L’Urss, e dopo il suo scoglimento la Russia, hanno sempre avuto una sorta di chiodo fisso per gli scacchi. Come ha ben riportato anche la recente serie Netflix "La regina degli scacchi", il gioco in Russia era fortemente sostenuto dallo Stato per motivi politici e militari, dato che era considerato un ottimo modo per sviluppare competenze strategiche.
Gli scacchi ovviemente rimangono ancora oggi un'attività importante per il Paese, tanto importante che su di essi si ripercuotono anche le decisioni politiche, con il mondo degli scacchi che viene mosso, e si muove, su influenza, e per influenza le scelte politiche, e geopolitiche, della Russia, ma non solo.
Basti pensare a ciò che è successo tra fine febbraio e inizio marzo di quest'anno, quando la Federazione scacchistica Russa (Cfr) ha completato il suo passaggio all'Asia. Una decisione che è stata definita senza mezzi termini "vergognosa" dall'Unione scacchistica europea (European chess union, Ecu), mentre la Federazione scacchistica asiatica (Asian chess federation, Acf) accoglieva la Cfr tra i suoi membri nel corso della sua Assemblea generale ad Abu Dhabi.
Non mancano campioni degli scacchi schierati attivamente in politica, come i famosissimi Anatoly Karpov e Garry Kasparov. Il primo fa parte dei 351 deputati sanzionati dall'Ue per aver votato a favore del riconoscimento dell'indipendenza delle repubbliche di Donetsk e Luhansk, mentre il secondo, Kasparov, anche qualche giorno fa (in occasione del Nato Public Forum di Vilnius, Ndr) non ha mancato di esprimere la sua contrarietà la conflitto voluto da Putin, sostenendo che “purtroppo ora è la guerra della Russia, e ogni cittadino russo, me compreso, ha la responsabilità collettiva dei crimini commessi in Ucraina”.
Ancora più recente è la notizia, riportata nella giornata di ieri, 16 luglio, dal quotidiano la Repubblica, che citando una notizia del media indipendente Kholod, parla di oltre ai 200 sportivi russi hanno cambiato nazionalità. Tra loro ben 141 scacchisti, compresi i gran maestri pluripremiati. Alcuni sarebbero passati alla Svizzera altri alla Norvegia, e ci sarebbe stato persino chi ha provveduto a cambiare il suo nome pur di partecipare a delle gare internazionali, come 7 sportivi russi che si sarebbero finti siriani pur di gareggiare ai giochi panarabi in Algeria a inizio luglio.