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Claudio Di Giacomo a carte scoperte tra successi, Wsop Circuit, Ept, lavoro e famiglia

06 dicembre 2023 - 14:02

Un'intervista a bordo tavolo dopo il successo al Superstack Wsop Circuit Sanremo che ha regalato il Ring a Claudio Di Giacomo.

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“Un torneo fondamentale per me perché ho saputo reagire a due bluff non andati a buon fine e che spesso mi fanno imboccare la strada dell’uscita dal torneo. Non riesco a riprendermi ma stavolta, per ben due volte, sono riuscito a rialzarmi e lì ho avuto la sensazione che avrei potuto vincere questo torneo. Il Ring Wsop Circuit mi mancava e sono contento di riempire la mia bacheca con questo trofeo. Ora torno al lavoro, alla mia famiglia e poi sotto con Praga con il 2.200 euro e, forse, il Main Event.” Lui è Claudio Di Giacomo, semi professional player (ci prendiamo la libertà di definirlo così ma poi capirete perché) e ha vinto il Ring Wsop Circuit Sanremo per 23.148 euro al Superstack da 193 entries e dal buy in da 750 euro. Qui il report che ha già raccontato il suo successo.
A margine del torneo abbiamo avuto (finalmente) modo di fare una lunga chiacchierata con mister Di Giacomo, come amiamo chiamarlo vista la sua signorilità al tavolo. In tutti questi anni abbiamo sempre incrociato Claudio in decine di eventi. Abbiamo raccontato tanti suoi successi e tante mani, tante buste con su scritte centinaia di migliaia di chip ma mancava un’intervista vera e propria. 
Quello che ne è uscito è stato anche emozionante perché, alla fine, tra le tante cose dette e non dette e nascoste dietro i saluti sempre gioviali e dietro il grande rispetto che abbiamo sempre avuto per lui, abbiamo scoperto le carte ed erano le stesse: volevamo parlare da tanto e finalmente abbiamo trovato il modo (la sua vittoria) e il posto giusto (al tavolo con la vittoria davanti) per farlo. 

Parliamo del torneo, ovviamente, prima di conoscere ancora meglio Claudio Di Giacomo: “Come detto ho avuto la sensazione di poter vincere questo torneo ad un certo momento del tavolo finale proprio perché ho avuto finalmente la forza di risollevarmi e cancellare, si spera definitivamente, questo mio punto debole - che noi non avremmo mai immaginato visto che Claudio è davvero imperscrutabile ad occhio nudo - siamo arrivati in fondo in tre italiani e questa è stata una bella notizia. Il successo è arrivato sul ragazzo che gioca molto bene (Domenico Cancro, Ndr) ma forse è stato un po’ troppo aggressivo e alla fine ho avuto ragione io. Il torneo aveva un field ottimo visto che tutti quelli che erano usciti dal main event il giorno prima e mano a mano che andava avanti il Day2, si sono iscritti qui. Io sono uscito 92esimo dal Main e mi sono iscritto intorno al quinto livello poco prima della pausa cena in late registration. Il torneo è subito partito bene e sono finito quinto in chips alla fine del Day1 giocando small ball senza forzare chissà quanto.”

Di Giacomo si toglie anche un sassolino dalla scarpa: “Arrivati a sette left c’erano ancora tre francesi e ho percepito qualche frase che non mi è piaciuta. Ho ignorato qualche commento su alcune mie mani e ho preferito far parlare il tavolo - e così è stato - in generale penso che i player italiani siano migliorati tantissimo a livello di FairPlay rispetto ad altre nazionalità e rispetto anche al passato. Dipende anche dal field e dal torneo. Frequentando molto gli European Poker Tour posso osservare molti giocatori e tutti i player mantengono un comportamento corretto e lineare. Spesso dipende anche dall’evento e dell’organizzazione anche se a Sanremo e nei tornei che ho giocato è stato tutti impeccabile.”

A proposito di Ept, ecco al via la tappa di Praga: “Finito il torneo partirò subito per casa (Monza, Ndr) perché domani mattina ho un impegno di lavoro molto importante e nel weekend volerò a Praga - spiega l’instancabile Di Giacomo, rounder ormai da anni - giocherò il 2.200 euro al 100 percento e proverò a qualificarmi per il main event altrimenti potrei anche non iscrivermi direttamente.”

Intanto è arrivato questo Ring prestigioso in bacheca in un super 2023 con una trentina di risultati in bacheca: “Alla fine abbiamo fatto deal e ci siamo giocati il titolo. Volevo il Ring Wsopc perché non l’avevo ancora vinto mentre quest’anno ho rinunciato ad una picca all’Ept di Monte Carlo, un side da 1.100 euro ma solo perché ne avevo vinte già due e perché il canadese che poi è risultato come winner (Peter Moore, Ndr) pur di prendere il premio ha accettato un deal super conveniente per me. Ho vinto molti tornei e le due picche sono arrivate in un Senior event prima del Covid e ho vinto anche un King of Tallinn che ricordo con grande piacere.”

Che giocatore è Claudio Di Giacomo, come sta al tavolo, come si prepara, come migliora? “Dicono che io abbia un piccolo grande dono che è quello di riuscire a capire i tell e i movimenti dei giocatori. Ma soprattutto capisco al volo, quello lo so, che tipo di persona ho davanti, se mi posso fidare o no. Mi capita di azzeccarci nel mondo del lavoro, ad esempio, e penso che la cosa torni molto utile anche nel mondo del poker. La mia preparazione è data principalmente dalla grande esperienza anche se agli inizi ho studiato molti libri. Di sicuro avrà giocato tanti ottimi tornei importanti a livello internazionale mi ha dato modo di acquisire tanto dai migliori player incrociati in questi anni. In questo senso credo che il field dell’European Poker Tour sia davvero il più importante e il più completo che ci sia nel settore.”

A proposito di Ept, al Main Event manca qualcosa? “Ho un ostacolo importante da superare: mi sono qualificato tante volte al Day3 ma non sono mai riuscito a passare al Day4. Nell’ultimo Ept Barcellona ho chiuso nella top 10 sia al Day1 che al Day2 e mi sono fermato al Day3 ancora una volta. Ho incrociato Andre Akkari che poi ha deep runnato e in quel torneo chiusi trips di 8 contro gli Assi del brasiliano che ha preso un altro Asso al river. Ma, come detto, in questo Wsop Circuit penso di aver superato quel leak che non mi consentiva di reagire ai colpi che non andavano a segno”, incrociamo le dita per Di Giacomo. 

Ti abbiamo definito semi professional poker player perché visti i tanti risultati ottenuti in carriera per oltre 1,8 milioni di dollari non ti si può definire proprio un recreational. Ma il lavoro e la vita in famiglia è sempre al centro: “Sono un imprenditore edile, costruiamo e vendiamo case, immobili, uffici. Siamo un’equipe di architetti e ingegneri e io continuo a lavorare anche se i miei due figli, Antonello e Giada, di 42 e 36 anni (sì sono diventato papà a 18 anni!) ormai gestiscono tutto in maniera brillante ed efficiente. Anzi, quando metto bocca mi dicono che sono vecchio con idee vecchie - se la ride Claudio - e la vittoria la dedico proprio a loro che mi hanno anche reso nonno con tre nipoti, uno di 8 anni e due ancora piccolini. A Monza, nella nostra sede, abbiamo aperto anche un co working che ha avuto un successo clamoroso e che gestisce sempre mia figlia”. Ecco perché sempre quella serenità e quel sorriso sornione al tavolo, Claudio Di Giacomo è una bellissima persona con una vita meravigliosa che si è costruito mattone dopo mattone e, adesso, chip dopo chip!

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