Corti: 'Difficoltà ad inquadrare eSports in una federazione ma serve'
Stefano Corti, esperto di cinema e videogiochi, è intervenuto nel digital panel organizzato da Gioconews.it in collaborazione con Esportsmag.it.
“Ho partecipato all’incontro di Losanna del Cio e per due anni ho lavorato con le federazioni e mi sono reso conto della complessità della materia. In Spagna hanno 28 leggi sugli esports, in Francia un paio e in Germania zero, come in Italia. Mettere insieme le federazioni era quasi impossibile e dopo due anni l’unione si è sfaldata. In ogni caso il problema non è chiudere gli esports in un recinto ma tutelare e aiutare i Publisher e gli stakeholders”. Stefano Corti, esperto di cinema e videogiochi, ha parlato così nel corso del digital panel organizzato da Gioconews.it in collaborazione con Esportsmag.it, "eSports: non solo gioco - I modelli di business emergenti nel settore degli eSports e prospettive di sviluppo”.
Qual è la situazione all’estero? “In America ci sono due federazioni, una degli Indiani d’America e puntano tutto sull’educazione perché preferiscono tenere i ragazzi a scuola a giocare agli esports piuttosto che mandarli per strada. Una grande opportunità di stare insieme e attraverso i tornei riavvicinarli ed è l’unica maniera per parlare coi ragazzi. Ho iniziato a lavorare con quella che doveva diventerà la federazione Usa. Ma sono considerate sempre più media company e non riescono a capire perché devono lavorare in un organismo diverso. Sono richiesti grossi investimenti e stanno creando mercati d’indotto al settore degli esports”.