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Reddito di cittadinanza: emendamenti su gioco, stop dalle commissioni e testo in Aula

13 giugno 2014 - 08:13

Inammissibili alcuni emendamenti riguardanti il gioco pubblico e relativi al Dl ‘Misure urgenti per la competitività e la giustizia sociale’, perché non recano disposizioni strettamente connesse o consequenziali a quelle contenute nel testo del decreto-legge. Il testo è stato votato dalle Commissioni Bilancio e Finanze e ora vola in Aula.

Scritto da Sara
Reddito di cittadinanza: emendamenti su gioco, stop dalle commissioni e testo in Aula

Non passa quello che introduce “sanzioni penali per violazioni di norme in materia di prelievo fiscale sui giochi pubblici, ovvero per la violazione degli obblighi di legge concernenti il collegamento degli apparecchi di gioco alle reti pubbliche”. Anche in Senato erano stati presentati una serie di emendamenti che chiedevano un inasprimento del Preu e l’allineamento della tassazione per i giochi pubblici, tutti dichiarati inammissibili, poi ripresentati in Aula, ma il ministro Mariaelena Boschiha ha posto la fiducia sul testo iniziale.

 

Stessa sorte per l’emendamento Ruocco che chiede: “A decorrere dal 1o gennaio 2014 una quota non inferiore a 1.000 milioni di euro annui delle entrate derivanti dai giochi pubblici è destinata alle finalità della presente legge. Al fine di assicurare le predette risorse il Ministero dell’economia e finanze-Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato è autorizzato ad emanare, con propri decreti dirigenziali, entro sessanta giorni dall’entrata in vigore della presente legge, disposizioni volte a modificare la misura del prelievo erariale unico attualmente applicato ed eventuali addizionali, nonché la percentuale del compenso per le attività di gestione ovvero per quella dei punti vendita. Le dotazioni finanziarie iscritte nello Stato di previsione del Ministero della Difesa a legislazione vigente, per competenza e per cassa, per ciascuno degli anni del triennio 2014-2016, ivi inclusi i programmi di spesa relativi agli investimenti pluriennali per la difesa nazionale, sono accantonate e rese indisponibili su indicazione del Ministro della Difesa per un importo non inferiore a 1.500 milioni annui, per essere riassegnate all’entrata del Ministero dell’economia e finanze”. E quello che prevede: “A decorrere dal 1o gennaio 2014 una quota non inferiore a 2.700 milioni di euro annui delle entrate derivanti dai giochi pubblici è destinata alle finalità della presente legge. Al fine di assicurare le predette risorse il Ministero dell’economia e finanze – Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato è autorizzato ad emanare, con propri decreti dirigenziali, entro sessanta giorni dall’entrata in vigore della presente legge, disposizioni volte a modificare la misura del prelievo erariale unico attualmente applicato ed eventuali addizionali, nonché la percentuale dei compenso per le attività di gestione ovvero per quella dei punti vendita”.

Stessa cosa anche per l'emendamento in cui si legge: “A decorrere dal 1 gennaio 2014 una quota non inferiore a 1.000 milioni di euro annui delle entrate derivanti dai giochi pubblici è destinata alle finalità della presente legge. Al fine di assicurare le predette risorse il Ministero dell’economia e finanze Amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato è autorizzato ad emanare, con propri decreti dirigenziali, entro sessanta giorni dall’entrata in vigore della presente legge, disposizioni volte a modificare la misura del prelievo erariale unico attualmente applicato ed eventuali addizionali, nonché la percentuale del compenso per le attività di gestione ovvero per quella dei punti vendita”.

I deputati del M5s hanno chiesto, dopo l’articolo 3, di aggiungere l’articolo 3-bis (Aumento del Prelievo erariale unico a carico dei concessionari dei giochi). “Il comma 1 dell’articolo 30-bis del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2, è sostituito dal seguente: a decorrere dal 1o gennaio 2014, il prelievo erariale unico di cui all’articolo 39, comma 13, del decreto-legge 30 settembre 2003, n. 269, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre 2003, n. 326, e successive modificazioni, è determinato, in capo ai singoli soggetti passivi d’imposta, applicando un’aliquota pari al 15 per cento della raccolta delle somme giocate”.

Grillo, nell'intervista a Porta a Porta, aveva parlato proprio del reddito di cittadinanza, da finanziare attraverso il gioco.

 

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