Il comparto del gioco è una vera e propria industria che dà lavoro a tante persone e garantisce all'Erario un gettito importante. Si tratta, tuttavia, anche di un settore intrinsecamente legato ad alcune problematiche da affrontare con urgenza, come la regolamentazione che l’intero comparto attende da tempo. Roberta Toffanin, senatrice di Forza Italia, membro della commissione parlamentare di inchiesta sul gioco illegale e sulle disfunzioni del gioco pubblico, dimostra di aver piena consapevolezza di questa necessità, a partire da quale ruolo può avere la Commissione sul gioco del Senato nel percorso verso la regolamentazione a livello nazionale del settore.
“Il settore del gioco legale rappresenta un comparto importante, basti pensare che la raccolta nel mercato italiano del gioco ha raggiunto 88 miliardi di euro nel 2020, anno in cui la pandemia ha fatto sentire i propri effetti anche in questo settore. Vorrei ricordare che si tratta di un mercato popolato da oltre 500 concessionari autorizzati dallo Stato, 3.200 imprese di gestione e 80.000 punti vendita. 8.721 sono le imprese della filiera diretta con circa 40.000 addetti, che arrivano a 150.000 considerando anche l'indotto. La commissione riveste un ruolo importante rispetto al nuovo regolamento previsto per il settore del gioco. L’approfondimento consentito grazie alle audizioni in corso, infatti, permette di analizzare non solo i risultati economici conseguiti dal comparto e il relativo gettito erariale, ma consente anche di rilevare l’entità del gioco illegale e della ludopatia, che necessariamente devono essere al centro dell'attenzione ai fini della sostenibilità del settore.
Questi strumenti ci permetteranno di valutare la legge delega per svolgere un’adeguata attività emendativa al fine di consentire al settore, da una parte, di poter intervenire con regole certe per una propria programmazione, dall’altra di permettere al consumatore di giocare in sicurezza, legalità e trasparenza”.
Il sistema di leggi e norme attualmente presente in Italia è comunque all'avanguardia, e come è stato spesso sottolineato, fa scuola anche a livello internazionale. Quali sono, a suo parere, gli aspetti sui quali possiamo migliorare ancora?
“Con l’arrivo della pandemia, che come uno tsunami ha travolto tutte le attività commerciali tra cui quella del gioco legale presso i punti vendita e sale gioco, molte di queste attività si sono trasferite sull’online che ha avuto infatti una crescita consistente negli ultimi due anni (più 35 percento), costringendo il settore ad evolversi dal punto di vista delle piattaforme digitali. Questi sviluppi tecnologici hanno modificato profondamente l’industria del gioco creando un nuovo mercato digitale che ora necessita di una risposta nel quadro regolatorio. Risposta che deve esserci anche verso il contrasto del gioco illegale, per cui già l'Agenzia delle dogane e dei monopoli sta intervenendo ampliando i processi regolatori legati alle concessioni, in modo da favorire sempre più le attività legali, con più esteso tracciamento delle transazioni per ottenere un controllo puntuale dei fenomeni finanziari ed effettuare i relativi controlli. Infine, il monitoraggio dei dati sui fenomeni di mercato deve garantire scelte legislative corrette nella distribuzione ricercando l’equilibrio tra i canali distributivi (punti non specializzati, punti specializzati, gioco online) e tra i vari prodotti di gioco (lotterie, apparecchi, scommesse, bingo) evitando distorsioni della concorrenza oltre che l’apertura di spazi per il gioco illegale”.
Anche nel recente passato alcune Regioni hanno protratto per settimane discussioni sulla modifica delle leggi regionali che dovrebbero regolamentare il gioco d'azzardo. Molti si focalizzano ancora sul problema delle distanze da luoghi sensibili o sugli orari di apertura degli esercizi, problemi ormai abbondantemente superati dall'aumento del gioco online. Il lavoro della commissione può contribuire a elevare anche la qualità delle discussioni politiche?
“Come ho già detto, la commissione sta affrontando tutti gli aspetti legati al settore del gioco, sia legale che illegale, cogliendone le criticità. Il comparto vive delle difficoltà per le differenti normative tra Regioni, tra Stato e Autonomie. La commissione rappresenta una sede istituzionale che grazie alle sue attività consente una discussione politica tra tutti gli stakeholder, partendo da dati certi e collegandosi al contesto attuale che è molto cambiato, anche solo rispetto al periodo pre-pandemia. Pensiamo per esempio all'implementazione del gioco online, che ha rimesso in discussione tutti quegli strumenti di repressione legati ai luoghi sensibili e agli orari di fruizione”.
L'illegalità. Uno dei grossi problemi del settore è il fatto che attiri costantemente su di sé le mire di criminali attratti da facili guadagni o da possibilità di ripulire somme di denaro illecite. L'Agenzia delle dogane e dei monopoli in collaborazione con le varie forze di polizia svolte costantemente un gran lavoro di contrasto. Quale sarà il ruolo della commissione nell'affrontare questo problema?
“Il tema dell’illegalità in commissione è all’ordine del giorno. Si sono svolte e ancora si stanno svolgendo diverse audizioni proprio su questo tema, dalle quali è emerso che le Forze dell'Ordine si stanno costantemente adoperando per la repressione, mentre Adm si sta concentrando soprattutto sul tema della prevenzione ampliando le concessioni, in quanto l'illegalità si insinua proprio dove viene limitato l'accesso al gioco, andando a colmare quello spazio creato dall'assenza del gioco legale”.
Parlare del gioco, oggi, significa fare i conti con l’online, una sezione di quest’industria che si sta sviluppando sempre più, e sempre più velocemente. In tal caso pensa che servano nuove norme o solo una migliore applicazione di quelle già esistenti (e dunque magari maggiori risorse messe a disposizione di Adm e Copregi)?
“L’online rappresenta una grande parte del futuro di questo settore come di altri, ed è inevitabile il processo di transizione digitale attraverso tutti i dispositivi mobili. Sarà necessario anche adeguare alcune delle norme già esistenti verso questo fronte, considerando anche che le piattaforme digitali prevedono il trattamento di dati sensibili legati alla privacy, come i dati personali e bancari. Certamente sarà richiesto il supporto di Adm e Copregi, che sono stati auditi in commissione, per aspetti tecnici legati alla regolamentazione. Il direttore generale di Adm, Marcello Minenna, in commissione ci ha informati della realizzazione di una piattaforma ufficiale - realizzata da Sogei - dove si trovano tutti i circuiti legali di gioco autorizzati dallo Stato, in modo che il consumatore possa riconoscere i canali ufficiali da quelli illeciti. Anche questo mi sembra un passo importante, certo non potrà essere l'unico”.
Si parla anche di un settore che rende molto allo Stato italiano, tuttavia, a differenza di tabacchi e alcolici, il gioco continua a portarsi dietro uno stigma negativo. È tutta colpa della politica, come si dice forse troppo spesso in Italia, oppure anche il mondo del gioco dovrebbe cambiare qualcosa?
“Ho già evidenziato che il settore dei giochi è molto proficuo per lo Stato italiano, vorrei ricordare i 14 miliardi di gettito che genera per le casse dell'Erario. Il nostro impegno sarà quello di prevenire fenomeni legati alla dipendenza, ma è impossibile arrivare ed eliminare il problema con un colpo di spugna. Così come l'alcolismo e la dipendenza dal fumo non vengono contrastati con l'eliminazione dei superalcolici dagli scaffali dei supermercati e delle sigarette dai tabaccai”.
Un altro tema importante è quello della disturbi legati al gioco patologico, problematica subdola, perché rispetto ad altre vista ancora con vergogna e spesso nascosta abilmente da chi ne è affetto e da chi gli sta attorno. Cosa si può fare, a suo parere, per cambiare la percezione del problema sia da parte di chi lo deve contrastare (magari evitando strumentazioni) sia da parte di chi lo vive?
“La ludopatia è un aspetto drammatico che caratterizza questo settore e che purtroppo ha portato molte famiglie alla rovina. Però non è limitando l'accesso al gioco che si riesce ad arginare il problema perché subentrerebbe il gioco illegale (e i dati raccolti durante questa pandemia ce l'hanno certificato). Con un censimento delle attività legali invece, sempre più ampliate dalle concessioni dello Stato, si può in primo luogo lasciare meno spazio all'illecito e poi permettere di monitorare gli andamenti individuando le situazioni patologiche su cui poter intervenire. È fondamentale che si susseguano campagne di sensibilizzazione e di informazione, controlli per limitare il gioco agli assidui consumatori sia sull’online che per i giochi in loco”.