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Poker online in Regno Unito, ecco cosa cambia dal 1° dicembre

21 marzo 2014 - 14:36

Il ministro del tesoro britannico George Osborne ha annunciato che l'imposta del punto di consumo (POC) Gaming Duty sarà introdotta dal 1° dicembre 2014.

Scritto da Redazione

Il discorso che ha fatto al Parlamento si riferiva semplicemente alla sua introduzione, ma i dettagli del bilancio del Regno Unito pubblicati dopo il discorso indicano che il Tesoro sta resistendo alla pressione per ridurre il tasso iniziale dal previsto 15%.

Le cifre appaiono sotto la sezione “altre imposte HMRC" a pagina 108 della relazione. Una nota spiega che questa voce "consiste in tassa sulle discariche, aggrega tasse su prelievo fiscale, scommesse e gioco e tasse doganali e prelievi fiscali".

Il POC accompagna il progetto di legge nel Regno Unito (licenze e pubblicità), che ieri ha completato la sua fase finale nella Camera dei Lord. I due sono indissolubilmente legati: il POC si applicherà a quelle aziende con licenza di fornire servizi ai clienti del Regno Unito, per cui anche il nuovo regime combinato sarà attuato il 1° dicembre.

 

I DETTAGLI - Dal 1° dicembre tutti gli operatori che accettano scommesse, comprese le scommesse di poker online, da parte di clienti del Regno Unito dovranno essere autorizzati dall'UKGC, e saranno soggetti a un'imposta del 15% su tutti i profitti lordi realizzati da queste scommesse.

Anche se l'industria ha lamentato che il prelievo fiscale strangolerà l'industria, è al di sotto delle aliquote d'imposta di altre norme recentemente introdotte in Europa, tra cui la Danimarca e la Spagna.

L'esperienza dal Belgio, che ha un'aliquota d'imposta simile, suggerisce che i giocatori non saranno fortemente danneggiati: il campo del giocatore sarà condiviso dot-com e il rake rimarrà necessariamente lo stesso; gli operatori possono ridurre leggermente i vantaggi del giocatore Vip ai giocatori del Regno Unito per assorbire in parte i costi della nuova tassa.

Una visione contraria è stata espressa in un rapporto da Kpmg, che ha dichiarato che "a causa dell'elevata sensibilità al prezzo di molti clienti di gioco online", un'aliquota d'imposta del 15% potrebbe incoraggiare i giocatori a passare alla" concorrenza all'estero che evita imposte".

I politici britannici che si sono opposti alla nuova legge sul gioco hanno condiviso questa visione, suggerendo che ogni prezzo differenziato che risulterà incentiverà i giocatori a usare siti che non hanno una licenza del regno unito.

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