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Umbria: scandalo sanità frena legge sul gioco, ma dai dati non c'è urgenza

19 aprile 2019 - 10:05

Dopo lo scandalo dei concorsi truccati all'Azienda ospedaliera di Perugia che ha causato le dimissioni dei vertici della Regione, la legge sul gioco è ferma al palo: ma i dati non mostrano urgenze.

Scritto da Fm
Umbria: scandalo sanità frena legge sul gioco, ma dai dati non c'è urgenza

Fra le tante ripercussioni dello “scandalo sanità” venuto recentemente alla luce in Umbria, con la maxi inchiesta sui concorsi truccati all'Azienda ospedaliera di Perugia che ha visto numerosi indagati fra politici e dirigenti e anche le dimissioni del presidente della Regione Catiuscia Marini, ce n'è anche per il gioco pubblico, almeno indirettamente.

La vicenda politica e giudiziaria, che potrebbe portare a nuove elezioni in autunno, ferma inevitabilmente anche le attività del consiglio regionale, bloccando l'iter di alcune proposte di legge.

Fra loro anche il testo “Ulteriori modificazioni della legge regionale 21 novembre 2014 n. 21 in materia di orari di funzionamento degli apparecchi di intrattenimento e svago con vincita in danaro di cui all’articolo 110 comma 6 del R.D. 773/1931 situati nella Regione Umbria”, presentato dal Movimento cinque stelle, che chiede di “integrare la normativa contenuta nell’Articolo 6-bis avente ad oggetto le 'Limitazioni all'esercizio del gioco' prevedendo determinate fasce orarie obbligatorie entro le quali i singoli comuni possono disporre limitazioni orarie all'esercizio del gioco ai sensi del Comma 1 dell’Articolo 6-bis”. Una proposta attualmente ferma in commissione, come riporta a GiocoNews.it il consigliere pentastellato Maria Grazia Carbonari, e che probabilmente resterà lì fino alla fine – anticipata – della legislatura.
 
IL TAVOLO DI LAVORO - Altra iniziativa relativa al gioco ad oggi ferma al palo è il tavolo sulla legge vigente appena attivato da Regione, Usl e Anci Umbria. Come conferma il presidente Francesco De Rebotti, lo “scandalo sanità” ha portato con sé “il blocco di tutte le attività, che erano cominciate da pochissimo. Sotto la lente lo stato di applicazione della legge e la possibilità di proporre eventuali osservazioni e miglioramenti”.
 
 
I DATI SUI GIOCATORI - Miglioramenti necessari, secondo la politica, ma forse non troppo, alla luce dei dati sul numero dei soggetti dipendenti dal gioco patologico presi in cura negli anni 2016, 2017 e 2018 dai servizi per le dipendenze dell'Usl, raccolti da GiocoNews.it. Nonostante le cifre relative agli anni successivi all'emanazione della legge vigente, risalente al 2014, evidenziano una lieve crescita nelle richieste di aiuto, il numero dei giocatori problematici rimane ben al di sotto dell'1 percento della popolazione regionale (0,04 percento, che diventa di poco più dello 0,5 percento della sola popolazione maggiorenne). In particolare, per quanto riguarda l'Usl 1 (Comuni di Corciano, Perugia e Torgiano) tali soggetti infatti sono 114 nel 2016, 150 nel 2017 e 212 nel 2018.
Per l' Usl 2, che comprende i territori di Terni, Foligno, Spoleto, Narni, Amelia, Orvieto e della Valnerina, invece si attestano a 135 nel 2016, 168 nel 2017, 180 nel 2018.
Fermo restando, naturalmente, che i soggetti patologici che finiscono in cura non rappresentano la totalità dei giocatori problematici, quindi il numero delle persone in cura potrebbe rappresentare soltanto la punta di un iceberg, come viene ricordato sistematicamente in questi casi, è comunque evidente che l'esiguità delle cifre non sembra essere tale da giustificare un urgenza rispetto alla tematica. A differenza di quanto era stato evidenziato all'origine dell'iter legislativo, quando il tema del gioco patologico era stato oggetto di discussione in giunta e in consiglio regionale.
 
 
LE INIZIATIVE DELLA REGIONE - Per contrastare il gioco patologico, la Regione Umbria ha promosso diverse iniziative tra cui l’apertura di tre centri specifici per il trattamento socio-sanitario dei giocatori patologici a Perugia, Foligno e Terni ed è in corso di attivazione una quarta realtà a Città di Castello.
È stato anche attivato un numero verde regionale (800 410 902), per informazioni e richieste di aiuto, sono state promosse azioni mirate a contenere e regolamentare l’offerta, realizzati corsi di formazione obbligatoria per addetti alle sale da gioco, attivate iniziative per sensibilizzare i cittadini sui rischi legati al gioco, tra cui una campagna di comunicazione regionale, che include il marchio “Umbria No Slot”.
 
 
I PROSSIMI SVILUPPI – A dover decidere sul futuro della legge regionale toccherà probabilmente al prossimo assessore alla Sanità, dopo che il suo precedessore, Luca Barberini, è finito agli arresti domiciliari per la vicenda insieme a Emilio Duca, l'ex direttore generale dell'Azienda ospedaliera di Perugia, Maurizio Valorosi, ex direttore amministrativo, e all'ex segretario del Pd dell'Umbria, Gianpiero Bocci. Barberini si è speso più volte in materia di contrasto al gioco patologico.
L'ultima volta agli inizi di aprile, quando aveva consegnato a Narni (Tr) i primi marchi 'Umbria no slot' agli esercizi che hanno rinunciato agli apparecchi da gioco, realizzati nell'ambito della campagna di comunicazione regionale per la prevenzione e il contrasto del gioco patologico, con l’idea di promuovere una cultura tesa alla limitazione del fenomeno.
 
 

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