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'Squillo', il gioco sulle prostitute fa polemica anche in Senato

06 novembre 2019 - 09:46

Il gioco che ha per protagoniste le prostitute è oggetto di un'interrogazione ai ministri da parte dei senatori del Partito democratico.

Scritto da Rf

Il gioco di carte "Squillo" torna sui banchi della politica. A Palazzo Madama, i senatori del Partito democratico Valeria Valente, Paola Boldirni, Monica Cirinnà, Valeria Fedeli, Gino Pittella, Anna Rossomando e Mino Taricco hanno presentato un'interrogazione ai ministri per le Pari opportunità e la famiglia, dell'Interno e dello Sviluppo economico sui contenuti del gioco che, spiegano "non solo mortifica la dignità femminile promuovendo l'idea per la quale la normalità è costituita da pratiche sessuali violente e trasgressive, ma rappresenta anche una vera offesa ai diritti umani, in particolare delle tante donne ridotte in schiavitù e costrette a prostituirsi".

"È in circolazione sul mercato dal 2011, con varie edizioni, un gioco da tavolo di carte illustrate vietato ai minori di 18 anni, dal titolo 'Squillo' - continuano i senatori -. Il gioco consiste nel fatto che ogni giocatore ricopre un ruolo, quello di sfruttatore di prostitute, gestendo di passaggio in passaggio le sue ragazze, divise tra escort e prostitute di strada, ognuna con una propria particolarità, parcella, ricavato finale e successiva vendita degli organi delle donne.
 
Squillo è disponibile all'acquisto on line anche su piattaforme di e-commerce di ampia diffusione, con la conseguenza che tale gioco possa essere acquistato, attraverso profili fittizi, anche da persone di minore età.
 
Sebbene il gioco, sin dalla sua prima edizione, sia stato oggetto di aspre critiche, recepite anche in puntuali atti di sindacato ispettivo, in quanto esso induce al messaggio che le donne siano oggetti da sfruttare sino a decidere se vendere i loro organi per trarne un ricavo in danaro, tuttavia ad oggi esso risulta ancora in vendita.
 
Chiediamo ai ministri - concludono i senatori - se siano a conoscenza dei fatti e se non intendano porre in essere immediate iniziative volte ad evitare la diffusione e la vendita sul libero mercato di giochi".

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