Marai 'Fiera Fee oltre le aspettative: da qui riparte l'amusement'
Roberto Marai di Farogames commenta il successo della fiera Fee, con 2000 visitatori business e 3000 all'evento per famiglie di domenica, e illustra la strategia di rilancio dell'amusement, fra nuove regole e prodotti.
"E stata 'una cavalcata entusiasmante': abbiamo avuto grande risposta dalle persone che si son date da fare per creare questo nuovo evento, con un entusiasmo mai visto in 40 anni di questo mestiere. Quindi siamo certi di aver fatto la cosa giusta, riuscendo ad attirare l'attenzione di operatori ed enti locali sul settore del puro intrattenimento, ribadendo l'esigenza di fare un percorso che si stacchi dal mondo del gioco con vincita in denaro. Un'esigenza sentita da tutti quelli che fanno dell'amusement il proprio business".
Così Roberto Marai racconta a Gioconews.it il successo della prima edizione di Fee - Family Entertainment Expo, la prima fiera dedicata al puro intrattenimento, andata in scena a Riccione dal 17 al 19 marzo. Con 2000 visitatori business e 3000 visitatori all'evento di domenica dedicato alle famiglie.
VERSO L'EDIZIONE 2018 - Proprio sull'onda di questo primo risultato, Marai pensa già all'anno prossimo e alla prossima edizione della fiera. "La Fee ci ha dato un senso di entusiasmo che va oltre la manifestazione stessa, nata in cinque settimane come una grande scommessa. Abbiamo detto no a molte aziende visto che il bellissimo spazio che ci ha ospitato - il Palariccione - pur essendo molto centrale e con tanti servizi per i visitatori forse è un piccolo. Ma quelle aziende si sono già messe in lista per partecipare al prossimo evento che organizzeremo. Ovviamente è ancora presto per pensare al 2018 ma sappiamo che ormai non possiamo più tornare indietro, ad Enada, che pure in questi anni ci ha dato grande spazio. Vogliamo essere un'entità separata, non vogliamo più essere al fianco agli apparecchi con vincita in denaro visto che il nostro è puro amusement. Vogliamo far capire alle istituzioni che parliamo di due mondi diversi, che dovrebbero 'abitare' sotto due ministeri diversi. I Monopoli di Stato potrebbero essere sollevati dall'onere di curare il settore ed essere più liberi di trattare la parte del gaming in maniera più compiuta. A questo proposito vorremmo parlare con l'amministrazione per cercare di trovare una 'via di fuga' indolore, e creare una situazione che non generi più confusione o 'l'infiltrazione di macchine pseudo-redempiton e che poi finiscano per entrare nel gaming in modo illegale".
NO ALLE REGOLE TECNICHE DI ADM - Il mondo del puro intrattenimento quindi si appresta al rilancio, con richieste precise al mondo politico e istituzionale. "Il documento che i Monopoli hanno inviato alla Commissione Europea a Bruxelles che dovrebbe riscrivere le regole per il nostro comparto - il progetto recante 'Regole tecniche in materia di apparecchi da divertimento ed intrattenimento di cui all’art. 110, comma 7, del Regio decreto 18 giugno 1931, n. 773, e successive modificazioni' - non ci ha mai trovato d'accordo e concordi. Hanno inviato un testo che fa contenti solo loro e non gli operatori del settore. Noi siamo diversi dal gioco con vincita in denaro, abbiamo gli stessi oneri ma redditività diverse; è impensabile che possiamo trovare la nostra dimensione con quella normativa. Non a caso l'avvocato dell'associazione Sapar, Ciro Benelli, su mio sollecito, ha depositato una denuncia in Commissione Europea accolta dallo stesso organismo (che contesta la mancanza, da parte delle autorità italiane, di notifica al Dipartimento Impresa a industria della Commissione, come previsto dalla direttiva Ue 2015/1535 -ex 98/34/CE per tutte le norme di carattere tecnico relative a beni e servizi in circolazione in Europa, Ndr). L'Italia è passibile di un ulteriore procedura di infrazione per i comma7, che non rientrano nell’esclusione della direttiva Bolkestein (recepita dal D.lgvo 59/2010) in quanto non ledono interessi generali: salute, ordine pubblica, sicurezza, sanità pubblica, Ndr). Noi, come aziende e come Fee, manderemo un documento di risposta dicendo che non siamo d'accordo e che concordiamo con il ricorso presentato a Bruxelles.
Abbiamo bisogno di essere detassati dall'Isi, tassa iniqua visto quanto siamo defraudati a discapito di chi lavora nel nostro ramo. Il fatto di avere un gaming cosi importante in Italia ha portato gli investitori del settore a puntare poco sull'intrattenimento e ha catalizzato anche la spesa di gioco.
Vogliamo essere alleggeriti dal punto di vista fiscale, ed aiutati da una normativa che autorizzi le macchine redemption, senza tutti gli orpelli che prevede la legge presentata dai Monopoli.
Inoltrenon vogliamo una 'sanatoria', che sarebbe un ulteriore danno, una cosa iniqua, visto che non è stata richiesta neppure quando dai videopoker si è passati alle slot machine, dati i valori di redditività in campo, con le sofferenze degli operatori".
IL FUTURO DELLE SALE - Marai ha ben chiaro il "futuro" del settore che vorrebbe vedere realizzato. "Abbiamo bisogno di poter organizzare dei giochi online dalle postazione di sala, vorremmo tornare a far uscire i bambini di casa e vederli di nuovo sfidarsi nelle nostre sale, fra loro e con i giocatori che in quel momento giocano da un'altra sala a migliaia di chilometri di distanza. Il gioco online nelle sale di intrattenimento potrebbe ridurre le alienazioni 'casalinghe', con i giocatori accanto ai figli, lontani dalle console. Così le redemption devono stare solo in luoghi dedicati al gioco per la famiglia, con una metratura minima e un certo numero di macchine. Ecco che, allora, le problematiche dell'illegale diventerebbero praticamente nulle.