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Veneto, audizioni su Pdl gioco: gli operatori 'Apparecchi penalizzati'

29 marzo 2019 - 09:29

Per gli operatori in audizione alla commissione Sanità del Consiglio del Veneto la nuova Pdl sul gioco penalizza solo gli apparecchi.

Scritto da Redazione
Veneto, audizioni su Pdl gioco: gli operatori 'Apparecchi penalizzati'

“Abbiamo avuto modo di sottolineare che nel testo ritroviamo solamente tre tipologie di giochi interessate dalla normativa, mentre la vera incidenza sulla ludopatia non arriva solamente dagli apparecchi ma soprattutto dal gioco online”.

 

Lo afferma il vice presidente dell'associazione nazionale Sapar, Andrea Lo Massaro, che ha guidato la delegazione alla commissione consiliare Sanità del consiglio regionale del Veneto nell'audizione con gli operatori del gioco tenutasi ieri, 28 marzo, in merito al Testo unificato per la prevenzione, il contrasto e la riduzione del rischio dalla dipendenza dal gioco d’azzardo patologico (Gap), ovvero il PdL n. 395 della Giunta, quale testo di riferimento, 'Norme sulla prevenzione e cura del disturbo da gioco d’azzardo patologico', il PdL n. 68 d'iniziativa del consigliere Guadagnini (Siamo Veneto), il PdL n. 85, R. Barbisan (Ln) primo firmatario e il PdL n. 297, d'iniziativa della consigliera Negro (Vca), con successivo esame del testo normativo.

 

Sapar ha come fine la salvaguardia del gioco responsabile e della legalità nel settore dell'offerta di gioco pubblico, di cui è il maggiore ente rappresentativo nazionale per numero di  imprese associate. La delegazione, che ha visto anche Edo Simonato, presidente Sapar Veneto, e il presidente di Sapar Service srl,  Paolo Dalla Pria, ha espresso al termine “soddisfazione per  l'incontro cordiale e proficuo che ha consentito di trattare dei punti essenziali per il settore".
Lo Massaro ha precisato che i dati Ulss del Veneto nel 2016 “parlano solo di 1.881 giocatori patologici sull'intera popolazione regionale” citando ad esempio che la  regolamentazione della vendita di alcolici in Veneto è interdetta solo dalle ore 3.00 alle ore 6.00 “anche se è di tutta evidenza e di dominio pubblico l'emergenza legata all'abuso di tale tipo di sostanze. Ciò per dire che assistiamo ad un accanimento ingiustificato verso solo tre forme di gioco, peraltro nemmeno tra le più aggressive, in presenza di emergenze sociali e sanitarie più rilevanti”, ha concluso.
 
 
Sul tema amusement, inserito nella proposta di legge del Veneto, interviene Vanni Ferro in rappresentanza di New Asgi Fee e la nuova Federazione amusement Confesercenti. “L'audizione si è svolta in modo puramente espositivo, senza contraddittorio, e tutti sono stati molto disponibili. Abbiamo sostenuto che tale proposta di legge non riguarda l'amusement, visto che si parla di Gap e che i dati che portano a sostegno sono basati sull'utilizzo di apparecchi con vincita in denaro, mentre il recenti studio dell'Università Roma Tre – che sarà completo entro la fine dell'anno ed è stato esteso anche ad alcuni Paesi europei - dimostrano che non c'è correlazione fra questa patologia e l'uso delle ticket redemption. Quindi, abbiamo chiesto ai consiglieri di depennare dal testo la parte relativa ai comma 7, che non ha nulla a che vedere con noi”.
 
 
Stefano Sbordoni, segretario dell'Utis - Unione totoricevitori italiani sportivi, evidenzia: “I nostri esercizi non sembrerebbero toccati dalla proposta di legge veneta, visto che è incentrata sugli apparecchi. In audizione abbiamo fatto notare che si lascia ancora eccessivo spazio ai Comuni nella regolamentazione delle distanze, mentre per gli orari finalmente si prende a riferimento l'accordo stipulato in Conferenza unificata Stato-Regioni del settembre 2017 con massimo un tetto massimo di sei ore. Abbiamo suggerito di adottare criteri aderenti all'accordo anche sulle distanze, per bloccare la proliferazione di luoghi sensibili che non hanno attinenza con lo scopo sanitario che si prefigge. Inoltre, abbiamo riproposto la nostra iniziativa del patentino del ricevitore, come titolo qualificante che permette all'amministrazione – sia comunale che regionale - di avere la garanza che tale soggetto sia effettivamente preparato, in grado di gestire eventuali effetti negativi delle attività di gioco, ricordando che questa è sempre stata la funzione del ricevitore, dell'esercente, di fare da filtro, ancora a terra per i giocatori. Quindi, invece di demonizzare l'online, anche se è vero che con il gioco a distanza non si deve sottostare ai limiti di orari e distanze, piuttosto va tutelato il gioco a terra. Gli apparecchi consentono di monitorare i giocatori e di incanalarli in circuiti controllati. Abbiamo chiesto di rivedere gli importi previsti per le sanzioni perché sono troppo alti e rischiano di mettere a repentaglio le attività quando invece possono recuperare gettito con un accordo diretto per una destinazione di scopo all'ente territoriale o imponendo le stesse sanzioni agli illegali. Il punto di gioco in regola deve essere il riferimento degli amministratori non il nemico, visto che dà la possibilità di monitorare i giocatori e di poter avere una parte di gettito sotto forma di contribuzione diretta. Le sanzioni siano applicate agli illegali. Per questo serve collaborazione, abbiamo suggerito che ai tavoli siedano rappresentanti delle categorie”.
 
 
 
 
 

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