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Totoministri, Meloni (FdI): 'Stop ai nomi, ma agire in fretta per tutelare il Paese'

04 ottobre 2022 - 12:11

La leader di Fratelli d'Italia interviene sul totoministri, sembra certo il no a quelli che hanno già ricoperto tale carica in passato e che ci saranno dei tecnici nei dicasteri di peso.

Scritto da Fm

Dopo le ipotesi rilanciate dai giornali sulla composizione della squadra che dovrebbe sottoporre al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, se la incaricherà di formare il nuovo Governo, la premier in pectore Giorgia Meloni torna sul totoministri. Invitando al realismo, e al silenzio.

"Ragazzi, io leggo cose abbastanza surreali sulla stampa, che poi dovrei anche commentare. Consiglio prudenza", afferma la leader di Fratelli d'Italia, rispondendo ai cronisti di fronte a Montecitorio nella mattinata di oggi, 4 ottobre. "Temo che voi facciate confusione, è l'unica cosa che sto temendo".

Il riferimento è ai nomi circolati in questi giorni, che in molti casi potrebbero essere cancellati con un colpo di penna, in virtù del cosiddetto “Lodo Meloni” di cui si parla negli ambienti legati a quello che è ormai il primo partito italiano: "Nessuno può restare dove è già stato".

Quindi stop alla riproposizione di ministri che sono già stati tali, come Matteo Salvini al ministero dell'Interno, solo per fare un esempio.

Probabilmente, stando alle indiscrezioni delle ultime ore, l'Esecutivo in continuità con il recente passato vedrà al suo interno anche qualche tecnico - 4-5 in tutto, e sembra ormai probabile all'Economia –, pescati nel novero degli amministratori delegati o dei presidenti di società partecipate dello Stato, ma con programmi “frutti del nuovo Esecutivo” e non di quello precedente, a marcare una certa discontinuità.

Scenario che potrebbe riguardare anche il comparto del gioco, forse anche per le nomine dei sottosegretari, dove potrebbe essere in ballo ancora il nome di Federico Freni per la delega al settore. E che potrebbe colpire anche l'ippica, visto che per il ministero delle Politiche agricole nei giorni scorsi è circolato il nome di Gian Marco Centinaio, già titolare di questo dicastero nel Governo Conte I, un anno e poco più in cui ha pubblicato il Libro verde sull'ippica, istituito una task force ministeriale per il suo rilancio, partendo dall'ammodernamento e dalla promozione delle strutture, ed ha annullato il decreto Castiglione sulla classificazione degli ippodromi. Anche in questo caso sarà decisivo definire il sottosegretario al quale verrà affidata la delega all'ippica dopo Francesco Battistoni, e al quale spetterà occuparsi, anche in questo caso, di riordino e rilancio del settore.

A rafforzare le voci in tal senso arriva anche il commento di Ignazio La Russa, senatore di Fratelli d'Italia, indicati da alcuni come possibile sottosegretario alla presidenza del Consiglio. "In questo momento le notizie che i giornalisti ricamano da tutta una serie di colloqui vadano prese con le pinse. Credo che non ci sia nessuna regola ufficiale, anche se mi sembrerebbe un giusto criterio per dare un senso di novità e di cambiamento per il Governo ma non credo che ci siano cose tassative", afferma nel corso della trasmissione Radio anch'io su Radio1, puntualizzando che la costruzione del possibile Esecutivo a guida Meloni è appannaggio solo dei “leader che poi si confrontano con le proprie classi dirigenti, ma la sintesi spetta ai leader e Meloni sta lavorando giorno e notte perché sa che bisogna fare presto perché le urgenze sono tante e non c'è tempo da perdere".  

 

Tornando ai desiderata della numero uno di Fratelli d'Italia, l'obiettivo principale è quello di “non perdere tempo” e “agire in fretta, poiché ci sono troppe scadenze importanti". Al contempo difendendo l'unità della coalizione di centrodestra, con la volontà di presentare una delegazione compatta alle consultazioni, che potrebbero iniziare il 14 ottobre, il giorno dopo la prima riunione del Parlamento nella sua nuova composizione.

Ma pare certo che dovrebbe essere ancora l'attuale premier Mario Draghi a rappresentare l'Italia al Consiglio europeo del 20 e del 21 ottobre, per garantire “una transizione ordinata nel rispetto delle istituzioni”, e “senza fare inciuci”, come assicurato dalla stessa Meloni. 
 

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