Lootbox, massima trasparenza o multe fino a 5 milioni di euro
Acquisti in gioco e lootbox, Altroconsumo e Movimento difesa del cittadino trascinano società di software per l'intrattenimento davanti all'Agcm.
Sono ancora quelle che vengono definite pratiche commerciali scorrette a riportare il tema degli acquisti in game e delle discusse lootbox sul tavolo dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm). Stavolta Altroconsumo e Movimento difesa del cittadino hanno segnalato una società, con sede negli Stati Uniti, attiva nello sviluppo e commercializzazione di prodotti software interattivi e dell’intrattenimento che possono essere riprodotti su diverse piattaforme e device quali console, personal computer e dispositivi mobili.
La stessa società è attiva in Europa con due proprie Divisioni che, tra l’altro, svolgono il ruolo di licenziatari dei servizi e dei videogiochi del gruppo per gli utenti europei, e gestisce inoltre un proprio negozio online di videogiochi, , tramite il quale distribuisce digitalmente i propri contenuti.
All'attenzione dell'autorità, la possibilità di effettuare acquisti in game e tramite lootbox, offerta nell'ambito di due videogiochi in particolare, al fine di ottenere un effetto diretto sulle performance di gioco o decorazioni estetiche e coreografiche. Nell’insieme, come noto, acquisti in-game e lootbox vengono anche denominati microtransazioni.
Dalle segnalazioni acquisite agli atti del fascicolo e dalle rilevazioni d’ufficio svolte dall'Agcm, è emerso a questo proposito che i siti in esame non evidenzierebbero in maniera chiara e agevolmente percepibile, già dal primo contatto, la rilevante informazione che i videogiochi includono acquisti in game. Inoltre, i giochi free to play (ovvero i giochi che non hanno un costo iniziale di acquisto), presentati come gratuiti, prevedono acquisti ingame, in assenza di indicazioni contestuali che ne chiariscano la presenza.