"Auspico l'apertura di un tavolo tecnico al quale partecipi anche la società civile". Così Attilio Simeone, presidente dell'associazione antiracket e antiusura Gaetano Giordano e Rita Atria nel suo intervento durante le audizioni di oggi, 13 febbraio, presso la commissione Finanze della Camera dei deputati, con tema il riordino del settore dei giochi.
Quella di Simeone è l'ultima delle audizioni previste dalla commissione Finanze nell'ambito dell'esame dello Schema di decreto legislativo recante disposizioni in materia di riordino del settore dei giochi, a partire da quelli a distanza. Prima di lui erano intervenuti i rappresentanti delle associazioni di settore, molti dei quali già auditi, la scorsa settimana, in commissione Finanze del Senato, seguiti dall'audizione di Luciano Gualzetti, presidente della Consulta nazionale antiusura.
L'AUDIZIONE DI GUALZETTI - "Una delle cause che portano le persone a noi è legata al gioco d’azzardo, a causa della diffusione capillare del gioco sul territorio nazionale". Così esordisce il presidente della Consulta nazionale antiusura. "Ci troviamo a fronteggiare una situazione di persone che si accorgono di non potercela più fare a causa del gioco, ma dietro le quali ci sono sempre problemi sociali e relazionali, quindi non basta l'intervento economico".
Si dice preoccupato, Gualzetti, per la crescita della raccolta, riportando come nel 2004 la raccolta era pari a 26 miliardi, passanto nel 2022 a 136 miliardi e nel 2023, questa la stima, a 149 miliardi.
"C’è grande disponibilità di azzardo, ma tutto ciò non corrisponde a una entrata da parte dell'Erario. L'entrata era il 28 percento nel 2004, ma è calata all’8 percento nel 2022, con modifiche non proporzionali all’aumento della raccolta. Queste entrate che calano vengono impegnate dallo stato per cure sociali e sanitarie di problematiche legate all'azzardo".
Anche l'altra "giustificazione" dell'aumento del gioco lecito, ossia il contrasto a quello illegale, non regge secondo Gualzetti, secondo il quale "anzi, a volte la presenza del gioco legale semplifica gli affari per il gioco illecito".
"La nostra preoccupazione", spiega, "è mettere in ordine le priorità, la salute in primis e della coesione sociale, rispetto alla sicurezza pubblica e l'attività d'impresa. Vediamo un tentativo di ribaltare queste priorità mettendo al primo posto l'attività d’impresa e la fiscalità generale".
"La consulta chiede di intervenire con delle limitazioni che possano arginare questa diffusione dell’azzardo che porta a dipendenze. Oggi il gioco d’azzardo digitale con piattaforme online ha superato quello fisico, siamo passati dai 38 miliardi del 2019 agli 85 del 2023. Ci preoccupa ancora di più, ci sono 17 milioni di conti di gioco attivi. Superando le barriere fisiche il gioco online offre una possibilità di averlo a disposizione sui device, a casa, e soprattutto ha una veloce reiterazione delle offerte, che sono incalzanti, che avvengono in maniera molto frequente grazie alla tecnologia. Siamo allarmati che questa possibilità digitale sguarnisca gli argini dell’accesso per gli stessi minori. Ormai siamo contattati anche da famiglie con minori che giocano, in particolare sul fronte delle scommesse sportive, molto vicine agli interessi dei ragazzi".
E continua chiedendo "di rallentare la frequenza di ogni singola operazione, portandola a non meno di 3 minuti e l'interruzione della partecipazione al terminale di gioco ogni 30 minuti", e di arrivare alla "soppressione integrale di scommesse tra privati e della scomposizione delle singole scommesse live", ma anche una "rigorosa attuazione del divieto assoluto di pubblicità" e la "traduzione della governance primaria al ministero della Salute".
L'INTERVENTO DI SIMEONE - Il presidente dell’associazione antiracket e antiusura, ex consulente della commissione parlamentare antimafia, parte subito citando alcune dati illustrando come "dal 2012 al 2015 l’Asl di Bari ha registrato un +95 percento di minori presi in carico. Il 20 percento dei ragazzi vede il gioco d’azzardo come una fonte di guadagno e una fonte di reddito. Quando troviamo delle famiglie indebitate, quel debito spesso non è risolvibile".
E spiega che "mentre il piano di riordino presentato descrive il rapporto tra stato e concessionario, molto lacunario è il rapporto tra concessionario e utente. Non c’è obbligo di indicare una sede legale in Italia. Se un giocatore deve fare causa a una società sappiamo quanto può risultare complicato andare a contattare un’azienda che ha sede all’estero".
"Non è comprensibile per la tracciabilità", secondo Simeone, "il fatto che venga messo un limite del 2 percento alla dichiarazione della proprietà di società concessionarie. Tutta la proprietà delle concessionarie dovrebbe essere chiara e trasparente".
E poi sottolinea come "sarebbe importante, al momento dell’apertura del conto di gioco, anche l’autorizzazione del coniuge, dato che viene coinvolta tutta la famiglia".
"Siamo contrari all’uso di contanti", a maggior ragione perché "abbiamo avuto la reminescenza dell’usuraio di quartiere".
Secondo il presidente del "dovrebbe essere capovolto il paradigma del gioco responsabile, non più affidato al giocatore, cui non può essere chiesto di giocare in modo responsabile. Chi è chiamato all’essere responsabile deve essere chi offre il gioco d’azzardo, ricordando che chiunque cagiona agli altri un danno è tenuto al risarcimento dei danni se non prova di aver messo in atto tutte le misure di cautela".
"Chiudo", dice Simeone terminando il suo intervento, "auspicando un apertura di un tavolo tecnico al quale partecipi anche la società civile e sottolineo come non siano più ammissibili cartelloni a bordo campo che inneggiano al gioco d’azzardo".