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Uk: la lente del regolatore sulle affiliazioni e i riflessi in Italia

03 luglio 2019 - 10:35

Il regolatore del gambling in Regno Unito interviene sulle affiliazioni e sulla responsabilità (diretta) degli operatori: tema importante anche per l'Italia.

Scritto da Alessio Crisantemi
Uk: la lente del regolatore sulle affiliazioni e i riflessi in Italia

La Uk Gambling Commission pone la lente sulle affiliazioni, sollecitando gli operatori britannici al rispetto delle norme che vietano l'accesso al gioco ai minori anche (e sopratutto) attraverso le promozioni che passano per gli affiliati. In particolare il regolatore si sofferma sui modelli pubblicitari utilizzati dagli affiliati e che offrono versioni gratuite di giochi con denaro reale sui propri siti web, i quali risultano molto spesso privi della necessaria verifica dell'età degli utenti. Lasciando quindi, di fatto, la porta aperta anche ai minori.

Con le modifiche apportate al Licence Conditions and Codes of Practice (Lccp) lo scorso 7 maggio, sulla verifica dell'età dei giocatori, la legge britannica indica che i titolari di licenze per il gioco remoto devono assicurarsi di aver verificato l'età di qualsiasi cliente prima che questo possa accedere ai giochi gratuiti proposti dal licenziatario.
In particolare, la clausola del codice di responsabilità sociale Lccp, al punto 1.1.2 prevede che: "I licenziatari sono responsabili per le azioni di terzi con cui firmano un contratto per la fornitura di qualsiasi aspetto dell'attività commerciale del licenziatario relativa alle attività autorizzate". Anche i licenziatari devono "richiedere ai terzi di comportarsi nella misura in cui svolgono attività per conto del licenziatario come se fossero vincolati dalle stesse condizioni di licenza e soggetti agli stessi codici di condotta del licenziatario".
 
I RIFLESSI SULL'ITALIA - Pur trattandosi di una questione prettamente locale, che riguarda strettamente le attività di gioco all'interno del Regno Unito, non può sfuggire come la questione susciti interesse anche negli altri paesi. Italia in testa, in virtù soprattutto degli ultimi sviluppi e del divieto di pubblicità del gioco con vincita in denaro sancito con il Decreto Dignità che prevede, a partire dal 14 luglio, lo “switch off” delle pubblicità di gioco. Affiliazioni comprese. Almeno, nella formulazione attuale (e utilizzata in tutto il resto del mondo). Mentre gli operatori titolari di concessione italiana (insieme agli stessi affiliati) cercano di capire come si potrà continuare a informare i consumatori e attivare campagne di marketing dopo il 14 luglio, tenendo conto che, in teoria, non è vietata l'offerta di gioco ma solo la pubblicità, c'è chi ritiene opportuno considerare le attività di affiliazioni come pratiche commerciali per il procacciamento di clienti, quindi non operazioni di pubblicità o promozione dal gioco e per tale motivo dovrebbero rimanere “immuni” dal divieto. Fermo restando che, tali attività, non potranno più passare attraverso campagne pubblicitarie, banner, e così via. La questione fondamentale, tuttavia, rimane quella delle responsabilità, in quanto in Italia la figura professionale del cosiddetto “affiliato”, di fatto, non esiste. Non essendoci alcune norma o provvedimento amministrativo che identifichi questo tipo di attività. Diverso, invece, accade nel resto dell'Europa. Come dimostra l'intervento di oggi della Gambling Commission britannica e come già emerso da una simile azione del regolatore danese di qualche tempo fa. In entrambi i casi, infatti, nel riconoscere l'attività degli affiliati, le autorità hanno specificato che gli operatori sono responsabili anche delle promozioni eseguiti per i loro brand anche da soggetti terzi.
 
LE NORME INGLESI – Nel caso specifico del Regno Unito, la Commissione impone che i licenziatari debbano garantire che le nuove disposizioni Lccp sui giochi gratuiti siano applicate alle società affiliate di gioco d'azzardo che impiegano. E ciò potrebbe richiedere la modifica dei metodi pubblicitari attualmente utilizzati. I nuovi requisiti non si applicano però ad altre forme di pubblicità come screenshot o video di giochi che potrebbero essere disponibili sui siti di affiliazione di gioco d'azzardo, in quanto non consentono l'interazione da parte del cliente. In questi casi, esistono norme di marketing e pubblicità, nonché i Remote technical Standards (Rts), che indicano come comportarsi. I requisiti non si applicano inoltre ai fornitori “B2B2 che offrono versioni demo dei loro giochi per venderli a terze parti commerciali, piuttosto che ai consumatori.
La commissione ha chiesto ai licenziatari "di adottare immediatamente le misure necessarie per garantire che i giochi gratuiti non siano accessibili ai bambini e ai giovani tramite i siti web affiliati".

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