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Il momento pazzesco di Alessandro Minasi: 'Ho cambiato il mio poker e il mio mindset'

25 novembre 2015 - 15:32

Ale Minasi si confessa a Gioconews.it dopo la splendida vittoria del Mini Ipt Saint Vincent che arriva a coronamento di un grande periodo di forma. 

Scritto da Cesare Antonini
Il momento pazzesco di Alessandro Minasi: 'Ho cambiato il mio poker e il mio mindset'

“E’ davvero un bel periodo e, oltre alla run che è necessaria sempre e comunque, credo sia merito della ‘fame’ che ho avuto da agosto in poi e del cambiamento di approccio del mio gioco specie nei day2 dove ho capito come cambiare marcia e sfruttare la giocabilità dei tornei che preferisco. Ora sotto con Wpt Venezia e Praga con uno sfizio da togliermi, prima o poi: Las Vegas!”.

 

Alessandro Minasi parla a Gioconews.it nel day after del successo schiacciante nella Grand Final del Mini Ipt dove il player piemontese ha chiuso i giochi con un vantaggio numerico importante in chips che ha fatto desistere gli avversari a tre left chiudendo, di fatto, il torneo. 
Un gran bel momento quello di Ale Minasi che, però, gioca e vince da oltre 5 anni a questa disciplina: “Beh indubbiamente gli ultimi giorni sono stati incredibili con la vittoria dell’anello delle Wsop di Campione d’Italia nello short stack, torneo tecnicissimo, quindi il successo al garantito da 30mila euro, il Poker Master at Work, che alla fine ha totalizzato 48mila euro e che mi ha fatto vincere 13mila in una notte praticamente, e infine il successo di ieri notte. Sottolineare che è un momento incredibile è poco”. 
Analizziamo il perché, però: “Mi trovo in confidenza con le strutture dell’Ipt o del Mini Ipt o di altri format dove si puo’ giocare. Fatico magari un po’ nei day1 ma da quando mi qualifico al day2 e inizio a giocare poi mi trovo a mio agio. i motivi? Possono essere diversi. Di sicuro quando i livelli passano ad un ora riesco a sfruttare gli errori di field che spesso sono conditi da amatori che, quando cresce la struttura, iniziano a sbagliare molto. Sui loro errori riesco a macinare chips e a gestire meglio il torneo. Di sicuro, poi, la dose di fortuna serve”. 
A livello di gioco, strategia e gestione del torneo puo’ essere cambiato qualcosa? “Nell’ultimo anno ho aperto un po’ i range del mio gioco. E più precisamente ho cambiato atteggiamenti durante il torneo dal 10imo al 17esimo livello atteggiamento e questo da i suoi frutti nel day2. Se il colpo tiene e non perdo stack faccio la differenza e poi riesco a salire costantemente e uncontested. Prima ero un po’ più chiuso, in effetti. Un’altra ragione puo’ essere che ora sto giocando anche sulle persone. Gioco sui bui, tribetto su chi apre spesso guadagnandomi la posizione, specie su chi penso non abbia mano. Mi prendo i rischi dovuti e spesso ho ragione”. 
Va comunque fatta una precisazione: “Ovviamente a buy in maggiori i ragionamenti cambiano mentre sui 300-400 euro riesco a sfruttare gli errori degli amatori e quando i bui crescono ancora di più sono molti di più gli elementi che possono tornare a nostro favore”. 
Come a Campione d’Italia, al fianco di Alessandro c’era il socio Enrico Mosca: “Con lui parlo tanto di poker e proprio prima di questo Mini Ipt, che pensavo addirittura vincesse lui, ho detto che avrei voluto giocare i suoi day1. Lui vorrebbe giocare come me al day2. Insomma, l’unione non farebbe la forza ma creerebbe un mostro vero e proprio”, se la ride Minasi. 
Questo Mini Ipt, comunque, è andato via liscio come l’olio: “Ieri ho giocato uno showdown obbligato contro un russo che metteva sempre i resti e non potevo fare altrimenti. Poi sono arrivato a 10 milioni e gli altri ne avevano appena 2. Ho eliminato il quarto player rimasto, quello che non voleva fare deal. Poi, rimasti in tre, hanno voluto continuare a giocare ma alle prime mani, complici anche due Assi che ho mostrato in una mano gli avversari hanno capito che aria tirava”, scherza Minasi. E poi deal a 3, vittoria per Ale e tutti a casa per manifesta superiorità. 
La scia della run dove volerà ora? “Giocherò ancora prima della fine dell’anno. Prima andrò al Wpt National Venezia e poi giocherò qualche evento a Praga. Ma non dimentichiamoci che non vivo solo di poker e da marzo ad agosto il mio tempo sarà risucchiato dalle mie tre gelaterie e dal ristorante che meritano e necessitano di grande attenzione”. 
Personalmente ti ho visto molto più concentrato al tavolo rispetto al passato. Non che prima tu giocassi senza pensare a quello che facevi, ma intravedo una convinzione diversa: “Ho passato qualche periodo poco piacevole e quello deve avermi un po’ allontanato dal giusto mind set. L’assenza dovuta al lavoro estivo mi ha fatto tornare più carico. Da agosto avevo talmente voglia, talmente fame, che sono riuscito a fare tutto questo”. 
Qual è la situazione del poker live che ha un’offerta pazzesca e anche ottimi numeri. Tu come gestiresti il tutto: “Credo che i tornei live debbano essere un compromesso tra business e piacere dei players. Quello che i players vogliono adesso sono i montepremi garantiti con buy in da 300-500 euro come Mini Ipt o Ipo. Strutture giocabili anche se capisco che con centinaia se non migliaia di players i costi lievitano. Tuttavia credo che queste soluzioni siano quelle che funzionano meglio nel mercato attuale”. 
Certo, se parliamo in questi termini, Ale Minasi deve prendere un volo per Vegas: “Lo so (sorride, ndr) e tutti mi dicono la stessa cosa. Peccato che il mio lavoro mi imponga di stare nei locali proprio in quei mesi. Ma vi assicuro che prima o poi mi toglierò la soddisfazione di andare a Las Vegas e giocare quei magnifici tornei”. 

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