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Amusement: il settore chiede tutele e pensa a una nuova fiera

19 gennaio 2017 - 08:37

Gli operatori italiani dell’amusement preoccupati del proprio destino si interrogano sul futuro del business e, prima ancora, della prossima fiera di settore.

Scritto da Alessio Crisantemi

 

 

Londra – L’idea, nel settore, circola da tempo. Adesso, però, con le tante (e davvero troppe) difficoltà con cui devono confrontarsi gli addetti ai lavori del settore dell’intrattenimento italiano, sta prendendo sempre più piede l’ipotesi di creare un’alternativa alla ‘classica’ fiera di settore, portando il solo comparto dell’amusement in una esposizione ad hoc, magari all’intero di un grande albergo nazionale.


Per un evento – simile a un ‘open day’ più che a una fiera – decisamente più limitato rispetto a una fiera in piena regola, ma senz’altro più adeguato alle potenzialità che il mercato è in grado oggi di esprimere. Ora però, l’ipotesi - fino a qualche tempo fa decisamente remota - in questi giorni sembra farsi molto più concreta, al punto che i principali attori attivi sul mercato nazionale dell’intrattenimento starebbero valutando concretamente l’idea, sentendosi costretti a rinunciare alla prossima fiera di Rimini.

 

Al di là delle questioni economiche da sempre rivendicate da quella parte della filiera del gioco che non considera 'adeguato alla realtà del mercato' applicare le stesse condizioni degli operatori dell’amusement a quelli del 'gambling' (equiparando, di fatto, il mercato del puro intrattenimento a quello del gioco a vincita), a creare oggi le maggiori perplessità da parte degli addetti ai lavori sarebbe la condizione 'politica' e amministrativache sta vivendo il settore e che ha toccato, in questi ultimi giorni, in modo particolarmente significativo, la regione Emilia-Romagna. Cioè proprio quella che ospita, da ormai diversi anni, la principale fiera di settore. Oltre ad essere il territorio di maggiore rilevanza per l’industria, essendo la sede principale delle maggiori sale da gioco (per lo più estive) della Penisola. E come potrebbero sperare di fare affari in fiera, gli operatori del settore, in un territorio dove le macchine da loro proposte vengono messe al bando o comunque fortemente limitate dalle norme di carattere locale? Da qui l’intenzione di mettere in pratica l’antica idea di una esposizione ‘ad hoc’ per il mercato dell’amusement.

UNA STORIA CHE SI RIPETE? - Un tema che ha trovato una particolare eco all’interno della fiera Eag Expo di Londra, alla quale hanno aderito numerosi gli operatori italiani di questo settore, ma con non poca preoccupazione rispetto alle sorti del mercato tricolore. Proprio in virtù delle leggi regionali (e dei conseguenti regolamenti comunali) che stanno minando il settore.
Del resto, la storia dell’Eag Expo di Londra ha vissuto un percorso molto simile a quello che si sta delineando per il settore dell’amusement italiano. Per chi ha buona memoria, è sufficiente ricordare quanto avvenuto nel 2009, con lo ‘strappo’ operato dagli operatori del puro intrattenimento (guidati dall’associazione britannica Bacta) che decisero di abbandonare la fiera allora denominata Atei (oggi conosciuta come Ice Totally Gaming) per dare vita a un’esposizione esclusivamente dedicata all’intrattenimento, con prezzi più moderati rispetto a quelli applicabili (e applicati) al settore del gioco a vincita in denaro, e uno spazio dedicato per approfondire le tematiche di interesse. Ebbene, anche l’attuale Eag Expo di Londra partì proprio da una 'preview' organizzata all’interno di un hotel londinese, per testare il terreno nell’industria dell’amusement. E dopo una prima edizione già decisamente positiva, la manifestazione è presto diventata la fiera di spicco che rappresenta oggi. Sicuramente molto più esigua rispetto all’Ice, ma senza dubbio di interesse (oltre che alla portata) per gli addetti ai lavori. Proprio quello che auspicano gli operatori dell’intrattenimento italiano, in un momento di estrema difficoltà per il settore.
 

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