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Poker: Enrico Camosci evade le tasse per 1,5 milioni, in campo la Gdf

28 aprile 2025 - 10:34

La Guardia di finanza sottopone a verifica fiscale Enrico Camosci, uno dei migliori giocatori al mondo di poker live, per non aver dichiarato le proprie vincite fuori dall'Unione europea.

Scritto da redazione
 ©  Guardia di finanza - Sito ufficiale

© Guardia di finanza - Sito ufficiale

Ammonterebbe a circa 1,5 milioni di euro l'evasione fiscale accertata dalla Guardia di finanza e dall'Agenzia delle entrate a carico di un poker player italiano, che non  avrebbe mai dichiarato le proprie vincite conseguite al di fuori del territorio dell'Unione europea.

Si tratta di Enrico Camosci, giocatore al quale abbiamo dedicato numerosi articoli su GiocoNews, e, da ultimo, per la sua recente partecipazione alle Triton Super High Roller Series a Jeju, in Corea del Sud,

 

A dare notizia dell'indagine che lo vede protagonista è la Guardia di finanza di Bologna, in un comunicato che riportiamo di seguito.

“La crescente affermazione delle discipline sportive professionistiche nel territorio dell’Emilia-Romagna, considerata una delle principali 'Sport valley' italiane, ha indotto il comando provinciale della Guardia di finanza di Bologna a svolgere un’articolata analisi di rischio orientata a individuare indebiti risparmi d’imposta ottenuti dai “lavoratori sportivi”, figura introdotta dalla recente riforma dello sport.

In particolare, è stato osservato come il processo di digitalizzazione dell’economia nell’ultimo decennio abbia affiancato agli sportivi tradizionali i cd. 'gamers', ossia coloro che partecipano a competizioni di e-sport, svolte sotto forma di leghe e tornei in cui singoli giocatori o team di professionisti si sfidano su piattaforme virtuali.

In tale ambito è stato attenzionato il fenomeno del poker sportivo, disciplina che registra a livello globale premi milionari corrisposti ai vincitori dei maggiori tornei internazionali e che trova nel Texas hold 'em la variante di gioco più diffusa, dove risaltano le abilità matematiche, strategiche e psicologiche dei giocatori.

I militari del Nucleo operativo metropolitano di Bologna hanno quindi sottoposto a verifica fiscale uno dei migliori giocatori al mondo di poker live che non ha mai dichiarato le proprie vincite.

Tuttavia, se da un lato i premi corrisposti da case da gioco autorizzate all’interno dell’Unione Europea non vanno dichiarati, in quanto soggette a ritenuta alla fonte, quelle conseguite al di fuori del territorio comunitario costituiscono reddito per l'intero ammontare percepito.

La ricostruzione della posizione fiscale del soggetto, preventivamente condivisa con la locale Agenzia delle entrate e da cui è successivamente scaturito il deferimento del contribuente alla locale Procura della Repubblica per la fattispecie di reato prevista dall’art. 5 del Dlgs. 74/2000, è stata effettuata anche attraverso la ricerca di informazioni sui siti specializzati e sui social, consentendo di recuperare a tassazione oltre 1,5 milioni di euro di redditi da lavoro autonomo, derivanti dall’attività sportiva svolta in forma abituale e professionale al di fuori dell’Unione europea.

L’iniziativa, tuttora in corso nei confronti di ulteriori 'lavoratori sportivi', testimonia l’impegno della Guardia di finanza a tutela del bilancio nazionale e a contrasto di ogni forma di evasione fiscale, connotata da un costante processo evolutivo grazie alle opportunità offerte dal web”.

La vicenda riporta d'attualità un tema di cui ci siamo occupati spesso:  l'imposizione diretta sulle vincite nei tornei di poker extra Ue. Recentemente, la Corte di cassazione  ha rinviato al secondo grado di giudizio una sentenza su tre di una commissione tributaria regionale che aveva commesso un errore piuttosto grave applicando le regole per i tornei nello spazio economico europeo a quelli extra Ue. A seguire la vicenda il legale più esperto in materia, Massimiliano Rosa, che ha rilasciato a Gioconews.it un commento argomentato e dettagliato, riportato integralmente sul nostro sito. La questione resta in ogni caso aperta e tutt’altro che definita.

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