Mary: 'Amo il poker sportivo, ma non chiamatemi Molly Blom'
Alla scoperta del Dreams Club, club gestito da Mary, una delle poche donne al comando di una room: ma non chiamatela Molly Blom.
Troppo facile chiamarla Molly Blom? Sarebbe il suo soprannome perfetto anche se Mary non muove giri milionari a Los Angeles o New York ma organizza, da donna, tornei di poker sportivo. Se il tema delle “quote rosa” nel poker è ormai un modo più per ghettizzare che per promuovere il gioco al femminile, trovare una donna che organizza e dirige una poker room non è facile. Euro Rounders, sempre all’avanguardia, non poteva lasciarsi sfuggire una “primizia” del genere.
Ci siamo fatti raccontare la sua storia: “Mi avvicino al mondo del poker nel 2015 quando ero una semplice ragazza che lavorava in una sala biliardo - spiega Mary - un giorno stavo parlando con un mio amico giocatore che raccontava dei tornei che faceva nelle varie sale. Io non avevo mai giocato live un torneo e nn avevo mai visto una vera sala poker e lui mi dice organizzalo tu un torneo: sai giocare conosci gente e qui nella nostra zona non ci sono sale”.
Quanti discorsi finiscono nel nulla? Stavolta non è andata proprio così: “All’inizio l’ho presa come uno scherzo, non sapevo da dove iniziare nn avevo nemmeno il materiale per organizzare un torneo di poker live. Entrai presto in possesso del numero del mio attuale socio che organizzava tornei live e gli ho parlato del mio progetto. Con la sua collaborazione organizzai il primo torneo”.
Ecco che spunta la Poker Princess: “Come Molly inizio a fare ricerche su internet a cercare di imparare il più possibile e quel torneo fu un vero successo. Mi accorsi che questo gioco piaceva cosi, con la collaborazione del mio socio, abbiamo creato un appuntamento settimanale, fino a quando gli appuntamenti settimanali diventavano sempre di più e nel giro di due anni la gente aumentava sempre di più facendo nascere il progetto di una sala una vera, una vera e propria poker room. Ho iniziato a girare le varie sale per imparare e mi segnavo ai tornei di poker per guardare come funzionava una vera sala, dalla gestione alle strutture, ai dealer fino a tutto quello che potevo imparare per gestire una vera sala”.