Doyle Brunson all'attacco: 'Il poker è giocato da persone' e Polk lancia la sfida
Potrebbe essere partito tutto da un tweet di Doyle Brunson ed ecco nascere una nuova sfida per Doug Polk.
I tweet sono già decine, oggi diventeranno centinaia. E come ormai accade, tutto un po’ a caso, potrebbe nascere una sfida pazzesca tra un certo Doyle Brunson e il solito Doug Polk, autentico catalizzatore mediatico che difficilmente potrà mollare questo mondo sia come influenze che come poker player. In poche parole le cose sono andate così. Nel vedere tutto il movimento mediatico attorno alle challenge online tra Polk e Negreanu ma anche, presumiamo, tra Galfond e i suoi innumerevoli sfidanti, il 'grandpa' dell’Hold’em mondiale, Doyle Brunson, ha twittato così: “Mi piace ancora il ‘vecchio’ modo di giocare a poker. Faccia a faccia, alzare la posta, trattare. Il poker è ancora giocato da persone”. E soprattutto di persona.
Polk ha soffiato subito sul flame dicendo: “Ti farò un'offerta, giochiamo 3 partite in heads up. Una nel No Limit Hold’em e gli altri due giochi li puoi scegliere tu. L'unica clausola è che devi darmi un mese per prepararmi così posso leggere le regole di Badacey o Pot limit pineapple o qualsiasi altra cosa giocheremo”.
E subito Brunson: “No, ma sarei lieto di avere la possibilità di giocare un po' a Razz. Un gioco semplice. E poche altre varianti”. Insomma, Doyle sembra dare un po’ la sponda a Negreanu che nella fase di stesura delle regole dell’High State Feud aveva protestato un po’ con Polk che si era scelto il terreno più consono alle sue qualità. Non che Negreanu sia scarso ad Hold’em, lo sta dimostrando, ma online, heads up, due tavoli aperti, è proprio l’habitat naturale di Doug.