sociali della Regione Emilia Romagna ha esaminato lunedì 23 maggio sette risoluzioni sul tema, cinque del M5s (di cui una ritirata), una della Ln e una del Pd, finendo poi per approvarne due, una a firma del M5s e quello presentato del Pd.

La risoluzione M5s, modificata da due emendamenti del Pd, impegna la Giunta a verificare la fattibilità da una parte “della diminuzione dell’aliquota Irap per gli esercenti che conseguono il marchio ‘Slot freE-R’”, dall’altra “dell’aumento agli esercizi commerciali in cui risultassero installati gli apparecchi da gioco”. Ultima richiesta, l’introduzione definitiva nei Livelli essenziali di assistenza del trattamento delle persone con dipendenza patologica dall’azzardo.


LE PROPOSTE - Il documento del Pd, modificato da due emendamenti, uno proposto dai firmatari e l’altro dal M5s, è stato votato per stralci dietro richiesta del M5s. Il testo impegna la Giunta a rafforzare le azioni di comunicazione, promozione e sostegno nei confronti degli enti locali rispetto agli strumenti per combattere le dipendenze da gioco d’azzardo patologico. La seconda richiesta all’esecutivo è “intervenire rapidamente sulla legge regionale, disciplinando in particolare la materia relativa alle distanze delle sale slot dai luoghi sensibili”. Il terzo stralcio, introdotto da un emendamento M5s, invita la Giunta a “dare immediata attivazione a priorità e premialità per gli esercizi che scelgono di non installare le apparecchiature per il gioco d'azzardo”. La risoluzione Pd è stata votata anche dalla Ln e dal M5s, che, tuttavia, ha votato no alla seconda richiesta.
 
IL DIBATTITO - In fase di dibattito, il M5s afferma che “la legge regionale stenta ad avere effetti concreti” e il “rischio è che la palla passi interamente nelle mani del Governo”, che sembra stia facendo “una sorta di melina”, mentre i Comuni sollecitano interventi dalla Regione, soprattutto sui limiti di orario di apertura degli esercizi slot e sulle distanze dai luoghi ’sensibili’, perché “i problemi ricadono direttamente sulla loro pelle”. Di qui, anche la richiesta di conoscere, con cadenza almeno semestrale, i numeri dell’incidenza del gioco patologico in Emilia-Romagna e i dati della diffusione del marchio ‘Slot freE-R” e la sollecitazione alla Regione di fornire consulenza legale agli enti locali. Per la Ln i due parametri “più importanti e seri” sono la limitazione degli orari di apertura delle sale slot e la distanza dai luoghi sensibili. In questo, sostengono, potrebbe incidere, più che la Regione e i Comuni, il Governo che tuttavia lucra sul gioco, creando quindi un paradosso. La legge regionale è “abbastanza buona”, ma, a parere della Ln, può essere migliorata e soprattutto deve essere applicata anche per monitorare una situazione, quella della ludopatia, che “sta sfuggendo al controllo”. Secondo il Pd molti strumenti della legge regionale sono già stati attivati: di recente si è insediato l’Osservatorio regionale sul fenomeno del gioco d’azzardo patologico, spiegano, e ci sono stati controlli più rigorosi da parte dei Comuni sul rilascio delle licenze per l’apertura di sale da gioco, in particolare sui processi di nuova costruzione o di recupero delle sale o di mutamento da qualunque destinazione d’uso a sala da gioco. Altro tema toccato dal Pd, quello dello stanziamento di 150.000 euro finalizzato a premiare quei gestori che scelgono la filosofia ‘slot free’, con l’annuncio dell’emanazione a breve dei relativi bandi. Secondo un consigliere del gruppo “se aumentasse la tassazione, si incrementerebbe la quota a beneficio dello Stato e si renderebbe meno remunerativa la detenzione delle macchinette”. “Un argomento sentito - ha concluso il presidente della commissione - da cui emerge la volontà politica di convergere sull’obiettivo di intervenire per ridurre il fenomeno delle ludopatie”.
 

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