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Mirabelli: 'Regole serie sul gioco o si favorisce l'illegale'

12 novembre 2015 - 10:21

Se vietiamo la pubblicità dei concessionari legali, non facciamo altro che favorire i siti di gioco illegali

Scritto da Ac
Mirabelli: 'Regole serie sul gioco o si favorisce l'illegale'

 

Roma - "È evidente la mancanza di una regolamentazione adeguata del settore. È evidente dal dibattito di tutti i giorni perché sappiamo di non tutelare abbastanza le imprese che vi operano, che non rispondiamo in maniera efficace ai giocatori e siamo quindi in difetto rispetto a varie problematiche. Da qui l'esigenza di intervenire e da qualche mese si è avviato un percorso parlamentare orientato a risolvere questi problemi". Lo sottolinea Franco Mirabelli, senatore del Pd, nel suo intervento alla III tappa del roadshow ‘In viaggio per il gioco. Un gioco di equilibrio’ in corso a Roma.

 

"Dobbiamo intervenire e farlo attraverso obiettivi ben precisi, a partire dalla riduzione e razionalizzazione dell'offerta. Ma quello che va fatto è intervenire, in maniera seria e adeguata, per mettere in sicurezza il sistema e scongiurare il ritorno dell'illegalità. Conviene porre qui l'accento perché questo elemento e questo rischio concreto mi sembra stia un po' scomparendo dal dibattito mentre non deve accadere. Perché i dati ci parlano di una illegalità che esiste ancora e anzi sta addirittura crescendo", sottolinea Mirabelli.
 
"Anche il tema della pubblicità dei giochi va affrontato in questa logica, disciplinando seriamente la materia e non vietando tutto a priori. Si tratta di un tema non banale e anzi assi complesso perché se pensiamo all'online e andiamo a vietare la pubblicità dei concessionari legali, non facciamo altro che favorire i siti di gioco illegali. È questo sarebbe un assurdo", dice ancora il senatore che poi interviene anche rispetto allo strumento del 'distanziometro' per l'apertura delle sale da gioco: "Capisco senza dubbio la logica e il principio che hanno portato a questi strumenti di regolamentazione ma li considero inefficaci perché sarebbero impraticabili. In città come Milano, se andassimo ad applicare misure di questo tipo rimarrebbero aperte quattro sale e non sarebbe certo realistico. Ma peggio ancora un intervento simile comporterebbe il rischio di creare zone a luci rosse per il gioco, concentrandolo nelle periferie, e non sarebbe certo una soluzione. Anzi, porterebbe a un rischio probabilmente maggiore".
 

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