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Regione Umbria, Monacelli (Udc): "Prosegue iter proposta di legge su gioco"

05 giugno 2013 - 13:51

Continua il suo iter in Terza Commissione (Sanità e Sociale) la proposta di legge presentata dal consigliere regionale dell'Umbria, Sandra Monacelli (capogruppo Udc) contenente 'Norme per l'accesso consapevole e responsabile al gioco lecito e per la prevenzione del gioco patologico'.

Scritto da Sm
Regione Umbria, Monacelli (Udc): "Prosegue iter proposta di legge su gioco"

Il testo predisposto dalla capogruppo Udc prendeva spunto dalla sentenza della Corte Costituzionale numero 300 del 2011 che ha demandato alle Regioni la possibilità di legiferare in materia di regolamentazione delle sale da gioco, al fine di tutelare determinate categorie di persone e di prevenire il diffondersi del vizio del gioco. La Corte ha stabilito, fra le altre cose, che l'introduzione di limiti alle distanze tra le sale giochi e i cosiddetti “luoghi sensibili”, come le scuole, ad esempio, non siano materie riconducibili alla competenza statale in tema di ordine pubblico e sicurezza.

 

Le disposizioni contenute nella proposta di legge "non vanno ad incidere direttamente sulla installazione di giochi leciti ma su fattori, quali la prossimità a determinati luoghi e la pubblicità, che potrebbero, da un lato, indurre al gioco un pubblico costituito da soggetti psicologicamente più vulnerabili o immaturi, dunque più esposti alla suggestione di conseguire, tramite il gioco, vincite e facili guadagni, dall'altro influire su viabilità e inquinamento acustico dei luoghi interessati", afferma Monacelli.

L'istruttoria degli uffici del Consiglio regionale ha però evidenziato che il recente 'Decreto Balduzzi', successivo alla sentenza della Corte Costituzionale, complica il quadro attuativo della proposta di legge presentata, perché disciplina aspetti che sono compresi anche nel testo della Monacelli, scoprendo il fianco a possibili profili di incostituzionalità, laddove la proposta umbra risulta ancora più restrittiva del decreto ministeriale, ad esempio per quanto riguarda la pubblicità.

Il presidente della Commissione, Massimo Buconi, ha suggerito dunque di proseguire nella fase istruttoria coordinandosi con il decreto Balduzzi per quanto attiene alle tematiche in comune con quel testo, prevedendo anche un'ampia partecipazione sul disegno di legge poiché riguarda una problematica che coinvolge molte persone, alle prese con il gioco patologico, e le rispettive famiglie.

LA DICHIARAZIONE - “Abbiamo il dovere di dare una risposta a chi vive queste problematiche – afferma Monacelli – perché la Regione ha certamente competenza sulla risposta sanitaria alle patologie correlate al gioco. Lo Stato non può fare le veci dell'allenatore e ricoprire anche il ruolo di giocatore. Lo scopo di una legge è anche quello di diffondere cultura e consapevolezza su argomenti difficili, per cui è utile raccordarsi con le altre iniziative di legge ma non possiamo restare in una posizione di attendismo su problemi che vanno ingigantendosi”.

Sull'argomento è intervenuto il consigliere Franco Zaffini, capogruppo di Fd'I, sostenendo che “ogni strada che la Regione può intraprendere per arginare un fenomeno in grossa crescita, aggravato dalla crisi economica e legato a piaghe sociali come l'usura, la disperazione e le separazioni familiari causate dal gioco patologico, è comunque giusta. Le linee di intervento di Regioni e Comuni sono poche, ma dobbiamo sapere con esattezza dove poter intervenire, ad esempio chiudendo quei locali dove non sussistono le condizioni per l'apertura, recando un danno evidente o non rispettando i parametri vigenti. Teniamo sempre presente che ormai, ovunque si vada, ci sono posti che offrono ampia disponibilità per giocarsi anche la propria abitazione”.

LA PROPOSTA DI LEGGE - La legge regolamenta l'accesso al gioco lecito con disposizioni volte a promuovere l'accesso consapevole, responsabile e misurato, al fine di prevenire l'insorgere e la diffusione dei fenomeni di dipendenza dal gioco; disciplina il rispetto della distanza delle sale giochi, almeno 300 metri, da scuole, centri di aggregazione giovanile, strutture operanti in ambito assistenziale. E' vietata espressamente ogni forma di pubblicità e la partecipazione ai giochi di minorenni. La legge disciplina gli obblighi informativi a carico dei gestori di sale giochi, ricevitorie e tabaccherie e prevede la formazione del personale ivi operante.

E' previsto il finanziamento di progetti aventi l'obiettivo di sostenere e favorire il reinserimento sociale di persone con problematiche e patologie legate al gioco ed il sostegno alle associazioni che si occupano di tali problematiche. 

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