Il profilo del giocatore che spende sui siti illegali, senza licenza Adm, non è affatto una persona ignorante, anzi, spesso è molto istruita e coltiva molti interessi. Tuttavia non ha la cognizione del pericolo che si prova a giocare su queste poker room o casino o book online e non riesce neanche a valutare i costi sociali che produce senza, peraltro, compensarli col prelievo fiscale dello Stato. Sui numeri, poi, c’è da rabbrividire: dei 4,4 milioni di giocatori illegali, ben 1.760.000 sono solo online. Sono i risultati dell’indagine demoscopica realizzata da Ipsos sul gioco pubblico legale e sul legale e che fanno parte del primo rapporto realizzato, e presentato nei giorni scorsi, insieme alla Luiss Business School e in collaborazione con l’Agenzia delle dogane e dei monopoli.
Prima di ribadire i dati che abbiamo già snocciolato su Gioconews.it in tempo reale nel giorno della presentazione alcune considerazioni.
Non siamo affatto sorpresi, diciamolo. Sapevamo e ci aspettavamo numeri di questo tipo. Ma sono due le valutazioni da fare: vederli certificati da questa prestigiosa indagine ci mette di fronte ad un’amara verità e ci spaventano un po’. E’ una conferma che, però, ora dimensiona il problema.
Se ci riferiamo ai poker player il profilo è perfetto. Sono skillati i pokeristi, spesso nerd e molto esperti in tecnologia, web e informatica. Sul discorso della “irresponsabilità” forse la valutazione da fare è differente per i nostri lettori: i poker players sanno che stanno giocando su siti senza licenza ma semplicemente perché la liquidità nazionale, nel periodo pre pandemia, aveva ridotto tantissimo la pool dei nostri account attivi. Se ci fosse un’offerta europea o la possibilità di giocare su room internazionali direttamente dall’Italia, pagando ovviamente le tasse sul nostro territorio, sicuramente avremmo molto ridotto questo numero di players nel quale non sono compresi quelli che si sono trasferiti all’estero per lavorare grindando nella piena legalità ma producendo ricchezza per altri stati.
Ecco i dati, quindi, presentati da Ilaria Ugenti, Corporate Report Leader di Ipsos.
I NUMERI DEI PLAYERS ILLEGALI. L’indagine ha rilevato che il 67,7 percento della popolazione italiana maggiorenne, ossia 31.350.000 di individui ha effettuato qualche tipo di gioco nel 2020.
Sono stati stimati, tuttavia, circa 4,4 milioni di giocatori illegali - derivanti da modalità offline (3.240.000 di individui) e da modalità online (1.760.000 di individui) - 600.000 dei quali evidentemente ricadono nella dimensione dell’illegalità per entrambi i canali di gioco.
A tal proposito, nella sintesi del Report diffusa dalla Luiss quindi si legge: “I giocatori illegali rappresentano un universo complesso, all’interno del quale ricadono individui differenti per attitudini ed inclinazioni, per combinazioni di attività di gioco legale ed illegale, sebbene possano essere accomunati da caratteristiche socio-demografiche più definite.
Infatti, da un punto di vista socio-demografico, i giocatori illegali sono prevalentemente uomini (71 percento), mediamente più giovani del totale dei giocatori (età media 41 anni vs 47 dei giocatori negli ultimi 12 mesi), risiedono un po' di più nel Sud e Isole (44 percento vs 38 percento giocatori negli ultimi 12 mesi).
È bene tenere conto che il giocatore illegale non è un soggetto ai margini della società, bensì è una persona ben integrata nel tessuto sociale, con molteplici interessi: nel 72 percento dei casi lavora (vs 58 percento della media dei giocatori), nel 14 percento dei casi ha un tenore sopra la media (vs 7 percento della media dei giocatori); dichiara un livello di attivismo culturale e sociale superiore alla media (il 43 percento dei giocatori illegali pratica volontariato, il 46 percento partecipa ad associazioni culturali, il 50 percento fa donazioni)”.
LICEITÀ DEI SITI VERIFICATA SOLO DAL 44 PERCENTO - Inoltre, per una comprensione più oggettiva del gioco illegale, si deve tenere conto che non tutti sono consapevoli del grado di illiceità del gioco stesso, al punto che probabilmente diversi di essi non sanno o non si rendono conto a ‘che gioco stiano giocando’. Prova ne è la difficoltà ad orientarsi nella scelta dei siti e dei luoghi di gioco, non avendo degli inequivocabili parametri di scelta.
“A titolo esemplificativo: solo il 44 percento dei giocatori illegali online verifica che sui siti ci sia il simbolo dei Monopoli (47 percento tra il totale dei giocatori), gli altri si affidano alle recensioni (39 percento vs 42 percento del totale) e al consiglio di conoscenti o amici (41 percento vs 30 percento del totale).
Del resto gli stessi simboli sono poco noti, ad esempio quello di Adm è conosciuto solo dal 48 percento dei giocatori illegali online (55 percento del totale dei giocatori online).
Il giudizio sul gioco illegale denota una certa indulgenza da parte di molti giocatori: solo 2 italiani su 3 ritengono che si possano avere problemi con la legge, percentuale che scende a 1 su 2 tra i giocatori illegali.
I GIOCATORI NON SI RENDONO CONTO DI QUEL CHE FANNO - Soprattutto una parte di essi, di poco superiore al 20 percento, ritiene che il gioco illegale non sia dannoso: è una possibilità in più per giocare. A riprova di questo, il 22 percento di chi lo pratica, giudica il gioco illegale come attività tollerata per cui non dannosa. Tutto sommato è un modo in più per divertirsi che non genera effetti negativi, anzi aiuta a tenere i soldi ‘sul proprio territorio’ (23 percento).
Di fatto, il giocatore illegale vede nel gioco un momento per concedersi un ulteriore svago, all’interno di una vita già abbastanza piena di soddisfazioni; ed è proprio l’inclinazione verso il rischio, non percepito come particolarmente elevato per questa circostanza, che lo porta verso il gioco illegale, che sembra aggiungere un piccolo brivido in più. D’altra parte, la tolleranza rispetto ai comportamenti illegali sembra essere in contrasto col percepito generale del gioco illegale, che è stigmatizzato come un problema serio da parte dell’86 percento degli italiani e persino dal 69 percento dei giocatori illegali. Questa apparente contraddizione – la scarsa tolleranza verso il gioco illegale e il coinvolgimento in prima persona – indurrebbe ad affrontare la questione del gioco illegale come una sorta di evasione fiscale: è diffusa, è difficile essere scoperti, tutto sommato non appare un crimine particolarmente grave, garantisce vincite più elevate e al contempo è poco percepito il suo collegamento con le organizzazioni criminali”.